DEATH SS – Resurrection
Il ritorno dei Death SS era atteso dai fans della band come manna dal cielo e così sette anni dopo ‘The 7h Seal‘ ecco che dalle oscurità della notte la band più intrigante del panorama tricolore risorge e torna tra noi.
A onor del vero c’era stata l’anteprima con l’ep ‘The Darkest Night‘ che avevo recensito su IdM e che lasciava presagire un bel ritorno.
Si parte con ‘Revived‘ e un battito del cuore accompagna la voce di Steve Sylvester seguito poi dal quel ritmo industrial che ha fatto parte del nuovo corso (ora dovremo chiamarlo ennesimo nuovo corso?) che accompagna la band dal dopo ‘Heavy Demons‘. Brano potente e incisivo con un gran refrain e buoni riff oltre che la solita splendida voce del nostro amato Steve. Insomma ottimo inizio, segue ‘The Crimson Shrine‘ musica soave ma splendidamente pesante esce dalle casse dello stereo, quasi un ritorno al passato remoto, atmosfere suadenti e pregne di pathos grazie anche alla bella voce femminile narrante. Chitarre tiratissime, batteria potente e le solide tastiere di Freddy Delirio ad accompagnare il tutto, forse uno dei migliori brani di ‘Resurrection‘!
Si prosegue con la bella e anche qui molto attinente al passato ‘The Darkest Night‘ con il suo robustissimo ritmo e la sua forza prorompente.
‘Dyonisus‘ è brano decisamente particolare, molto ottantiano che vede quasi più un lato narrativo che non un cantato pieno, interessanti le voci femminili che lo accompagnano per larga parte, e insdiscutibilmente un gran tappeto sonoro che unisce gli strumenti in un unico idillio musicale.
‘Eaters‘ che è anche colonna sonora dell’omonimo film è più impregnata di modernismo anche per le varie parti di elettronica ma non nasconde un suo fascino di base. Particolarmente nelle parti vocali si esprime un flavour efficace, potremmo definirlo modernismo che incontra il passato.
Si apre con un pianoforte denso di malinconia ‘Star in Sight‘ che poi si dipana in trame heavy rock degne di attenzione e in un intreccio di voci femminili che accompagnano la voce di Steve come sempre sigillo di garanzia. Notevoli anche le atmosfere che rendono il tutto molto affascinante.
‘Ogre’s Lullaby‘ faceva parte della colonna sonora del film Paura 3D, partenza di Gobliniana memoria e poi grazie alle sue atmosfere doomy che esaltano il tutto e la voce da oltretomba si rende degno epigono del film. Siamo tornati indietro nel tempo di almeno 25 anni.. vera e pura horror music, di cui è uscito come anteprima dell’album il video.
‘Santa Muerte‘ dopo un avvio horrorifico si lascia trasportare con sonorità settantiane. Tra le mie preferite in assoluto e che è completamente all’opposto stilistcamente parlando del brano precedente. Vincente direi il ritornello che ben presto si impone nella memoria dell’ascoltatore.
Una lunga parte di chitarra acustica ci introduce ‘The Devil’s Graal‘ che poi si muove su sonorità a metà strada tra doom e heavy la quale trova l’apice compositivo in uno splendido solo, questi sono i Death SS che mi piacciono, quelli che mi riportano indietro nel tempo..
‘The Song of Adoration‘.. nove lunghi minuti di magia che iniziano con suoni egizi e si lasciano poi andare a momenti di intensa emotività come in un lungo film dall’intricata trama. Livelli compositivi al massimo. Pura emozione.
Potente e carismatica ‘Precognition‘ che fa della modernità cara alla band la sua trama principale, instabile e capricciosa raggiunge l’obiettivo di stupire e di scatenare le menti e il corpo. Facilmente cantabile e ovviamente orecchiabile.
Infine la chiusura di questo ritorno è affidata a ‘Bad Luck‘ con la quale Steve e i suoi pards scherzano (fino ad un certo punto..) e rispondono alle dicerie che da tempo accompagnano la band, quelle di portare iella.. mi verrebbe da dire che sia la moderna Vaffanculo di Masini.. ora insultatemi pure ma la realtà è questa ed è incontrovertibile. La struttura musicale invece è uno spettacolo heavy’n’roll che spacca e trascina senza fare prigionieri. Momento memorabile di questo grande ritorno.
Non resta che tirare le conclusioni…
Conclusioni che devo dire contrastano col primo pensiero che ebbi mesi fa al primo ascolto di ‘Resurrection‘, pensiero che non era dei più positivi. Invece mano mano che ho proseguito nell’ascolto devo ammettere che i Death SS sono tornati e possono tranquillamente riprendersi lo scettro di band leader almeno in Italia. Certo un 2013 così non me lo sarei aspettato con le migliori band tricolori che son tornate con lavori di spessore assoluto. Immensi.
A cura di Klaus Petrovic
- Band: Death SS
- Titolo: Resurrection
- Anno: 2013
- Genere: Horror Metal
- Etichetta: Lucifer Rising
- Nazione: Italia
Tracklist
- Revived
- The Crimson Shrine
- The Darkest Night
- Dyonisus
- Eaters
- Star In Sight
- Ogre’s Lullaby
- Santa Muerte
- The Devil’s Graal
- The Song Of Adoration
- Precognition
- Bad Luck
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