MAD MAZE – Frames Of Alienation

MAD MAZE – Frames Of Alienation

Agendo come una novella macchina del tempo, una sorta di Delorean tascabile, il mio i-pod mi catapulta nel 1986, esattamente nella Baia di San Francisco, U.S.A. 

Ad attendermi, trovo i Madmaze, band del modenese totalmente devota nelle sonorità, nel look e nel logo a quel Thrash Metal potente ma tecnico, distruttivo ma melodico che, partendo per l’appunto dalla Baia statunitense, nel giro di pochi, roventi anni sconquassò e conquistò il mondo intero. 
Dapprima noti con il monicker Absence of Light, i Madmaze nel 2011 rilasciarono l’EP ‘No Time left’, composto da 4 prezzi, di cui 3 verranno ripresi nel debutto, il qui recensito ‘Frames of Alienation’ giunto nelle nostre fameliche mani via Punishment18Records.

Thrash Metal d’annata quindi, debitore in primis di band quali Testament ed Exodus ma perfettamente calato nei nostri giorni grazie all’ottima produzione, davvero molto potente, che fa deflagrare il potenziale esplosivo di cui i Madmaze sono indubbiamente ben forniti. 

La sezione ritmica, composta da Marko Virdis alla batteria e Luca Paolini alle quattro corde, pur ricalcando gli stilemi classici del genere, si lascia apprezzare per precisione e potenza (anche se il basso è colpevolmente in secondo piano), mentre le chitarre degli shredders Alberto Baroni e Luca Venturelli si ergono ad assolute protagoniste della release, prodigandosi in arpeggi sinistri, riff schiaccia sassi, ritmiche al fulmicotone, assoli ed armonizzazioni ad alto tasso tecnico ma allo stesso tempo pregne di passione. 
Il tutto viene completato dalla buona prova del vocalist Alberto Dettori che, nonostante paghi un evidente tributo a Chuk Billy (e io aggiungerei anche a Rob Dukes dei summenzionati Exodus, l’album forse anche per la produzione mi ha più volte portato alla mente “Shovel Headed Kill Machine”) si spende senza sosta in urla ferine, passaggi in growl e parti pulite, anche se una maggiore cura delle linee melodiche vocali avrebbe decisamente fatto guadagnare appeal all’album.

Le tradizioni si rispettano dall’inizio ed ecco quindi che delle chitarre pulite ci introducono nell’universo Madmaze: pochi minuti ed un riff tritasassi si abbatte su di noi. E’ ‘Walls of Lies’ opener che serve a mettere bene in chiaro quelle che le intenzioni del quintetto. Ottimi i breaks e le aperture melodiche delle due asce, che stemperano con calate di maiuscola melodia la tensione accumulata dal resto del combo. 

Di evidente qualità ‘Sacred Deceit’, che non perdendosi in preamboli parte sparatissima con le due chitarre che disegnano scenari di un Thrash tecnico d’annata, prima che giunga forse la prestazione più convincente di Dettori mai domo per tutta la durata del brano, scaraventandoci tutta la sua versatilità, convincendoci sia nel bridge che nel chorus. 
La proclamazione della monicker-track scivola via velocemente conducendoci ad un’altra buona traccia, ‘Cursed Dreams’, con i suoi rallentamenti e improvvise ripartenza, la cui outro si trasforma nella splendida strumentale ‘Beyond’ e qui Baroni e Venturelli danno prova di un feeling notevole, alternando arpeggi e iniziative soliste pregne di pathos. 
‘Caught in the Net’ riapre le ostilità in modo marcatamente “testamentiano” mentre le conclusive ‘Lord of all that Remains’ e ‘MK Ultra’ non aggiungono nulla di nuovo, segnalandosi forse come gli unici due filler di ‘Frames of Alientaion’
Menzione d’onore per la conclusiva ‘Retrbution’ che dopo la classica sferzata Thrash metel bay area, marchiata a fuoco dalla tellurica perfomance di un Mirko scatenato in doppia casa, ci regala una inaspettata perfomance di chitarra acustica “flamencata”, soluzione che va a sottolineare e rafforzare la classe già espressa negli infiammati minuti che avevano composto l’album.

Per concludere, doverosa menzione per l’artwork creato dal geniale Ed Repka, artista che ha firmato copertine di capolavori di band leggendarie quali Death e Megadeth, come a voler benedire la devozione dei Madmaze per quell’era dorata dell’heavy metal. 

Niente di rivoluzionario da casa Madmaze quindi, stiano alla larga hipster e ricercatori della new sensation – new sound, ma se siete devoti al classico Thrash metal e se vi spaccate ancora il collo con “The Gathering”, i Madmaze di ‘Frames of Alienation’ fanno al caso vostro.
a cura di Matteo Di Leo
Band: Mad Maze
Titolo: Frames Of Alienation
Anno: 2012
Etichetta: Punishment18Records
Genere: Thrash Metal
Nazione: Italia
Tracklist:

1- Walls Of Lies
2- Sacred Deceit
3- Mad Maze
4- Cursed Dreams
5- …Beyond (Instrumental)
6- Caught In The Net
7- Lord Of All That Remains
8- MK-Ultra
9- Retribution

Lineup:
Alberto Dettori – voce
Luca Venturelli – chitarra
Alberto Baroni – chitarra
Andrea “Kase” Casari – basso
Mirko Virdis – batteria