CRYPTORSATAN – Melancolia Diabolus Nihilum
Ed ecco ritornare su Suoni Distorti la one man band albanese Cryptorsatan, portata avanti da Lord Ov Hell, che dall’inizio dell’anno ad oggi, ha proposto non so più neanche quanti prodotti, tra demo ed ep a cadenza quasi settimanale.
Il lavoro è raccolto tutto su un’unica traccia, ‘Black Winter Throne Inspiration (Phoenixus Desperatus)’ della durata di circa ventisette minuti, dove ad aprire le “danze” è un’ambientazione
lieve e malinconica, creata dai soffici sinth. Accompagnati da una drum machine che scandisce in maniera del tutto triste e lenta il tempo.
Eravamo abituati ad associare, a Lord Ov Hell, lavori per lo più immediati, per non dire estremamente sintetizzati e della durata media di un minuto. Ad oggi il nostro si lascia trasportare con questa coltellata melanconica e depressiva, una situazione che vi farà pensare seriamente di farla finita, almeno non per tutto il pezzo. Ma avanziamo ancora…..
Personalmente ho provato delle emozioni fino a questo punto, ma tenete presente che a me piace il funeral doom, genere ostico ai più.
Arrivati a metà pezzo, ebbene si siamo ancora a metà, dopo gli appena trascorsi quattordici minuti circa, si “movimenta” un pò la situazione con la drum machine che inizia a farsi sentire un pò di più, seppur i tempi rimangano gli stessi funerei e lancinanti.
In aggiunta anche qualche comparsa della chitarra elettrica, che in alcune parti sembra vada per i cazzi suoi, ma riesce a mantenersi fondamentalmente.
Ecco ora si arriva al punto di non ritorno, cioè, o si ascolta il pezzo fino alla fine per vedere se incontreremo cambiamenti (cosa insperata), o se decideremo di tagliarci le vene.
Io scelgo la prima ipotesi, non sbagliandomi, e ritrovandomi in tempi inaspettatamente veloci, dal sapore hardcore, accompagnati da una drum machine spedita ad alta velocità, seppur trattasi di una drum machine scadente, per la qualità e non per come sia stata programmata.
La chitarra crea riff dal sapore thrash, anche se dai volumi troppo bassi.
Praticamente la parte in primo piano viene lasciata alla base ritmica, cosa che io sistemerei.
Ancora un cambio proseguendo con tempi sempre martellanti, dove va ad aggiungersi il cantato, che perde il fascino della prima parte del pezzo, risultando troppo “grezzo”, per intenderci meglio, da sembrare un cazzeggio dietro al microfono del computer, piuttosto che un voler mettere la voce su una song.
Sfuma per l’ennesima volta il sound per ritrovarsi in una parte meno accelerata, dal sapore heavy, ma si mettiamola pure così, senza cantato, per poi giungere alla fine.
Le sensazioni del “post-ascolto”, sono delle più varie. Si rimane piacevolmente presi dai momenti della prima parte, quelli più cupi e malinconici, seppur, ripeto, è una situaizone musicale per chi è abituato al genere.
Ma trovo incompatibile l’unione di tutto ciò alla seconda metà dell’operato. Sembrerebbe più un unione di vari sample musicali uniti così, tanto per.
Sarebbe stato un lavoro piacevole nel suo genere se si fosse fermato a metà, eliminando tutte le intrusioni sonore fuori contesto.
1- Black Winter Throne Inspiration (Phoenixus Desperatus)
Fondatore di Suoni Distorti Magazine e motorheadbanger.