CRYPTIC SLAUHGHTER – Money Talks
Bill Crooks alla voce, Les Evans alla chitarra e Rob Micholson al basso, uniti a SCott Peterson alle pelli: questi erano i Cryptic Slaughter. Una band definita crossover metal da qualcuno, hardcore da qualcun altro: eppure alcuni brani sono semplicemente fuori dalle righe, come il quasi-grindcore di “Too much, too little” intervallato da momenti quasi melodici (!). Non pensiate che questa mia descrizione voglia portarmi a parlare di una band poco convinta: gli Slaughter spaccano il muro del suono, ricorrendo alla mania (piuttosto comune, per l’epoca) del suonare veloce e nel modo più distruttivo possibile, e per questo motivo potrebbero (e dovrebbero) piacere al thrasher incallito come al punk più oltranzista.
Nel booklet del CD la band specifica che il disco (e le annesse tematiche) sono attuali ancora oggi (all’epoca della riedizione Relapse, ndr), a patto di sostituire il presidente Reagan con George Bush, allora presidente degli Stati Uniti. Questo secondo me va anche a livello di produzione, semplicemente perfetta in questo CD, tanto che si fatica a pensare che sia un’opera di quasi 30 anni fa. I Cryptic Slaughter si presentano anche così, con un hardcore privo di fronzoli e con spunti fantasiosi, sostanzialmente dei mid-tempo che si tramutano senza preavviso in ritmiche selvaggie con tanto blast beat: tutto questo alla faccia di coloro i quali pensano che l’hardcore sia un genere stereotipato.
In questa riedizione Relapse di Money talks, uscita targata originariamente 1987 (edita a sua volta dalla Metal Blade), vengono anche inclusi, oltre al disco stesso, tre frammenti di live d’epoca, tra cui l’ultima apparizione storica della band nella formazione originale. Un disco davvero incredibile, forse con qualche pecca dovuta all’eccessiva ripetitività della struttura dei brani (“Money Talks” e “Freedom of expression” tra i migliori), ma in fondo… cosa imp0rta?
Ingegnere per passione, consulente per necessità, insegno informatica. Secondo capo-redattore e supporto tecnico di SDM.