In Memoria di Fabrizio De André (a 20 anni dalla scomparsa)
Caro Fabrizio, oggi 20 anni fa te ne sei andato silenziosamente, in punta di piedi, dopo una vita musicalmente rivoluzionaria.
Eri, sei e sarai, per le generazioni ancora a venire, quel punto di riferimento che mette tutti d’accordo, quel numero uno aldilà di tanti anonimi e mediocri a farci sentire orgogliosi della musica italiana, tu, che sei stato un po’ il Dante di una Divina Commedia che la gente all’estero continua ad invidiarci.
Personalmente, cresciuta a pane, Battisti e De André appunto, ho sempre invidiato a morte mia mamma e mio zio, che alla prima occasione scappavano di casa per correre ai tuoi concerti: io ho potuto “solo” godermi tuo figlio, esattamente un anno fa, in una magnifica reinterpretazione delle tue opere proprio nel palazzetto dello stadio sotto casa.
Che dire, inutile riassumere in poche parole la grandezza della tua musica: un’eterna sinfonia che tuttora nel 2018 ripropone temi attualissimi, pensieri e riflessioni moderne, il cui scenario complessivo tradisce l’immagine dell’italia dell’ipocrisia,del paese schiavo di un governo ridicolo, e dell’italiota medio pieno di difetti e vizi.
Cosa diresti, caro Fabrizio oggi, di questo Paese?
Forse, come tutti i Grandi, è meglio che tu te ne sia andato,lasciando un grande vuoto ed un grande silenzio, stoppato solo dall’avvio delle tue musicassette, dei tuoi cd, dei tuoi vinili.
Grazie, grazie, eternamente grazie, per farci cantare “Il Pescatore” con la chitarra davanti ad un focolare di sera in spiaggia, per farci commuovere con “La Guerra di Piero”, con “Via del Campo” o con la “Canzone di Marinella”, per farci divertire con “Bocca di Rosa”, per piangere con “Geordie”.
Grazie per farci meditare, ragionare, pensare, nelle più malinconiche delle riflessioni. Grazie, menestrello di altri tempi, per averci regalato una musica eccezionale, in un talento irripetibile che per te era semplice quotidianità.
A cura di Minerva Photography
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