FOLKSTONE, SAOR PATROL, MYRATH e altri al Luppolo in Rock 2024
È la prima volta che partecipo al Luppolo in Rock di Cremona, nonostante sia arrivato alla sua sesta edizione, e per quanto mi riguarda ne sono rimasto molto entusiasta. Una organizzazione perfetta e prezzi sul mangiare e bere accessibili a tutti. Semplicemente fantastico.
Arrivo a Cremona nel primo pomeriggio del 19 luglio ed oramai, come quasi sempre capita, sono il primo ad entrare nell’area del festival. Il tempo di scambiare qualche whatsapp con il mio amico Anis Jouini, bassista dei Myrath, per poterci incontrare e salutare dopo tanto tempo, che siamo già a chiacchierare sotto un sole cocente in attesa della prima band: Uttern, un gruppo pagan folk femminile.
Le Uttern nascono con lo spirito di creare una connessione profonda con un antico sentire che anche il pubblico può vivere e far vibrare dentro di sé. Il loro è un grande rituale musicale, dove gli elementi acqua-fuoco-terra-aria si uniscono al quinto, lo Spirito, vibrante e condiviso da tutti, sopra e sotto il palco. Loro sono una realtà unica nel panorama italiano ed europeo, un gruppo di donne che, attraverso la musica, vuole riconnettersi all’antica spiritualità millenaria dell’Europa pagana. Uniscono solennità e celebrazione in un potente mix di musica pagano-sciamanica. Hanno all’attivo i due EP ‘Gudinna’ del 2018 e ‘Mediterra’ uscito lo scorso anno. È toccato a loro aprire il festival e devo dire che con la grinta di Denise Cannas alla voce e tamburi è stato un valido inizio.
Rapido cambio di palco ed ecco altri amici salire pronti per la loro performance, i Derdian; molto noti all’estero e soprattutto in Giappone. Il tempo di un veloce soundcheck ed ecco partire la possente voce di Ivan Giannini (anche frontman dei Vision Divine) iniziando con ‘Human Reset’, tratta dall’omonimo album del 2014. A seguire ‘DNA’, dall’album del 2018, e di seguito man mano altri brani della carriera dei Derdian fino al conclusivo ‘The Hunter’ del 2016 a chiudere una bellissima performance.
Ed è l’ora, finalmente, della band che aspettavo dal tempo del Covid… i tunisini Myrath con il loro spettacolo arabeggiante. Il gruppo si forma in Tunisia nel lontano 2001 con il nome di Xtazy (all’epoca erano una cover band di adolescenti) con il chitarrista e fondatore Malek Ben Arbia appena 13enne. Nel 2006 hanno cambiato il nome in Myrath, che in arabo significa “eredità”, risultando anche il primo gruppo metal tunisino a firmare per un’etichetta discografica. Ad oggi hanno all’attivo sei album, tra cui l’ultimo ‘Karma’ di quest’anno. Conosco bene i Myrath, seguendoli sin dalle prime date in Italia quando aprivano a grossi nomi tra cui i Symphony X a Milano nel 2016.
Lo sfondo del palco era tappezzato da drop arabeggianti ed ecco finalmente salire la band ed iniziare il loro concerto con la prima song ‘Into the light’, dall’album ‘Karma’. A seguire ‘Born to Survive’, ‘Dance’, ‘Child of profecy’ per arrivare ad ‘Heroes’; presente nell’ultimo album, per poi lasciare lo stage del Luppolo con la bellissima ‘Believer’. Lo spettacolo dei Myrath è stato molto coreografico con tanto di ballerina sul palco e danze arabe.
Ora siamo pronti per i Saor Patrol. La band nasce nella Scozia centrale e con il loro sound unico riuniscono i suoni del passato nel presente e lanciano il pubblico in un’esperienza emozionante e quasi tribale proveniente dal suono dei loro tamburi. Trovarsi ad un loro concerto sotto il palco non si dimentica facilmente… la sensazione di potenza che alimenta la folla e l’immagine visiva dal vivo è unica. L’energia che condividono sul palco e con il loro pubblico durante un’esibizione, con le loro vibranti melodie di cornamusa e ritmi di batteria fragorosi, hanno accontentato il pubblico presente al Luppolo in Rock. Ad aprire con i ritmi scozzesi il primo tune dal titolo ‘Ceann Motair’ ed, a seguire, i loro maggiori successi tra cui ‘Cheap Whiskey’, ‘For the clansmen’, ‘The Irish’ per poi chiudere la performance con ‘Three wee jigs’ – tra gli applausi di un pubblico caloroso.
E la serata viene chiusa dai tanto attesi Folkstone. Avevo visto i Nostri sei mesi fa ad Asti, quando dopo una “pausa birretta” lunga qualche anno hanno ripreso la strada dei concerti con un seguito di pubblico che non ha mai abbandonato la band Bergamasca. Lore, Roberta e compagni aprono la loro performance con ‘Nella mia fossa’, tratta dall’album ‘Oltre… l’Abisso’ del 2014. A seguire ovviamente i loro più grandi successi, tra pause birretta e pogo di Lore tra il pubblico presente. Peccato che durante la loro esibizione abbia cominciato a piovere a dirotto, ma che dire… il pubblico dei Folkstone non teme le intemperie e solo in pochi si sono spostati dall’area del palco! A pioggia finita si conclude lo spettacolo con tre grandi successi quali ‘Omnia Fert Aetas’, ‘Prua contro il nulla’ e ‘Con passo pesante’; e a seguire l’outro ‘Rocce nere’ mentre il pubblico, ampiamente soddisfatto, si congedava dall’area concerti.
Una serata bellissima che mi tenta al prossimo anno di partecipare a tutte e tre le date. Grazie Luppolo in Rock!
A cura di Pino Panetta