Secondo alcuni teenager su Twitter, i Rage Against The Machine suonano goth
Reading & Leeds Fest è un festival musicale che si svolgerà in UK dal 28 al 30 agosto di quest’anno, e le cui prevendite sono iniziate da qualche giorno. Tra gli ospiti annunciati, Liam Callagher, Stormzy e Rage Against The Machine. La loro reunion per un nuovo tour ha fatto rumore, molto, e tantissimi fan stanno ancora aspettando un loro (eventuale) arrivo in Italia.
Ma il punto non è questo. La cosa curiosa (la giudico così perchè mantengo il beneficio del dubbio, come vedremo) è che, a giudicare da Twitter (che è un metro di giudizio comunque opinabile), molti teenager abituali frequentatori del festival non hanno la minima idea di chi sia Tom Morello, e di cosa abbia potuto rappresentare per la musica rock in genere.
Non solo, ma pensano che i RATM siano una band goth o comunque rivolta al pubblico goth (neanche metal). Tanto per capirci:
Rage against the who???
— 23Romz❄️ (@shromello) February 10, 2020
Questo utente non sembra sapere chi siano, e non apprezza: ci sta. Non ci sta che non sia il solo a pensarla così, per quanto (piccola nota a margine) i festival rock abbiano questa spaventosa tendenza a cannibalizzare se stessi; l’esempio più calzante che mi viene in mente è il Firenze Rocks, partito benissimo i primi anni e diventato, col tempo, un raccoglitore di qualsiasi band di qualsiasi genere – per i quali l’appellativo rock, a volte, non sembra nemmeno adatto. Perchè lo facciano, lasciamo perdere perchè credo sia scontato e sia anche inutile discuterne.
Torniamo a noi: qualcun altro, addirittura, auspica la chiusura del festival subito dopo l’annuncio.
You know when you said Reading wasn’t cancelled? Cancel it.
— 𝐈𝐧𝐝𝐢𝐚 (@_indiagx) February 10, 2020
Si spera quantomeno che non l’abbia fatto magari blaterando contro i “giovani d’oggi” di cui tecnicamente, o ironicamente, dovrebbe far parte. Altri si interrogano sul fatto se sia davvero possibile che alcuni non li conoscano: il dubbio che stian semplicemente cazzeggiando è tutto sommato realistico.
E più che altro, a questo punto, è una speranza.
why are human beings saying they don't know Rage Against the Machine
— bag 🌱 (@bagplants) February 10, 2020
La parte tragicamente divertente è relativa a chi pensa sul serio (?) che si tratti di omologhi dei Christian Death.
https://twitter.com/emmaprice33/status/1226970105927610368
E non è nemmeno il solo a scriverlo.
https://twitter.com/IufcTO/status/1226967404103729160
Come no: i Rage Against The Machine associati ai goth. Alla faccia di tutti quegli anni in tour, a violare le regole non scritte del punk e del metal, a sfornare album storici (come il primo), a farsi conoscere come una delle migliori band rock politicamente impegnate. I tempi in cui viviamo, forse, sono lo specchio più brutale della superficialità disarmante che emerge dai commenti che ho riportato.
Mentre scorrevo i commenti, pero’, ripensavo un po’ a come funzionino i social, e come le attività di trolling (ovvero il provocare reazioni scomposte postando assurdità che non si pensano sul serio, giusto per provocare scompiglio) siano all’ordine del giorno. E spero vivamente, a questo punto, che sia stata un’azione (magari scoordinata) di trollaggio, dell’evergreen “proviamo anche noi a diventare famosi scrivendo cazzate su internet” a causare questo genere di reazioni. Me lo auguro, davvero: non tanto perchè gli attuali trenta-quaranta-cinquantenni che seguono il genere debbano per forza sentirsi vecchi, quanto per un fatto culturale, mentale. Queste persone così, in zona dubbia, senza conoscenza, probabilmente in bilico tra il comportarsi così per mettersi in mostra e per reale convinzione che sia, mi sembra ad ogni modo inquietante.
Se parlavano sul serio, è un problema culturale mediamente grave; se non lo facevano, lo è altrettanto. Il trolling poteva essere divertente al limite negli anni 90, quando fingevi di essere una modella rumena nelle chat su IRC frequentate da soli uomini etero; non certo oggi, nei tempi di de-responsabilizzazione collettiva che la società sembra imporci. Del resto, a giudicare dall’approvazione dei commenti critici da parte di altri teenager che, alla prova dei fatti, sembrano ragionare esattamente come i nostri parenti quando alzavamo il volume durante l’ascolto di Reign in blood, c’è da farsi più di una domanda.
Ma ora scusate: devo andare a rimpiangere i cari vecchi tempi, in cui signora mia bla-bla-bla.
Ingegnere per passione, consulente per necessità, insegno informatica. Secondo capo-redattore e supporto tecnico di SDM.