Secondo album in studio per gli statunitensi Skelator che sorprendono ancora una volta per la capacità di fare Epic/Heavy Metal. Lo fanno con un concept album dal monicker ‘Agents of Power’, molto valido nel suo genere, basato sui racconti fantasy di Michael Moorcock e più precisamente su quello di “Elric di Melniboné” comprensibile fin dall’osservazione dell’art cover che mostra il principe Elric eretto sul suo drago, in procinto di usare la sua spada nella grande battaglia.
La prima traccia dà il titolo all’album e l’alternanza dello scream al clean abitua subito l’orecchio a un heavy che sa molto di speed; frutto della grande influenza di band quali Slayer, Black Sabbath, Judas Priest e Dio. La cavalcata di chitarra e basso è affiancata dagli efficienti,ma non invasivi cambi di tempo della batteria, perfetta per introdurre i quattro cavalieri pronti a combattere nell’universo uniti nel caos e divisi dalla legge. Si passa a ‘The Gates of Thorbadin’ in cui la voce è particolarmente coinvolgente anche grazie ai cori i quali, sormontati dai soli delle chitarre, hanno il potere di creare la vera e propria atmosfera tipica del genere. Seguono ‘Dream Dictator’ e ‘Rhythm of The Chain’ dal groove tipicamente Iron Maiden. La vera e propria storia inizia da qui,con un’overture che precede la sesta traccia, ‘Elric The Dragon Prince’ e presenta il protagonista.
D’ora in poi il tema del songwriting è completamente dedicato al racconto fantasy e ai suoi personaggi.
Elric è l’ultimo imperatore di Melniboné, è fragile e disilluso, ma unicamente capace di provare sentimenti. Con il passare degli anni e a causa di numerose battaglie, il suo regno si è ridotto alla sola capitale ovvero l’Isola del Drago, minacciata costantemente da invasioni di popoli interni ed esterni. Gli stessi abitanti sono gli unici a potersi vantare dell’aiuto in combattimento dei draghi e sono devoti ai Signori del caos.
In questa traccia ,una voce narrante assecondata dalla batteria elogia la figura di Elric e introduce quella di Arioch, eterno patrone dei melniboneani, duca di spade e delle sette tenebre, tra i più potenti dell’Inferno che, come in ogni storia che si rispetti, aspira al trono.
Convinzione supportata dalla gloria della chitarra.
Ecco che inizia la traccia successiva ‘Pulsing Cavern’ con la voce stessa della caverna, luogo che dà protezione alle due spade magiche forgiate dal Signore del chaos. Spade potentissime e leggendarie descritte nell’ottavo brano che porta i loro nomi: ‘Stormbringer and Mournbalde’. La prima verrà affidata a Elric inconsapevole di ciò che il destino ha preparato per lui. Infatti il racconto prosegue con la successiva ‘The Young Kindoms’ tra le epiche ed eccellenti esibizioni delle chitarre. Lo scontro tra le forze del caos e quelle della legge è ormai iniziato, in gioco le sorti del mondo successivo, ed Elric scopre di essere il campione prescelto per combattere questa eterna battaglia.
Un acuto iniziale introduce ‘The Dark Tower’ in cui, ancora una volta, ritmiche, distorsioni, swing e riff vengono eseguiti alla perfezione accompagnati dalla batteria mai fuori posto. Impugnerà per sempre Storm Bringer per mezzo della quale ucciderà, senza accorgersene, il suo unico amore Cymoril, sua cugina amata da sempre e sorella di Yyrkoon alla quale è dedicata l’undicesima traccia omonima.
Un riff classico e delicato, ma allo stesso tempo triste e affranto fa da tappeto alla tragica notizia, si aggiunge la chitarra che abbandona lo speed e fa ingresso una batteria modulata in modo da sottolineare la tragicità.
Il nostro eroe viene pervaso di ira e rabbia, si rivolge dunque ad Arioch con un grido altisonante che fa da intro alla seguente ‘Rubble and Ash’, dal sound sostenuto e potente. Batteria blastata e chitarre in cerca di gloria sovrastate dalla versatilità impressionante della voce chiudono la dodicesima traccia.
Il destino di Elric è ormai segnato:inizia così a vagare nel cosmo con il solo scopo di uccidere e scappare tradendo il regno alla ricerca delle risposte ai suoi interrogativi;tema centrale di ‘Fate the Dreadful Curse’ adagiato sul mood classico e lento della chitarra attribuito al momento di riflessione sul Fato accompagnato da una batteria leggera. Dopo la riflessione vi è la resa dell’eterno guerriero che accetta il suo destino e in ‘Elric The Kinslayer’ l’esplosione di riff e controriff vanno di pari passo con il modus operandi di guerreggiare del protagonista e solo ora si scopre la maledizione della sua spada nera.
Infatti Stormbringer, essendo stata creata dai Signori del caos è l’artefice del Fato di Elric: è lei a spingere il guerriero in battaglia, assetata di sangue risucchia le anime delle vittime e riversa la loro energia in chi la impugna.
Il testo di
‘Bane of The Black Sword’ richiama questo passaggio della storia con l’alternanza di cavalcate delle chitarre che, per l’occasione, mostrano il lato più lead per poi intensificarsi e velocizzarsi fino a rendersi protagoniste grazie agli assoli sempre diversi. Si giunge all’outro che chiude degnamente questo interessantissimo lavoro firmato Skelator.
A cura di Benedetta Kakko Delli Quadri
Band: Skelator
Titolo: Agents Of Power
Anno: 2012
Etichetta: Metal On Metal Records
Genere: Epic Metal – Speed/Heavy Metal
Nazione: U.S.A.
Tracklist:
1- Agents of Power
2- Gates of Thorbadin
3- Dream Dictator
4- Rhythm of The Chain
5- Overture
6- Elric The Dragon Prince
7- Pulsing Cavern
8- Stormbringer and Mournblade
9- The Young Kingdoms
10- The Dark Tower
11- Cymoril
12- Rubble and Ash
13- Fate The Dreadful Curse
14- Elric the Kinslayer
15- Bane of The Black Sword
16- Outro
Lineup:
Jason Conde-Houston – voce
Robbie Houston – chitarra
Rob Steinway – chitarra
Zach Palmer – basso
Patrick Seick – batteria
Website
Fondatore di Suoni Distorti Magazine e motorheadbanger.
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