MALE DI GRACE – Tutto è come sembra
Che energia questi ragazzi!!!
“Il Male di Grace” questo è il nome della band di ragazzi milanesi. Senza troppi giri di parole devo dire che il loro lavoro s’inserisce molto bene in quel filone di rock italiano definito “indipendende”, purtroppo in questo genere l’accostamento/paragone coi Marlene Kuntz o gli Afterhours è più o meno automatico, più che altro dal lato del cantato in italiano che spesso è difficile da coniugare con del rock che parte dai Sonic Youth, anche se sembra che le chitarre in questione escano più direttamente dagli Zeppelin o dai Sabbath.
Quello che quindi ne scaturisce è questa nuova forma di musica probabilmente molto italiana e che sicuramente prende le mosse da quello che i gruppi di inizio/metà anni 80 combinavano nelle cantine, come quella in via De Bardi, o come quella sulle Madonie, mentre Venivano a cercar Carbone. O quella della Fiumana. (Per chi non sapesse di cosa parlo: Litfiba, Denovo, Diaframma).
Ho detto questa cosa per due motivi, il primo è che credo sia giusto rendere giustizia a chi ha contribuito alla nascita del rock indipendente in Italia, facendo veramente un gran bel lavoro al fine di creare un mix tra le sonorità anglosassoni e testi in italiano, creando così un nuovo tipo di linee melodiche: basti pensare che il primo singolo dei Litfiba è stata una cover di Bowie (Yassasin) e che i Denovo erano spesso accostati ai Beatles per l’uso delle due voci (Luca Madonia e Mario Venuti per l’appunto). Quello che un po’ mi spiace è che in questo tipo di sound si siano perse quelle sonorità mediterranee che erano spesso presenti negli album di quelle band. “Istanbul” dei Litfiba rappresenta secondo me il pezzo ideale del periodo: quando attacca sembrano i Duran Duran di “Save a Prayer” e chi le conosce entrambe sa che non dico una blasfemia, poi le voci arabe, la voce di Pelù così particolare, quel basso martellante e poi quel testo…
Il secondo motivo per cui mi sono dilungato sulle band ’80 italiane è che conosco poco e niente dei Marlene Kuntz, anche se li ho visti in concerto almeno tre, quattro volte e non sono proprio un’estimatore degli Afterhours!!
‘Tutto è Come Sembra’ che è il titolo dell’album in questione, scorre veramente in maniera tranquilla, le sonorità sono piuttosto simili in tutti i brani, segno che i ragazzi sono coesi e hanno le idee piuttosto chiare. Il sound è piuttosto grezzo, non intendo suonato male, anzi ci sono degli intrecci tra le chitarre molto belli, basso e batteria sono molto precisi e nonostante tutte le note suonate non ci sono mai accozzaglie nell’armonia, segno che questi ragazzi hanno fatto veramente un buon lavoro. Le voci poi sono usate davvero molto bene, mischiate tra loro con ottima maestria. Con sound grezzo intendo rock… basso, chitarra e batteria, con gli stessi suoni dall’inizio alla fine, senza effetti particolari e senza fronzoli! Proprio come piace a me!
I brani che spiccano sono: ‘Anni Luce’ che è il brano di apertura, e che è praticamente il sunto di tutto l’album, nel senso che si alternano atmosfere più pesanti ad sonorità più morbide e pacate. I suoni come dicevo prima sono già gli stessi che si sentiranno per tutto il resto del lavoro e già sono presenti gli intrecci delle chitarre e delle voci. Le chitarre mi piacciono, particolarmente, (perdonatemi il difetto, ma sono un chitarrista… ) mi ricordano quei bei suoni di fine anni 70, corposi, due take e via..
‘Il Paracadutista Equino’ è un brano strumentale, come non se ne sentivano da tempo, prima si usava spesso inserire brani strumentali, poi sembra si sia persa questa tradizione. Questo brano è un bel concentrato di riffs. Non so se l’accostamento a Tony Iommi sia gradito al chitarrista in questione…
‘Scena Tragica’ è il brano che preferisco, potente, ma fermo!
‘Male di Grace’ mi piace molto, il riff sembra un blues suonato da darkettoni inglesi, va ascoltato! Il brano poi si evolve in maniera cupa.
Da segnalare la presenza di Mario Lalli, musicista americano, tra quelli preferiti dalla band, che gli ha fatto l’onore di apparire in ‘Ninna Nanna per Grisù’ versione Surf, anche questo esperimento strano, praticamente intrecci di chitarre cupi su di un ritmo di batteria che in realtà dovrebbe essere allegro… qualcosa alla Tarantino per intenderci! Da ascoltare!
Sicuramente una band ed un album da ascoltare e tenere sott’occhio.
1- Anni Luce
2- Il Condannato
3- Disfatta
4- Dolce Miele
5- Il Paracadutista Equino
6- Scena Tragica
7- Tentazione
8- Ninna Nanna Per Grisù
9- Ai Confini
10- Male di Grace
11- Ninna Surf
Dave – chitarra, voce e basso
Vale “The Badass” – chitarra e basso
Dado – chitarra, basso e voce
Fondatore di Suoni Distorti Magazine e motorheadbanger.