EXODUS – Exhibit B: The Human Condition

EXODUS – Exhibit B: The Human Condition

‘Exhibit B: The Human Condition’ è, ad oggi, l’ultima produzione degli Exodus, uscita sotto l’etichetta Nuclear Blast a maggio 2010, e sintesi della condizione attuale della band americana. Uno stato di gran forma, bisogna dire, anche se i fan più nostalgici rimpiangeranno ancora oggi il vecchio cantante Paul Baloff, e potrebbero precludersi l’ascolto a priori…
Bisognerebbe ammettere, una buona volta, che Rob Dukes non è da poco, e me ne sono convinto definitivamente dopo averlo sentito dal vivo qualche anno fa.

Certo, in alcuni brani l’interpretazione puo’ considerarsi un po’ forzosa (un esempio: il brano ‘Children Of a Worthless God’ del precedente disco, in cui sembra fare sforzi disumani mentre canta), ma il tempo passa ed è un dato di fatto, in ogni caso. In questo disco l’attuale cantante fornisce, a mio parere, una delle migliori interpretazioni nel panorama thrash degli ultimi anni.

Si tratta di un disco che prosegue idealmente il discorso aperto con il precedente ‘Exhibit A…’, e, se possibile, riesce a migliorarne il risultato: basta ascoltare anche solo l’intricata e diretta ‘The Ballad of Leonard and Charles’, che è tutto fuorchè una ballad (!), per rendersi conto di avere di fronte un disco di livello compositivo, oltre che di produzione, veramente eccellente.

‘Exhibit B: The Human Condition’ è il decimo album degli Exodus, ad onorare, nel bene e nel male, 25 anni di onorata carriera: un lavoro che consacra la storia della band, fatta per la verità di alti e bassi, ma sempre contraddistinta da classe e caratteristiche ben distinguibili. I testi riguardano, per larghissima parte, la consueta e “sana” carrellata di orrori di cui sono capaci di macchiarsi gli esseri umani (Leonard e Charles, ad esempio, sono due serial killer a sfondo sadico-sessuale). ‘Hammer And Life’ è, invece, un classico “never surrender” da heavy metal classico, nel quale la tipica velocità thrash cede al passo ad un mid-tempo molto incalzante. Presenti riferimenti, inoltre, alle atrocità commesse dai soldati giapponesi ai danni della città cinese di Nanking (“Sadici soldati giapponesi, 1937.. quando iniziò lo stupro”).

Testi quindi non semplicemente splatter, ma anche di una certa profondità politica, umana e sociale, peraltro accompagnati dall’idea, a mio avviso notevole, di intitolare uno dei brani conclusivi ‘A Perpetual State Of Indifference’, quasi a simboleggiare la passività con cui molti di noi accettano tali aspetti negativi: infatti il brano, non a caso, è completamente strumentale.

Da segnalare inoltre ‘Burn, Hollywood, Burn’, con un velenoso riff di apertura che diventa poi il thrash classico che tutti conosciamo, e portatore un esplicito messaggio di fondo: “Brucia, Hollywood… quando sarà finita non ci mancherai per niente”. Il difetto di fondo di “Exhibit B…”, a ben vedere, si colloca esclusivamente nella sua eccessiva lunghezza: questo a dispetto della consolidata “tradizione” che i capolavori Thrash Metal raramente superino i 45 minuti complessivi.

Francamente un’ora e un quarto di musica, sebbene tutta di grande qualità, a me è sembrata un po’ eccessiva, ed ha effettivamente scatenato una voglia insopprimibile di ascoltare qualcos’altro, tipo ‘Bonded By Blood’ (e qui esce fuori l’old school che è in me, me ne rendo conto…). In altri termini ho trovato l’ascolto piuttosto dispersivo nel suo insieme: da un lato vi sono grandissimi pezzi che valgono da soli l’acquisto del CD, ma dall’altro credo che qualche traccia di meno avrebbe giovato a snellire il tutto.

A cura di Salvatore Headwolf

  • Band: Exodus
  • Titolo: Exhibit B: The Human Condition
  • Anno: 2010
  • Etichetta: Nuclear Blast
  • Genere: Thrash Metal
  • Nazione: California – U.S.A.

Tracklist:

  1. The Ballad Of Leonard And Charles
  2. Beyond The Pale
  3. Hammer And Life
  4. Class Dismissed (A Hate Primer)
  5. Downfall
  6. March Of The Sycophants
  7. Nanking
  8. Burn, Hollywood, Burn
  9. Democide
  10. The Sun Is My Destroyer
  11. A Perpetual State Of Indifference
  12. Good Riddance

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