WES T – Cosmogony
Pur essendo romano non conosco personalmente, ne di nome, Wes T (Mario Tagliamonte), chitarrista romano, cresciuto musicalmente negli Usa e addirittura graduato al prestigioso GIT; non voglio nemmeno provare ad immaginare con chi possa aver studiato e quindi con chi possa aver avuto l’occasione di jammare o magari di veder suonare da vicino…
Leggo dalle note in allegato che ascolta e lavora su molti generi musicali spaziando tra sonorità diverse.
Mi accingo quindi ad ascoltare con curiosità il suo album: ‘Cosmogony’ prodotto dalla romana “L.A. Riot Survivor Records” etichetta di un membro di una storica band di Roma.
Bello l’inizio della prima traccia ‘What I Feel For You In Love’ belli gli accordi tastieristici, dopo un pò parte la chitarra, le prime note, mi accorgo subito che trattasi di un “bella mano” come si diceva qualche anno fa, bel suono, belle note. Per un bel pò si susseguono gli stessi accordi, il pezzo non ha una vera e propria evoluzione. Dopo un bel pò arriva un cambio veramente molto bello, poi l’armonia torna ad essere la stessa, il brano non ha una vera e propria struttura tipica: riff, tema, solo, sembra piuttosto lo svilupparsi di un lungo solo, direi chitarristicamente ottimo, sembra non ripetersi mai, segno che Mario solisticamente ha cose da dire, un pò meno bello compositivamente, ma il brano scorre facilmente.
‘War Man’ accidenti che riff e che energia! Ti risveglia! Anche questo brano ha un solo cambio che si ripete un paio di volte, come fosse un inciso, però pure qui è come prima, il brano è tutto un lungo solo.
‘Strange fingers’ come tutti i dischi rock che si rispettano ecco arrivare il brano morbido.
Non saprei dire chi è che ha influenzato stilisticamente questo chitarrista, lui nelle sue note allegate ne indica tanti e probabilmente ha ragione, si sentono degli echi, ma ha un proprio stile, credo che sia piuttosto riconoscibile, ha anche un modo di suonare di quelli che mi piacciono, molta tecnica, ma rock, sanguigno, alle volte pure forse un pò impreciso (raramente), ma sicuramente mai ripetitivo e mai fuori stile o fuori groove del pezzo, con così tante note è davvero un pregio!
Anche questo pezzo segue comunque l’evoluzione degli altri ascoltati fin’ora, un lungo assolo con essenzialmente gli stessi accordi che girano sotto. Credo che questo sia un pò lo stile di tutto l’album.
‘T Funk L.A.’ ottimo cambio di stile! Dal rock al funk morbido. Questo brano è un p’ più “canzone” degli altri, pure se dominato dal suo solo che dura praticamente tutto il brano, ci sono dei punti precisi “quasi melodici”. Scorre, gradevole.
‘Cosmogony’, brano dallo stile elettrofunk, questo risente un pò di più della monotonia del solo che dura tutto il brano, anche se ripeto, è un chitarrista molto bravo.
‘Universal Numbers’; torniamo al rock, quello dalle belle armonie, dal suono largo, io avrei chiamato come ospite qualcuno tipo David Coverdale o Glenn Huges, un cantante importante, ce ne sono pure a Roma di bravi. Bel brano, peccato che la chitarra non disegni una armonia ben precisa.
Su ‘Captain Alien’ ottimo riff, ma vale quello che ho scritto sopra. Bellissimo il cambio centrale!
‘Rock & Mia’ un pò pazzoide il suono della chitarra, su questo brano sullo stile di Frank Zappa.
‘Back On the Funk’ lo dice la parola stessa! Torna sulle ritmiche funk. Anche qui il suono è un pò pazzoide, bello il lavoro del basso elettrico, che da quello che apprendo ha suonato lui stesso.
‘Taarna’ e ‘Rock’n’Roll Riot’ chiudono l’album. Il primo è un lentone il secondo uno swing-rock con un’ottima progressione di accordi.
Sono abbastanza perplesso, dovessi esprimere un giudizio affrettato dire che questo album è stato finito di fretta; e si perché le basi sono ottime, bei giri di accordi, bei riff, ma poi sembra che i pezzi siano stati chiusi così come erano. Poi leggendo tra le note mi rendo conto che Wes T fa tutto lui, quindi la fretta non c’entra nulla…. Probabilmente era sua intenzione fare un album dove si mettessero in mostra solo le sue innegabili doti solistiche: peccato perché sviluppando i pezzi con dei temi, con delle strutture ben precise questo lavoro sarebbe stato un gran lavoro!
Ripeto solisticamente bravissimo, si sente che è ispirato dai bravi chitarristi: da Eddie Van Halen in primis, ma anche da Frank Zappa o Hallan Holdsworth, a Joe Satriani.
Stilisticamente a livello di basi ritmico/armoniche passa dall’hard rock al funk alle ballad con tranquillità e maturità, ma questo è, e mi dispiace molto, un lavoro a metà.
1- What I Feel For You In Love
Fondatore di Suoni Distorti Magazine e motorheadbanger.