10 cose su ROBERT SMITH ed i suoi THE CURE che non tutti sanno
Se nominiamo i The Cure parliamo di una band di culto, all’apice del successo nei 90s ma che tutt’ora vanta una folta schiera di aficionados. Il frontman Robert Smith, poi, è diventato una vera icona della scena Rock a livello globale.
Ma cosa sappiamo davvero della band e di Robertino? Forse tutto è stato già detto, ma non tutti sanno (forse) alcune curiosità sui The Cure e, sopratutto, su Robert Smith che, in alcune occasioni, riesce a mettere in ombra l’intera band con il suo carisma – in fondo i Cure è lui, non credi?
Ecco dunque 10 cose Robert Smith ed i suoi The Cure che dovete sapere
The (Cure) beginning
La prima formazione della band si chiamava Obelisk, che Smith fondò tra i banchi di scuola insieme a Michael Dempsey e Lol Tolhurst. A parte alcune brevi parentesi con Siouxsie and the Banshees e con i Glove, Smith si è sempre e solo dedicato alla sua band, che da Obelisk divennero gli Easy Cure – nel 1977 – e successivamente The Cure.
The Cure sono io!
The Cure sono mandati avanti da Robert Smith (unico membro fisso sin dalla formazione – che ad oggi ha visto 9 cambi), arrivando, a volte, ai limiti della dittatura – così dicono fonti vicine alla band. Fondamentalmente è lui a comporre, scrivere e decidere quasi ogni cosa. Volendo, potremmo dire che la band sia un contorno al personaggio – o se preferite i The Cure sono lui!
Siouxie ti cambia la vita
I Siouxie and the Banshees stravolsero la concezione musicale di Robert Smith, e di conseguenza anche dei The Cure. Prima dei primi tour dei The Cure (era il 1979), che suonarono in supporto a Siouxie nel Join Hands Tour, il frontman aveva la fissazione di voler diventare come i Buzzcocks o una specie di Beatles versione punk, ma a sèguito di quella tournè Smith ebbe un cambio di visione, affermando: <<Suonare con i Banshees ha cambiato del tutto il mio atteggiamento rispetto a ciò che volevo fare>>.
Bimbi belli, ma non i miei
A Robert piacciono i bambini, ma ha deciso di non averne in quanto si dichiara incapace di disciplinarsi, quindi figuriamoci educare eventuale prole. Tuttavia passa volentieri del tempo con i suoi amatissimi nipoti e pronipoti – circa 25 in totale; ed alcuni di questi fecero i disegni presenti nell’artwork dell’omonimo album ‘The Cure’ del 2004 (nell’immagine sotto, la copertina). Smith chiese loro di disegnare la propria visione di un bel sogno e di un incubo.
‘Disintegration’… roba da pazzi
‘Disintegration’, l’ottavo album della band uscito il 1° maggio del 1989, mise paura alle etichette discografiche (sia Elektra Records, che lo pubblicò negli Stati Uniti, che la Fiction Records, che lo fece uscire nel Regno Unito), poiché pensavano che fosse un “suicidio” dal punto di vista commerciale. Nonostante i timori le etichette fecero questa “pazzìa” di farlo uscire e, da subito, riscosse un successo planetario. Con milioni di copie vendute ‘Disintegration’ portò i The Cure a calcare palchi ancora più importanti. Per dare un’idea citiamo lo show allo Stadio di Wembley andato in sold-out e al Giant Stadium di New York davanti a 44.000 persone (addirittura 30.000 i biglietti venduti in un solo giorno!).
Circa i lavori per ‘Disintegration’, in una intervista per Rolling Stone Smith ha raccontato: <<E’ stato registrato in maniera più concentrata rispetto ai dischi precedenti, alla fine dell’autunno, nella campagna inglese. Era malinconico. L’atmosfera era completamente diversa. Era molto, molto cupa. Io non dicevo una parola, una situazione che con il tempo è diventata quasi divertente. Passavo appunti a Roger O’Donnell per dirgli cosa andava bene e cosa no, non volevo parlare. Credo che ne conservi ancora qualcuna. Suona artificioso, stupido, ma ero convinto di dover creare un’atmosfera in cui tutti comunicassero in maniera non-verbale. Si capisce che prendevo gli acidi, no? In qualche modo pensavo che scrivere, invece che parlare, sarebbe stato lo stesso, anche se ovviamente non era così. Sarebbe stato tutto più semplice se avessi usato la voce. Ma l’idea mi piaceva. Tornavo nella mia stanza e scoppiavo a ridere. Mi dicevo: “Stai diventando pazzo”. Ma nel giro di un paio di settimane tutti, credo, hanno improvvisamente realizzato quello che stava succedendo.>>
Se non ti piacciono i Cure, sono fatti tuoi!
Se non vi piacciono i dischi dei The Cure, anche se siete loro fans, loro se ne stra-fregano! La cosa più importante per la band è che loro siano soddisfatti ed appagati… se poi agli altri piace, bene, altrimenti, pazienza.
Marito perfetto… cotonato e con rossetto
Robert Smith si è sposato con Mary Poole il 13 agosto del 1988 ed è un marito amorevole. I due si findanzaroni ai tempi delle scuole e, dopo ben 14 anni di fidanzamento, convolarono a nozze. (Mary compare anche nel video di ‘Just like Heaven’ (1987) vestita di bianco). Circa la decisione di non avere figli citata sopra, Robert ha detto: <<So cosa ci siamo persi, ma penso di ricompensare mia moglie rimanendo nei suoi confronti lo stesso ragazzo di quando ci siamo conosciuti>>.
Altra curiosità: La canzone ‘Lovesong’, come ha raccontato Robert, è un suo regalo di nozze alla moglie.
Dov’è l’album solista di Smith?
Al di fuori dei The Cure c’è un “fantomatico” album solista di Robert Smith che, da posticipazione a posticipazione, sembra non si avvicini mai a veder la luce. Certo, essendo un musicista polistrumentista e con la mente sempre in movimento, è deducibilissimo che Smith abbia del materiale nuovo spesso pronto. Ma fatto sta che da solista ha rilasciato solamente una cover di ‘Pirate Ships’ di Wendy Waldman e la più nota e recente traccia ‘Very Good Advance’, scritta nel 2010 per la colonna sonora del film di Tim Burton ‘Alice In Wonderland’.
Un debutto all’odor di razzismo
‘Killing An Arab’ è il primo singolo rilasciato dai The Cure, che a suo tempo fece da apripista all’album di debutto ‘Three Imaginary Boys’ del 1979. Ispirato dal libro Lo Straniero di Albert Camus, il brano ha creato sempre problemi alla band
Sin da subito The Cure vennero accusati (senza reale motivo del resto) di razzismo, anti-islamismo e additati per incitamento all’odio. Ma Robert Smith ha sempre risposto a tali accuse dicendo: <<Non è colpa mia se il protagonista ha ucciso un arabo, poteva essere un inglese o uno scandinavo, non può essere un problema mio se voi non avete letto il libro>>.
Robert chi?
Robert James Smith è nato il 21 Aprile del 1959, quindi è del segno del Toro. Ha iniziato a suonare all’età di 14 anni con una formazione che lo vedeva affiancato da alcuni amici e familiari. Il cantante dei The Cure (alto 1,78) è diventato un’icona dello stile dark, con i suoi capelli cotonati, il trucco nero agli occhi, il rossetto sbavato, la camicia scura larga e scarpe da ginnastica chiare. Per quanto molti pensano che Smith sappia solo cantare e suonare la chitarra, in realtà è un polistrumentista e suona anche il basso, il violino, il violoncello, il flauto, le percussioni, il pianoforte, le tastiere, il synth e l’armonica a bocca.
Ci sono curiosità o aneddoti che vuoi condividere con noi ed i nostri lettori? O magari pensi che avrei dovuto inserire qualcos’altro? Qui sotto puoi commentare liberamente e dire la tua!
Alla prossima!
A cura di Francesco P. Russo
(Questo articolo lo dedico alla meravigliosa Simona, la mia futura moglie, che adora tantissimo Robert Smith ed i The Cure)
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