I GOBLIN LEGACY avvolgono Torino, photoreport dal Magazzino Sul Po
In una fredda serata quasi invernale come quella dello scorso 24 novembre, a Torino, mi sono presentato con un netto anticipo al Magazzino sul Po, ai Murazzi. E’ stata la mia prima volta in questa location e devo ammettere che si è rivelata perfetta per lo spettacolo proposto dai Goblin Legacy.
L’evento è stato organizzato in collaborazione con la rassegna Fuori Campo 2024 ed i Goblin Legacy, uno dei progetti più significativi della storia musicale italiana, con la nuova formazione capitanata da Maurizio Guarini alle tastiere e Walter Martino alla batteria; membri storici e co-fondatori dei Goblin nel lontano 1975 ed autori delle colonne sonore di alcuni dei più grandi classici dell’horror italiano e internazionale, che hanno proposto un ricco revival dei loro successi discografici. Insieme a loro sul palco sono saliti Giacomo Anselmi alla chitarra (già membro dei Goblin Rebirth) e Roberto Fasciani al basso (attualmente con Fabio Frizzi e docente in diverse scuole di musica).
Giusto qualche cenno storico per i più giovincelli…
I Goblin sono stati il gruppo rock progressive italiano, noto per la realizzazione di colonne sonore e in particolar modo per la loro collaborazione a diversi film di Dario Argento. La band è nata da un’idea di Claudio Simonetti e Massimo Morante nel 1973. Questi registrarono alcune demo nello studio di Simonetti all’EUR e nello stesso anno, assieme all’amico produttore Giancarlo Sorbello, partono per Londra dove contattarono il produttore Eddie Offord, già famoso per aver registrato molti degli album di Yes, Gentle Giant ed Emerson, Lake & Palmer, il quale, dopo aver ascoltato le loro demo, accetta di produrre il loro album. Dopo aver ascoltato le loro musiche, Dario Argento decide di far registrare a loro la colonna sonora dell’ormai cult ‘Profondo Rosso’; che secondo il progetto iniziale avrebbero dovuto far arrangiare ed eseguire al famoso jazzista Giorgio Gaslini (che già aveva iniziato a lavorare sul film con l’orchestra). Dopo alcune discussioni con Argento, Gaslini lascia il film e Dario chiede ai ragazzi di completare il lavoro componendo i brani principali mancanti. Con Walter Martino alla batteria (al posto di Carlo Bordini), il gruppo cambia nome da Cherry Five in Goblin, passando completamente a solo brani strumentali, iniziando a registrare la colonna sonora e dunque con le tracce ‘Profondo Rosso’, ‘Death Dies’ e ‘Mad Puppet’. Nel 1975 i Goblin ottengono con questa colonna sonora il Disco d’Oro vendendo, nel solo primo anno di uscita, un milione di copie e rimanendo per cinquantadue settimane, di cui sedici al primo posto, nelle classifiche di vendita dei 45 giri e dei Long Playing.
Nell’attesa che i Goblin Legacy iniziassero a suonare al Magazzino sul Po, ho volutamente dato un’occhiata ai fan presenti in questa serata sold out da giorni ed ho notato che un pubblico piuttosto eterogeneo, che comprendeva di tutto, dai metallari irriducibili a chi di conosce i Goblin solo per le loro colonne sonore, ed ho iniziato a pensare a quanto fosse bello che i gusti musicali di tutte queste persone diverse si sovrapponessero. Non solo questo, è stato anche sorprendente vedere il range di età tra il pubblico presente, dai giovani ai 50/60enni, veramente una soddisfazione.
Inizio di concerto puntuale alle 21:30 ed ecco un primo tuffo nel passato: il gruppo esegue subito ‘Mad Puppet’ ed a seguire ‘Deep Shadow’, tratte proprio da ‘Profondo Rosso’. Seguono poi i numerosi classici tratti dalle varie pellicole horror/thriller: ‘Zombi’, ‘Tenebre’, ‘Non ho Sonno’, ‘Suspiria’… per citarne qualcuno. Ovviamente non poteva mancare l’Inno ‘Profondo Rosso’; brano memorabile, con la sua linea di basso ipnotica ed ostinata, che viene eseguita piacevolmente sul palco, vicino alla registrazione originale ma con un tocco di stile dal vivo in più, in particolare dall’intro di basso di Roberto Fasciani.
I Goblin Legacy hanno suonato per quasi due ore con una fluidità incredibile ed i brani in scaletta sono stati proposti in modo eccellente, con ben poche presentazioni delle canzoni. Sul retro palco uno schermo ha accompagnato con spezzoni delle pellicole interessate; un modo per attrarre davvero la fetta di fan presenti, principalmente per la loro familiarità con le colonne sonore dei film. Il concerto di Torino ha mostrato il gruppo in ottima forma a cinque decenni dal suo debutto.
I veterani delle colonne sonore piene di suspense hanno offerto una scaletta varia di soundtracks ed oscure tracce, tutte accolte calorosamente dal pubblico estatico. Gli elaborati paesaggi strumentali (composti da intricate texture di tastiera, assoli di chitarra selvaggi, ritmi di batteria sincopati e linee di basso melodiche) sono stati resi non solo con abilità virtuosa, ma anche con entusiasmo ed energia. La musica sembrava fresca come il giorno in cui è stata composta, non come qualcosa di riproposto per l’occasione.
Un grazie ai Goblin Legacy e al Magazzino Sul Po per l’opportunità offerta!
A cura di Pino Panetta