EARTHCRY – Where The Road Leads
Progetto veramente mastodontico quello degli Earthcry, creatura nata dalla mente geniale di Enrico Sidoti, batterista talentuoso del panorama metal italiano. Ci stiamo addentrando nell’universo del prog metal e quello che io mi accingo a recensire non è un semplice disco, ma un concept album nelle vesti di opera rock.
Partiamo dalla componente nostrana che qui è la più importante, dato che fa prendere forma al disco: Simone Mularoni (DGM), Diego Reale e Bruno Giorgi alle chitarre, Leone Villani Conte (Trick Or Treat) al basso e Tommaso Delfino alle tastiere.
Al microfono di succedono diversi cantanti, ognuno corrisponde ad un personaggio del disco. Troviamo quindi il buon Roberto Tiranti, voce storica dei Labyrinth, Mark Basile dei DGM e da oltre confine arriva anche del gente del calibro di Damian Wilson (Threshold), Olivier Hartman (Avantasia), Zachary Stevens (Savatage) e Marco Sandron (Fairyland).
Un progetto che incorpora, dentro di se, sia la componente prog, che è ovvia se si pensa ai musicisti coinvolti, sia quella power. In un mix pazzesco che sbalordisce anche l’ascoltatore più attento.
‘Sailing On’ già stupisce. Un pianoforte accompagnato in sottofondo dal rumore del mare e dai gabbiani va a sfociare in un “chitarrismo” minaccioso che introduce al secondo brano, ‘New Fading Sun’. Track chiaramente prog, costruita su un lavoro magistrale di batteria incessante e tastiere riecheggianti ai migliori Dream Theater. L’influenza di LaBrie & soci la si ritrova anche nei riff neoclassici molto simili alla tecnica di Petrucci!
La sognante ‘Hospitality’ mischia le melodie sinfoniche dei Fairyland con l’impatto ritmico dei Theater (viene in mente ‘Octavarium’!?). Delfino sa amalgamare bene il suono delle tastiere con il resto dell’apparato strumentale e tra assoli prog e frizzanti chitarrismi, il brano riesce per via della sua originalità. C’è da dire che qui la parola “esagerazione” non esiste, ogni membro cerca di dare -e lo fa- il meglio di sè senza strafare!
‘Recall’ ci porta attraverso sonorità epiche e quasi malinconiche. C’è di tutto o quasi: la tastiera che si trasforma in clavicembalo, assoli neoclassici e cori che ricordano certe cose dei Symhony X!
‘Into The Asylum’ continua a seguire gli stessi territori appena percorsi così come ‘Landscapes’, arricchita da un tocco di elettronica all’inizio.
Con ‘Stranger’ ci si ferma un secondo, il brano è una piccola ballata impreziosita dalla voce di un certo Zachary Stevens (si lui) e qui non si può non menzionare i Savatage, almeno quelli dopo Criss. I suoni si fanno meno prog, ma Delfino finisce il brano in bellezza con un assolo di tastiere moderno per passare ad un semplice pianoforte!
‘Uncharted’ è un portentoso prog sinfonico virtuoso. Nell’insieme è un brano irresistibile per l’alta qualità musicale, sia nell’insieme che singolarmente. Se la componente sinfonica fa da colonna portante in ‘The Temple’, unico pezzo strumentale del disco, suggestioni pseudo moderne-elettroniche caratterizzano la prima parte di ‘Inside’, track che chiude le danze e che si alterna tra momenti di pura calma e altri di energia metallica! Chiude in bellezza con un coro di tutti i membri cantanti del progetto!
Semplicemente da ascoltare. Tecnica, melodia e suggestione calibrati nella giusta dose e fa veramente piacere che dietro a certa musica di qualità, ci sia un italiano….e ho detto tutto!
1- Sailing On
2- New Fading Sun
3- Hospitality
4- Recall
5- Into The Asylum
6- Landscapes
7- Stranger
8- Uncharted
9- The Temple
10- Inside
Oliver Hartmann (Avantasia, At Vance)
Mark Basile (DGM)
Zak Stevens (Circle II Circle, ex Savatage)
Marco Sandron (Eden’s Curse)
Damian wilson (Threshold, Headspace, DWB)
Roberto Tiranti (Labyrinth)
Fondatore di Suoni Distorti Magazine e motorheadbanger.