SUICIDAL TENDENCIES – 13
Sembra difficile esternare qualcosa che non sia stato già scritto sull’ultimo lavoro dei Suicidal Tendencies: questo nuovo “13” (numero che si richiama ad una precisa numerologia della band) è un misto di crossover, punk hardcore, funky, sfuriate thrash metal, quintali di groove e chissà che altro ancora. Della band, che non rimane nessun altro della formazione originale che non sia, praticamente, Mike Muir, si è parlato come accennato all’inizio diverse volte, a volte esaltandone i pregi (i primi album puramente hardcore, il capolavoro ‘How Will I Laugh Tomorrow‘ contaminatissimo col metal) e difetti (alcune uscite più recenti che hanno fatto storcere il naso ai fan della prima ora): bando alle discussioni, per una volta, perchè con questo ’13’ i nostri eroi sono tornati, e mostrano di essere più in forma che mai.
Il gruppo di musicisti Muir (voce dall’alto dei suoi cinquant’anni suonati, bontà sua), Pleasants, Santora (chitarre), Williams (basso) e Moore (batteria) propone un suond fresco, moderno e splendidamente prodotto, roba da far impallidire le performance presenti sui dischi storici a mio parere, e ricco di trovate originali capaci di tenere viva l’attenzione dell’ascoltatore fino all’estremo. A partire dalle bombe ad orologeria come ‘Smash It!‘ e ‘This Ain’t A Celebration‘, il disco è un susseguirsi di sussulti, assoli vertiginosi, salutari break-down, melodia, potenza e suggestioni che si richiamano esplicitamente ai fasti del passato (‘Till My Last Breath‘ è moderna e coerente con il passato della band al tempo stesso: sta girando incessantemente tra i miei ascolti più frequenti da diverse settimane). Il bello di 13, secondo me, è quello che riesce a bilanciare questa produzione – che un po’ tutti si aspetterebbero da loro, probabilmente – con episodi più melodici e rallentati, che riescono comunque a non risultare melensi (la conclusiva ‘This World‘).
Resta spazio, quindi, ancora oggi, per l’hardcore suonato come si deve, che rifiuta qualsiasi schematismo passivamente old-school destreggiandosi con la vera arma in più della band: saper suonare, anche se suona banale, con grande attitudine e con la rabbia sincera di un gruppo di ipotetici ventenni. Spero di aver reso l’idea di un disco a mio avviso davvero devastante, una delle uscite forse più promettenti dell’anno in corso, assieme a (speriamo bene…) quella dei Black Sabbath: chissà che il titolo in comune, 13, non possa davvero portatore di ulteriori buone notizie in ambito delle band storiche. Per la cronaca ’13‘ dei Suicidal Tendencies si richiama al numero di brani dell’album, al fatto che sia il primo LP dopo 13 anni, ovviamente al netto del conteggio degli album (considerando uscite meno note come Controlled by Hatred/Feel Like Shit…Déjà Vu, Still Cyco After All These Years, Six the Hard Way e No Mercy Fool!/The Suicidal Family) e, giusto per i più sbadati, fa riferimento all’anno in corso.
Da ascoltare ad ogni costo o, se preferite (dato che fa molto più anni 80)… “buy or die“!
A cura di Salvatore Headwolf
- Band: Suicidal Tendencies
- Titolo: 13
- Anno: 2013
- Etichetta: Suicidal Records
- Genere: Crossover Thrash
- Nazione: USA
Tracklist:
- Shake It Out
- Smash It!
- This Ain’t A Celebration
- God Only Knows Who I Am
- Make Your Stand
- Who’s Afraid?
- Show Some Love…Tear It Down
- Cyco Style
- Slam City
- Till My Last Breath
- Living The Fight
- Life… (Can’t Live With It, Can’t Live Without It)
- This World
Ingegnere per passione, consulente per necessità, insegno informatica. Secondo capo-redattore e supporto tecnico di SDM.