MOMBU – Niger
Dei Mombu non smetto mai di stupirmi. Un suono così grosso, così alieno e alienante lo trovo raramente: nei cugini Zu, forse, in qualche lavoro di Patton, ma difficilmente riesco a pensare a qualcosa di simile. Senza aggiungere che sono in due, sax baritono e batteria.
A loro piace definirsi Afro Grind e qualche volta dicono anche di fare Voodoom e, in un mondo in cui spesso si sceglie prima l’etichetta e poi la musica, loro sono tra i pochi che riescono davvero a suonare un qualcosa e a chiamarlo nel modo giusto: afro, perché dell’africa nera recuperano la mitologia sciamanica del rito, dell’ossessiva ripetitività ritmica e dell’ascesa mistica verso l’estasi; grind, perché non svestono neanche per un secondo l’abito della forza, della violenza sonora e della musica estrema.
Quello che ne esce è uno dei punti d’incontro tra culture più originali mai visti: spesso si hanno contaminazioni con il vicino oriente (vedi gli Om o la mastodontica opera di Zorn e della sua Masada), altre volte sono le sonorità balcaniche a farla da ospite (gli Area), ma difficilmente qualcuno era riuscito a fondersi con l’africa nera e con la ritualità della sua musica. Qua i Mombu arrivano, prendono il jazz-core che avevano imparato a creare nei gruppi di partenza (Zu e Neo) e lo annegano nel fiume Niger, cavando fuori questo secondo disco.
‘Niger’, appunto, come il lungo fiume che attraversa l’africa occidentale incurvandosi fino ai confini del Sahara: ed è in questa atmosfera afosa e soffocante che i ritmi ossessivi del primo brano, scandito da un ruggente sax baritono e da una batteria incalzante.
Uno degli elementi più interessanti è sicuramente la capacità di costruire texture ritmiche a partire da uno strumento armonico come il sax e, sul climax che genera l’intreccio con la batteria, saper inserire richiami melodici e dissonanti, quasi come grida di estasi nella vibrante crescita sonora. I primi tre pezzi sono così: intrecci ritmici, percussioni intonate, sferzate di sax e mucchi sonori.
Ci sono anche i chitarroni, ‘Mighty Mombu’, i gorgheggi africani su xilofoni tribali, ‘Carmen Patrios’ e le evocazioni di spiriti infernali, ‘The Devourer Of Millions’. C’è di tutto, per l’appunto.
Fatevi travolgere da uno degli act sperimentali più freschi, innovativi e sorprendenti della penisola italica. E dimenticatevi di frasi tipo “la musica in Italia è ferma”: probabilmente corre più veloce di voi.
a cura di A. Premoli
- Band: Mombu
- Titolo: Niger
- Anno: 2013
- Etichetta: SubSound Records
- Genere: Sperimentale/Jazz-core/Afro Grind/Voo Doom
- Nazione: Italia
Tracklist:
- Niger
- 667 A Steap Ahead Of The Devil
- Adya Houn’ To
- Mighty Mombu
- Carmen Patrios
- Seketet
- Devourer Of Millions
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