DISTURBIA – Hypnotic Dimension
Demo d’esordio per i Disturbia, death metal band proveniente dalla provincia di Caserta, formatasi nel 2009.
Lo scorso Febbraio la band ha presentato in sede live il succitato demo, ‘Hypnotic Dimension’, che oggi prenderemo in esame….
Il lavoro si suddivide in quattro tracce per una durata totale di circa un quarto d’ora.
Già dall’opener, ‘Alien’, la band mette subito le carte in tavola, palesando la propria intenzione di attaccare, sonoricamente, l’ascoltatore.
Il genere proposto, come detto in apertura, è death metal, però con risvolti melodici, quindi senza tirate a mille chilometri orari senza compromessi, con alcune influenze da ritrovare nella scuola svedese. La batteria pesta con convinzione ed i riff sono ben impostati, così come le linee vocali, che trasmettono la giusta rabbia.
Una cosa che non permette di godere appieno delle tracce è la registrazione poco curata, che per alcuni aspetti mi sarei immaginato su un lavoro black metal old school e non death metal. Oltre che una situazione tecnico-esecutiva che richiederebbe una lieve crescita, ma siamo al cospetto di un demo d’esordio, di una giovane band, per cui sarà il tempo a dire la sua.
Fatto sta che i musicisti fanno intravedere una passione per il genere e la voglia di dare il meglio nelle loro possibilità!
‘Martyr’, inizia con batteria e basso (quest’ultimo poco fruibile per la registrazione di cui prima), dove si aggiunge la chitarra, a creare un tappeto sonoro che accompagna l’oscuro growl. Cambi di tempo e stacchetti rendono articolata la canzone, con alcuni tecnicismi ben inseriti. In più si riscontra un certo flavour malinconico e rabbioso per tutta la durata, che vede poche accelerate, mantenendosi spesso in mid tempos.
‘The Fourth Kind’ ha un’approccio massiccio, oltre che, per certi aspetti, una velatura che mi ha fatto pensare al black metal.
Si conclude con ‘Winter’, che, da come indica il titolo, regala situazioni fredde e taglienti, queste anche grazie ad alcuni accorgimenti del batterista, oltre che dall’axeman.
Una vena nordica ben interpetrata, nella quale si innalzano le buone linee vocali, durante una simil galoppata ritmica. Una canzone che ho particolarmente apprezzato!
Per alcuni aspetti mi son venuti in mente situazioni memori di quello che furono nei 90’s gli In Flames ed i Dark Tranquillity, seppur con le dovute distanze.
Alla fine dei conti, un lavoro che mostra una band che ha deciso il sentiero da percorrere, imboccandolo bene, ma c’è da attendersi una crescita di impostazione ed ovviamente una registrazione all’altezza, poichè ci sono anche momenti dove i piatti della batteria risultano leggermente invadenti, soprattutto il ‘china’.
Complimenti alla band per l’attitudine e la voglia di spaccare, cosa lodevole, vista la convinzione che, oltretutto mettono nel suonare.
Fondatore di Suoni Distorti Magazine e motorheadbanger.