Quattro chiacchiere con i TROMBE DI FALLOPPIO
Sono tornati a farsi sentire con un nuovo album i Trombe Di Falloppio, storica band rock / metal ironico-demenziale torinese attiva dall’ormai lontano 1989. I nostri si stanno preparando all’uscita del nuovo disco ‘Padre Abarth’, da cui vi anticipammo i video di ‘Fedetz’ e ‘Subbutteo’, dopo 14 anni di silenzio discografico!
Abbiamo tediato la loro quarantena, fregandocene altamente del Coronavirus – puntandogli i microfoni – quelli del Pc, a distanza, ovviamente – e sirulandoli con alcune domande. Quello che ne è uscita fuori è una chiacchierata davvero imprescindibile, che ci ha colorato e allietato (oltre che essere uccisi dalle risate) un triste pomeriggio piovoso di primavera da segregati.
La parola a Flober e Marco Strega, rispettivamente batterista e chitarra/voce delle Trombe Di Falloppio!
(a cura di Francesco “Chiodometallico” Russo)
Ciao ragazzi, benvenuti sulle pagine di SDM e soprattutto ben tornati! Per chi ancora non vi annovera tra le proprie conoscenze, che ne dite di presentare alla gente le Trombe di Falloppio?
FLOBER: Direi che le T.d.F. sono un simpatico gruppetto di amici nato nel 1989 a bordo di una Duna bianca sulla Torino – Savona, con circa 600 date dal vivo sulle spalle da allora sino ad oggi ed ora indirizzato verso il mondo metal geriatrico.
MARCO STREGA: Abbiamo deciso di tornare sul palco appena il nostro cantante Falloppio è tornato dal lungo pellegrinaggio a Medjugorje. Ha stretto una splendida e duratura amicizia con Paolo Brosio e la sua mamma, tanto che inizialmente ci aveva proposto una svolta musicale metal cattolica alla Stryper. L’abbiamo fatto esorcizzare al San Gaetano di Regio Parco ma non è servito a niente, tanto che in Curia l’hanno addirittura passato di grado: da diacono ad esorcista. Ha preso i voti con il nome di Padre Abarth.
State per tornare in pista con il nuovo album ‘Padre Abarth’, a distanza di ben 14 anni dalla vostra ultima release ‘Piante Grasse’ del 2006. Cosa mi dite di questo nuovo lavoro?
FLOBER: Beh, personalmente mi sento molto orgoglione di questo album almeno quanto lo è la mamma di Paolo Brosio adesso di Falloppio. Un gran bel lavorone! Prodotto lentamente (4 anni) ma a ben cotto e non bruciato.
MARCO STREGA: L’età ci porta a muoverci più lentamente del solito. Ci trovavamo in studio, fumavamo l’impossibile, provavamo nuovi liquori di Medjugorje e poi ci dimenticavamo il motivo per cui ci eravamo riuniti. Ci salutavamo ed ognuno tornava alla propria magione senza aver combinato un cazzo.
Avete rilasciato di recente i video dei primi due singoli estratti, ‘Fedetz’ e ‘Subbutteo’. Come mai la scelta sull’anticipazione è ricaduta su questi due pezzi?
FLOBER: diciamo che le tracce di Fedetz e Subbuteo sono tra i brani dell’album le storie che rappresentano di più il nostro stile di vita, cioè un chiaro ma confuso ordine disordinato, con quel quantitativo di figa che non deve mancare nella dieta di ogni metallaro.
MARCO STREGA: In realtà siamo falsi metallari. Ognuno di noi ha gusti differenti: a me piace molto la composizione tardo rinascimentale, Flober è un estimatore di Stefano d’Orazio e dei Pooh, Falloppio, data la sua nuova conversione fideistica, ascolta esclusivamente canti gregoriani, Zaccaria predilige la musica popolare siciliana ed Allo conosce solo canzoni di guerra in lingua armena. Per non fare torto a nessuno abbiamo veicolato le nostre composizioni sul rock, che è un genere che nessuno di noi sa suonare. Fedetz e Subbuteo ci sono sembrati i due brani venuti meno peggio.
Guarda i video di ‘Fedetz’ e ‘Subbutteo’ QUI!
Per quanto riguarda il moniker, ‘Trombe di Falloppio’, suppongo siate grandi amanti della figa. Quanto conta per voi?
FLOBER: Beh la figa sta alle trombe quanto la bagna cauda sta ai peperoni.
MARCO STREGA: E’ una storia lunga. Ma se la storia l’è bela fa piasì cuntela. In effetti, si, se invece di T.d.F. ci fossimo chiamati con il sinonimo che hai citato e che non posso ripetere altrimenti Falloppio mi scomunica per la seconda volta, probabilmente oggi saremmo molto più ricchi e famosi di quello che siamo già.
Tornando a voi. La vostra musica resta sempre ironico-demenziale, ma non per questo scarsa di tecnica e professionalità, anzi. La band serve come valvola di sfogo o nella vita reale continuate a non prendere troppo sul serio certe cose, pensando a godersi l’attimo sfuggente?
FLOBER: Grazie a musicisti come Strega che oggi è qui in collegamento remoto causa Scoglionavirus, il livello musicale è sempre stato all’attenzione del nostro chitarrista circense, che con le sue acrobazie tra chitarra e mixer nel suo Studio domus Janas – Drogheria Musicale riesce a tirare fuori il meglio da ognuno di noi …
Ovviamente non mi riferisco alle misure!! In quel caso ognumo di noi lo esce autonomamente!!
MARCO STREGA: Ti ringrazio, sei moltro modestro (scrivilo così – n.d.t.d.f.). Essere riusciti a fondere il percorso ecumenico del verbo di Falloppio con la nostra musica ci viene molto spontaneo. Forse perché tutti e 5 abbiamo un background così diverso che quando entriamo in studio dopo 10 minuti ne usciamo. E con questo ho detto tutto e niente.
Siete attivi dal 1989, avete aperto concerti per diversi artisti, tra cui cito Sepultura, Elio e Le Storie Tese, Vinicio Capossela e Ivan Graziani. Volendo fare una sorta di resoconto di questi lunghi anni, cosa vi è rimasto particolarmente impresso e quali rimpianti (se ci sono) avete?
FLOBER: I ricordi sono tantissimi. Abbiamo vissuto gomito a gomito per tanti anni, tra alberghi, catapecchie in campeggi improbabili e appartamenti affittati per una notte dopo i concerti, serate indimenticabili! Indimenticabili anche per il fatto che abbiamo condiviso letti e camere anche quando Falloppio si nutriva – a causa della sua scelta spirituale – esclusivamente di legumi e radici e di notte generava gas saporiferi direi quasi infernali.
MARCO STREGA: Vero, tantissimi ricordi. Ma come scrive il buon Falloppio è veritiero che “Siamo quasi all’aceto, siamo già alla frutta, storia brutta, ma che cazzo, solo ieri ero un ragazzo. Ora invece è un’altra storia e ci manca la memoria”. Quindi abbiamo adottato insieme un metodo semplice e strategico per ricordarci degli eventi musicali del passato: ad esempio per ricordarci dei Sepultura agganciamo il ricordo di quando al fratello di Flober hanno portato la mobilia nuova. Ivan Graziani ce lo ricordiamo perché è stato lo stesso giorno in cui Allo ha venduto due dei suoi manichini militari. Del periodo con Elio ci ricordiamo poco se non delle sue sopracciglia incolte e delle vhs porno del Faso. A parte gli scherzi, forse quello è stato il periodo più bello della nostra carriera musicale, abbiamo avuto a che fare con dei professionisti che ci hanno mostrato ed insegnato come fare bene questo lavoro. Comunque Vinicio Capossela è un metallaro, ne abbiamo le prove.
Com’è cambiata la “scena” rock/metal dai vostri primi passi ad oggi? Pensate che tra le tante evoluzioni si sia perso qualcosa o vi ci ritrovate?
FLOBER: All’epoca i locali si scannavano per averci, ora ci pagano per allontanarci. Ironia a parte, il mondo del Rock è cambiato per quanto riguarda il live, ma le anime metalliche stanno contagiando benevolmente anche le nuove generazioni. Io sono fiducioso.
MARCO STREGA: Nei primi anni 90 siamo arrivati a fare quattro date alla settimana, suonavamo ovunque, dalle piazze ai locali, dai cortili ai nosocomi. Oggi è diverso: per quanto ci riguarda questo periodo di latitanza di certo non ci ha giovato, anzi… La gente si dimentica e devi ricominciare tutto da capo. Però devo dire che facciamo ancora breccia nei cuori di chi ci ricorda e nelle nuove generazione che dal vivo ci riscoprono.
Riprendendo a parlare del nuovo ‘Padre Abarth’, cosa ci dovremo attendere dall’album e cosa rappresenta per voi questo ritorno?
FLOBER: Beh, ci siamo impegnati molto per preparare un live coinvolgente che consenta allo spettatore una facile digestione e una diuresi corretta, quindi invito il nostro pubblico a seguire il nostro sito e non mancare ai prossimi concerti, l’assenza potrebbe causare agli stessi gravi dolori addominali, alle donne potrebbe causare ritardi alle mestruazioni con conseguente panico dei fidanzati.
MARCO STREGA: Giusto. Perché lo spettacolo è importante, lo diceva anche Antonio Currenti – che per chi non lo sapesse è stato il primo batterista siciliano degli Ac/Dc che dava pastina a Phil Rudd, Chris Slade e Simon Wright messi insieme – e noi siamo portavoci del suo verbo, in quanto pupi siciliani.
Giunti in dirittura d’arrivo, avete lo spazio che desiderate per aggiungere qualcosa che magari non vi ho chiesto, e che ci tenete ad esprimere…
FLOBER: Mi piacerebbe ritrovare la pallina magica Silly Putty, un ricordo del’infanzia, come l’odore delle cabine delle spiagge dove ho avuto le mie prime esperienze sessuali con me medesimo.
MARCO STREGA: Io vorrei che tutte le persone di buona volontà cominciassero a praticare l’Aikido. Perché l’Aikido è importante, quasi come lo spettacolo, ma non importante come Antonio Currenti.
Momento dei saluti, sigh!
Trombettoni è stato un piacere potervi ospitare su SDM. Augurandovi ancora tante cavalcate sonore, a suon di “Tromba”, lascio a voi la conclusione (senza alcuna censura!). A presto!!!
FLOBER: Direi che siamo il gruppo adatto a collegare il mondo del Rock degli anni 70 al rock del 71, quindi chi non ne fosse a conoscenza non può mancare di seguire questo gruppetto di anziani torinese.
MARCO STREGA: Vi aspettiamo ovunque ai nostri concerti. Intanto seguiteci sui socials e sul nostro sito www.trombedifalloppio.it, potreste scoprire che la vostra giornata potrebbe andare peggio.
Intervista a cura di Francesco “Chiodometallico” Russo, con la collaborazione di Pino “Zio Sid” Panetta
Fondatore di Suoni Distorti Magazine e motorheadbanger.