DUSK – The Darksoul’s Scream
Apre ‘Ancient Sign’, vale a dire un intro di sola chitarra riverberata in completa oscurità. Melodie ultra elementari, piatte e depressive (non nel senso positivo del termine). E proporre un intro simile per circa tre minuti e mezzo è stata una trovata che io avrei altamente evitato, poichè la noia che mi ha pervaso per questi minuti mi ha già abbassato le aspettative, ah si dimenticavo nel mezzo c’è anche un urlo!
Prima canzone vera e propria è la seguente ‘Return’, e subito salto dalla sedia già dai primi secondi…. L’unica frase che mi è uscita è “Ma stiamo scherzando????”. Il nostro praticamente passa il tempo a scopiazzare Varg Vikernes (Burzum), senza per altro riuscire a regalare le atmosfere e le emozioni malvagie di questi.
Certo, i riff non sono male, ma la piattezza compositiva è imbarazzante. La voce, ne dedurrete, è un urlo disperato, ispirato esplicitamente al norvegese citato pocansi, mal riuscito e vergognoso. In alcune piccole parti vengono inseriti fondi di sinth, ma siamo mille anni luce lontani dal riuscire a creare un mood tetro come si vorrebbe. Il tutto per poco più di dieci pesanti ed interminabili minuti.
Subito dopo arriva ‘An Image About An Infinitely Cold Soul’ che riconferma quanto detto prima. Certo i riff sono più vari, e la voce si fa più sentire….
Posso capire che Burzum ha influenzato centinaia di band nel mondo, ma c’è differenza con il tentar di copiare le sue gesta, oltretutto riuscendoci male. In questo episodio si peggiorano le cose per il fatto che il pezzo ha più lunga durata. ‘Frosty Screaming’ cambia un pò le carte in tavola, ma veramente poco. Un pezzo più soffuso con inflessioni atmosferiche, che per alcune scelte fatte a livello di note, mi ha portato in mente i Cinema Strange di ‘En Hiver’. Subito dopo però si riprende con la solita minestra riscaldata (come si suol dire).
Io ancora mi chiedo che cazzo sto ad ascoltare sto coso e che senso abbia proporre certe situazioni musicali. E’ un peccato poichè l’attitudine del musicista mi pare genuina, e potrebbe magari creare qualcosa di personale e molto oscuro.
E dopo questi altri circa undici minuti passati ad ascoltare il musicista che si diverte a fare il verso a Varg Vikernes si arriva alla traccia conclusiva ‘Ashes’. Il pezzo non credo che abbia bisogno di essere documentato a parole, credo immaginiate come sia, arrivati a sto punto….. vi dico solo che sono altri circa undici minuti e mezzo.
Ora, concludendo, non voglio demolire a tutti i costi l’operato di un musicista nel quale vedo vera attitudine e malvagità, ma voglio essere sempre onesto con i miei lettori. Ragazzi, un album assolutamente evitabile (da evitare), un tentativo di ricopiare in modo imbarazzante il Burzum che fù. Amen!
- Band: Dusk
- Titolo: The Darksoul’s Scream
- Anno: 2005
- Etichetta: Wulfrune Worxxx
- Genere: Black Metal
- Nazione: Ungheria
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