CAVALERA – Bestial Devastation / Morbid Visions

CAVALERA – Bestial Devastation / Morbid Visions

Se fossero un EP e un album di debutto (per pura ipotesi s’intende) parleremmo di band decisamente promettente, e ci piacerebbe pure farlo: tanto più oggi, dopo tanti anni che scriviamo ostinatamente su un genere che ogni tot nasce, vive, vegeta, muore, risorge e muore di nuovo tra migliaia di fan osannanti. Il lavoro presentato oggi è di quelli che si dovrebbero conoscere a menadito: una delle uscite storiche della Congumelo Records, Morbid Visions / Bestial Devastation, la stessa che presentò i Sepultura dei fratelli Cavalera al mondo. Un disco che, nelle origini, non era privo di difetti: registrazione approssimativa, troppa foga esecutiva, testi scritti in inglese un po’ troppo semplificato (secondo Wikipedia inglese, peraltro, alcuni brani furono registrati senza neanche accordare gli strumenti).

Ad aprile di quest’anno Max Cavalera annunciava così l’operazione, dopo 30 anni da quei dischi: a volte devi tornare a dove tutto è iniziato! Abbiamo ri-registrato Bestial Devastation e Morbid Visions con l’incredibile suono di oggi, lasciando intatto il suo spirito grezzo e senza tempo. L’artwork riflette i tempi che stiamo vivendo in questo momento…. Apocalittico come l’inferno! Abbiamo anche due nuovi brani con riff di quei giorni, ricostruiti a memoria da quei tempi.

La riproposizione di ‘Morbid Visions’ e ‘Bestial Devastation’ dei Sepultura è avvenuta negli studi The Platinum Underground, sotto l’accurato controllo di Max e Iggor Cavalera assieme a John Aquilino e Arthur Rizk. Non sempre questo genere di operazioni, nel metal, funzionano: il più delle volte sanno di nulla, aggiungendo poco alla storia della band (e fu il caso, a mio avviso, di quando gli Exodus ri-registrarono Bonded by Blood nel 2008, con risultati relativamente deludenti). Non è il caso di questa operazione, che prima di essere operazione nostalgia è operazione puramente filologica, dato che sembra voler riproporre letteramnente come avrebbe voluto suonare la musica del loro album di debutto. Con l’aggiunta di “Burn the Dead“, una traccia inedita, fulminea, con appena due minuti di schitarrate feroci nonchè inno santificato al mosh pit, che ricorda parecchio le meraviglie del passato (ciò che sarebbe diventata la band con Schizophrenia, soprattutto), e l’ulteriore strumentale Sexta Feira 13.

Operazione fuori tempo massimo, si dirà. Eppure, contestualizzando: erano tempi in cui il metallaro aveva i capelli lunghi e non vantava alcuna eleganza progressive, ruttava pubblicamente, era socialmente controverso nonchè oggetto di studi sociali fuori bersaglio, fuoriusciva dai muri con la moto, faceva bene gli assoli e faceva piovere sangue (cit.) senza ostentare conoscenze da conservatorio. In fin dei conti proponeva semplicemente (si fa per dire) la propria musica, a volte con testi non sintatticamente perfetti, ma in fondo erano dettagli. Molta acqua dovette passare sotto i ponti, da allora, perchè si potesse finalmente parlare di una delle più importanti, notevoli e influenti band del genere: i Sepultura, gli stessi che oggi tutti rimpiangono. Dopo averli rimpianti per anni, come mai potrebbe criticare una scelta del genere?

Questa splendida riedizione dei loro primi due lavori è in definitiva affidata alla band che ora si chiama Cavalera. Un monicker che è anche rebranding, alla fine, dato che il font usato è lo stesso dello storico logo dei Sepultura, quasi a volersi riprendere con uno scatto felino i fasti del passato. Un genere che, vale la pena di osservare, per i Sepultura in pochissimi sapevano definire con certezza, perchè ha sempre oscillato hardcore punk (abbastanza ovattato, per come l’ho percepito) ed un thrash – death metal che li lega alla parte più convinta dei fan di vecchia scuola, senza contare le sperimentazioni tribali di Roots (la sintesi più raffinata della loro musica, per come la vedo) e le varie parentesi groove metal che si sono sempre presentate, a macchia di leopardo, nella loro discografia. Poco importa, perchè adesso si (ri)fa la storia.

Potete ordinare gli album dei Cavalera nei seguenti formati:
‘Morbid Vision’ >CD >LP in vinile colorato
‘Bestial Devastation’ >CD >LP in vinile colorato

‘Bestial Devastation’ 2023

La ripubblicazione di Morbid Visions e Bestial Devastation appare pertanto come un’operazione dal gusto filologico, precisa, al limite del maniacale, ed è davvero incredibile apprezzare le sfumature di quei brani, cosa che all’epoca non potevamo permetterci perchè era un disco buono solo in teoria, ed ascoltavamo questa musica su stereo scassati e walkman addirittura peggiori. Una riprosizione che coi mezzi di oggi vale la pena di risentire, anche perchè spiega dove nacque tutto (o quasi), dove ebbe origine un certo modo di suonare e concepire il genere, neanche fossimo in un museo della musica. Un lavoro, peraltro, dal sapore tutt’altro che autocelebrativo: i Cavalera recuperano il vero mood dei Sepultura, soprattutto di quelli delle origini (fino a Schizophrenia), e nel 2023 decidono di ri-registrare Morbid Visions e Bestial Devastation. L’accoppiata del perfetto thrasher d’epoca, per molti versi, che già negli anni novanta rimpiangeva con nostalgia (rimpiangere qualcosa è una delle cose più heavy metal di sempre, credo) brani laceranti e senza compromessi come Funeral rites, War e naturalmente Troops of Doom. La blanda, a tratti patetica nostalgia dei tempi che furono, quando i Sepultura erano la band tra le più istituzionali e rispettate del genere, prima che decidessero di dividersi e di formare più band con più anime distinte.

Tornando al lavoro – anzi ai due lavori, uno meglio dell’altro – i fratelli Cavalera decidono di ri-registrarli da zero, con un risultato superiore ad ogni aspettativa: farlo suonare come avrebbero voluto, finalmente, fuori tempo massimo (e chi se ne frega) con una dedizione a tratti commovente e un’esperienza più che corposa sul gruppone. Con alti e bassi (poco, ma sicuro) e con la consapevolezza di adesso. Così il risultato non si può che apprezzare: la stessa Morbid visions ascoltata oggi diventa, in questa sede, un brano monolitico e devastante come troppi, forse, ne vengono imitati in un genere che, ci piace sottolineare, è al limite della saturazione, difficilmente riesce a farsi ascoltare come prima. Sapere che il riferimento è a quei due dischetti che ci facevano sussultare anni fa sarebbe, da sola, l’unica vera ragione per cui la recensione non potrebbe che essere totalmente positiva.

Del resto non si tratta di osannare stancamente il passato, come a qualcuno potrebbe venire in mente di sospettare, pensando che si siano decisi “per caso” di rievocare un loro primo disco di metà anni 80 (che per la verità, è bene ribadirlo per la cronaca, non suonava nemmeno benissimo). Il punto è che sembra di sentire un disco dei Venom delle origini come se fossero nati oggi (e null’altro fosse stato prodotto nel mentre), con una limpidezza cristallina dei suoni con una band che mostra di essere in forma come non mai. Il metal è rinato, ancora una volta, alla faccia di chi lo voleva morto nei meandri anni novanta. Il gusto filologico dell’operazione è quello che lo rende azzeccata, anche perché la rievocazione è quella dei Sepultura delle origini, quelli ancora slegati dall’ambito politico e della sperimentazione musicale, incentrati esclusivamente su testi e atmosfere dedicate al satanismo e all’occulto. All’epoca si pensava che gli mancasse ancora una vera personalità, da quello che ricordo: ripercorrendo la storia ad oggi, questa ri-registrazione diventa il cerchio che si chiude.

A cura di Salvatore Capolupo

  • Band: Cavalera
  • Titolo: Bestial Devastation / Morbid Visions
  • Anno: 2023
  • Genere: Thrash Metal
  • Etichetta: Nuclear Blast Records
  • Nazione: USA

Tracklist (Morbid Visions)

1. Morbid Visions 3:37
2. Mayhem 3:05
3. Troops Of Doom 3:39
4. War 4:55
5. Crucifixion 4:55
6. Show Me The Wrath 4:53
7. Funeral Rites 4:53
8. Empire Of The Damned 5:11
9. Burn The Dead 2:15

Tracklist (Bestial Devastation)

1. The Curse 1:15
2. Bestial Devastation 3:04
3. Antichrist 3:49
4. Necromancer 4:15
5. Warriors Of Death 4:36
6. Sexta Feira 13 3:26

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