PAIN BEFORE DYING – World in flames
Può mai il Cilento dare musicalmente alla luce un gruppo che sembra essere cresciuto tra i sacri ghiacci del metal più scandinavo che ci sia? La risposta è si grazie ai Pain before dying. Un mix tra death/black metal e hardcore con qualche spruzzata di thrash qua e là a condire il tutto. ‘World in flames’ rappresenta la loro seconda demo dopo ‘suffer and perish’. Il gruppo presenta uno schema strumentale così suddiviso: voce, chitarra ritmica, chitarra solista (oltre che back vocals), basso e batteria. Questa loro ultima fatica contiene 5 pezzi. Il primo rappresenta l’intro vero e proprio della demo. Base cupa, ambientazioni tetre, corvi che volteggiano, il tutto nel bel mezzo di uno scenario che sa molto di film alla Mario Bava, con tanto di grido horrorifico nel finale. Il secondo pezzo ‘a fucking life’ presenta un riff di chitarra in puro stile melodic death metal. In seguito dopo un vigoroso cadenzato, il brano entra nel pieno con un ritornello che dire orecchiabile è riduttivo (non ve lo toglierete facilmente dalla testa, ve lo assicuro) e che ricorda molto vagamente lo stile dei Children of Bodom , anche se una scala
verso il basso e senza ovviamente la presenza della tastiera che da sempre contraddistingue l’operato dei 4 bellimbusti autori di ‘Follow the reaper’. Inoltre, l’andamento melodico sopraccitato, è intervallato da un concitato arpeggio della chitarra solista a metà tra l’hardcore ed il brutal death ( se avete presente il riff frenetico che precede il finale di ‘immortally condemned’ dei Suffocation avrete bene in mente di cosa io stia parlando). Nel giungere al termine il pezzo confluisce verso una ritmica più cupa possente e cadenzata, accompagnata da un basso parecchio sporco e che termina con un vero e proprio incidere da marcia. Possiede vagamente delle sonorità vicine ad un black metal cadenzato. In merito alla parte finale di questo pezzo, rappresenterà lo schema delle parti finali anche degli altri 3 di pezzi. Successivamente ci troviamo dinanzi a ‘in silence’. L’attacco è rappresentato dal pizzicare del plettro sulla corda che ricorda l’intro di yellow line transfer dei pig destroyer, il pezzo cavalca ritmi thrash/black molto Bathory primi tempi e prende foga proseguendo verso la classica veemenza screameggiante. Un assolo di chitarra fa da sottofondo ad una melodia death in chiave sinfonica, alternando parti furiose ad altre più ragionate. Si conclude con l’usuale cadenzato parecchio possente tra spezzoni in growl ed altri in scream. Lo scenario cambia, ci troviamo nel bel mezzo di una guerra e ci si avvicina sempre di più alla zona calda del conflitto. I colpi si fanno sempre più incessanti, le sirene stridulano sempre più forte. Si sta avvicinando l’inizio, strumenti alla mano, di ‘world in flames’ il quarto pezzo nonché quello che dà il titolo alla stessa demo; il pezzo che più mi ha colpito, il più martellante. Presenta infatti delle sonorità parecchio più incisive. Lo scenario bellico si interrompe bruscamente lasciando spazio ad un ritmato non scatenato ma alquanto vigoroso e potente, a metà tra Suffocation e Malevolent Creation che sfocia in una parte parecchio frenetica. Uno stop and go e poi si riprende con una mitragliata brutal che è un piacere, introdotta da una serie di riff possenti e decisi. Dopo una manciata di secondi di pausa si fa largo una cavalcata di puro thrash appenna accennata che ricorda, dopo numerosi ascolti, una certa influenza degli imperituri Testament. Poi si va di chiusura lenta e solenne come da copione, accompagnata dal cantato in growl con parti alternate in scream e introdotta dal solito riff frenetico, che non è mai mancato all’appuntamento con le parti lente dell’intero brano. L’ultimo pezzo si chiama ‘this is madness’. Il secondo pezzo che ha catturato la mia attenzione a causa del suo andamento, più cupo rispetto agli altri brani della demo. L’incessante martellamento sulle percussioni della batteria fa da trampolino di lancio al consueto giro death e ad un andamento (chitarra ritmica più batteria) quasi solenne, parecchio doomeggiante, meno frenetico e più crudo, con l’aggiunta nel proseguo del pezzo stesso di svariati cambi di passo. Immancabile il finale con andatura lenta, anche se rispetto alle precedenti tracce è meno pronunciato e viene accompagnato dall’assolo della chitarra solista. In sostanza possiamo dire che i cilentani Pain Before Dying hanno una loro idea di musica ben precisa, anche se in un full-lenght dovrebbero cercare di variare di più lo schema pezzo per pezzo. Confluire verso il mondo del brutal vero e proprio non sarebbe un’idea mica male, in quanto da un punto di vista della timbrica musicale hanno tutti i mezzi per farlo. Le influenze hardcore del gruppo si vedono (o meglio si sentono) tutte, anche se rispetto al loro precedente lavoro, questo ‘World in flames’ rappresenta, musicalmente parlando, un qualcosa di più tetro e spietato. La loro amalgama di stili è abbastanza godibile cosiccome i loro frequenti cambi di ritmo. C’è da dire però che talvolta i riff death più di natura melodica (vedi ad esempio l’incessante giro armonico di chitarra presente in ‘a fucking life’), sono così orecchiabili da sembrare a volte sin troppo scontati. La lunghezza dei pezzi si attesta su di una media di 5 minuti. Dovrebbero tentare di estendere il minutaggio di quest’ultimi ad un qualcosa di più sostanzioso. Politica questa più che plausibile visto il loro genere crossover, e che andrebbe magari a cozzare col solito standard lettore mp3 ovverosia pezzi brevi e da passo svelto (per la serie, riprendiamoci il gusto di ascoltare musica). A livello di voci ci siamo. Il growl è possente, lo scream è espressivo. Per essere una demo, questo ‘Sea of madness’ nel complesso rappresenta un discreto lavoro, abbastanza variegato a livello di generi musicali toccati e contraddistinto da un groove possente e cattivo. In ultima analisi non posso far altro che dire a tutti gli appassionati del genere, di seguire e supportare le band italiane del panorama musicale borchiato.
verso il basso e senza ovviamente la presenza della tastiera che da sempre contraddistingue l’operato dei 4 bellimbusti autori di ‘Follow the reaper’. Inoltre, l’andamento melodico sopraccitato, è intervallato da un concitato arpeggio della chitarra solista a metà tra l’hardcore ed il brutal death ( se avete presente il riff frenetico che precede il finale di ‘immortally condemned’ dei Suffocation avrete bene in mente di cosa io stia parlando). Nel giungere al termine il pezzo confluisce verso una ritmica più cupa possente e cadenzata, accompagnata da un basso parecchio sporco e che termina con un vero e proprio incidere da marcia. Possiede vagamente delle sonorità vicine ad un black metal cadenzato. In merito alla parte finale di questo pezzo, rappresenterà lo schema delle parti finali anche degli altri 3 di pezzi. Successivamente ci troviamo dinanzi a ‘in silence’. L’attacco è rappresentato dal pizzicare del plettro sulla corda che ricorda l’intro di yellow line transfer dei pig destroyer, il pezzo cavalca ritmi thrash/black molto Bathory primi tempi e prende foga proseguendo verso la classica veemenza screameggiante. Un assolo di chitarra fa da sottofondo ad una melodia death in chiave sinfonica, alternando parti furiose ad altre più ragionate. Si conclude con l’usuale cadenzato parecchio possente tra spezzoni in growl ed altri in scream. Lo scenario cambia, ci troviamo nel bel mezzo di una guerra e ci si avvicina sempre di più alla zona calda del conflitto. I colpi si fanno sempre più incessanti, le sirene stridulano sempre più forte. Si sta avvicinando l’inizio, strumenti alla mano, di ‘world in flames’ il quarto pezzo nonché quello che dà il titolo alla stessa demo; il pezzo che più mi ha colpito, il più martellante. Presenta infatti delle sonorità parecchio più incisive. Lo scenario bellico si interrompe bruscamente lasciando spazio ad un ritmato non scatenato ma alquanto vigoroso e potente, a metà tra Suffocation e Malevolent Creation che sfocia in una parte parecchio frenetica. Uno stop and go e poi si riprende con una mitragliata brutal che è un piacere, introdotta da una serie di riff possenti e decisi. Dopo una manciata di secondi di pausa si fa largo una cavalcata di puro thrash appenna accennata che ricorda, dopo numerosi ascolti, una certa influenza degli imperituri Testament. Poi si va di chiusura lenta e solenne come da copione, accompagnata dal cantato in growl con parti alternate in scream e introdotta dal solito riff frenetico, che non è mai mancato all’appuntamento con le parti lente dell’intero brano. L’ultimo pezzo si chiama ‘this is madness’. Il secondo pezzo che ha catturato la mia attenzione a causa del suo andamento, più cupo rispetto agli altri brani della demo. L’incessante martellamento sulle percussioni della batteria fa da trampolino di lancio al consueto giro death e ad un andamento (chitarra ritmica più batteria) quasi solenne, parecchio doomeggiante, meno frenetico e più crudo, con l’aggiunta nel proseguo del pezzo stesso di svariati cambi di passo. Immancabile il finale con andatura lenta, anche se rispetto alle precedenti tracce è meno pronunciato e viene accompagnato dall’assolo della chitarra solista. In sostanza possiamo dire che i cilentani Pain Before Dying hanno una loro idea di musica ben precisa, anche se in un full-lenght dovrebbero cercare di variare di più lo schema pezzo per pezzo. Confluire verso il mondo del brutal vero e proprio non sarebbe un’idea mica male, in quanto da un punto di vista della timbrica musicale hanno tutti i mezzi per farlo. Le influenze hardcore del gruppo si vedono (o meglio si sentono) tutte, anche se rispetto al loro precedente lavoro, questo ‘World in flames’ rappresenta, musicalmente parlando, un qualcosa di più tetro e spietato. La loro amalgama di stili è abbastanza godibile cosiccome i loro frequenti cambi di ritmo. C’è da dire però che talvolta i riff death più di natura melodica (vedi ad esempio l’incessante giro armonico di chitarra presente in ‘a fucking life’), sono così orecchiabili da sembrare a volte sin troppo scontati. La lunghezza dei pezzi si attesta su di una media di 5 minuti. Dovrebbero tentare di estendere il minutaggio di quest’ultimi ad un qualcosa di più sostanzioso. Politica questa più che plausibile visto il loro genere crossover, e che andrebbe magari a cozzare col solito standard lettore mp3 ovverosia pezzi brevi e da passo svelto (per la serie, riprendiamoci il gusto di ascoltare musica). A livello di voci ci siamo. Il growl è possente, lo scream è espressivo. Per essere una demo, questo ‘Sea of madness’ nel complesso rappresenta un discreto lavoro, abbastanza variegato a livello di generi musicali toccati e contraddistinto da un groove possente e cattivo. In ultima analisi non posso far altro che dire a tutti gli appassionati del genere, di seguire e supportare le band italiane del panorama musicale borchiato.
A cura di Andrea ‘Il Grezzo’
Band: Pain Before Dying
Titolo: World in flames
Anno: 2011
Etichetta: Nessuna
Genere: Death/Black Metal/Hardcore/Thrash
Nazione: Italia
Tracklist:
1- Intro
2- A fucking life
3- In silence
4- World in flames
5- This is madness
2- A fucking life
3- In silence
4- World in flames
5- This is madness
Lineup:
Nicola Stifano – lead vocal
Dario Cirillo – guitar and backing vocals
Alessandro Valletta – guitar
Giuseppe Pica – bass
Leonardo Romano – drums
Fondatore di Suoni Distorti Magazine e motorheadbanger.