CRIPPLE BASTARDS – Variante Alla Morte

CRIPPLE BASTARDS – Variante Alla Morte

“Anni di tristezza, cazzate in televisione Divertimenti imposti… discoteca e stadio Il tuo misero sfogo nella totale sottomissione. Italia di merda (x3) L’Italia del perbenismo, l’Italia dei leccaculo é la patria dei coglioni che non usano il cervello han bisogno di qualcuno che li anneghi nello schifo.”

Ho deciso di iniziare la recensione citando la vecchia, ma attualissima, “Italia di merda”, non a caso: uno dei pezzi che furono (e sono) cavallo di battaglia dei signori Cripple Bastards, semplicemente la band grindcore più tritaossa del nostro belpaese. I nostri hanno il merito di non essersi fermati a “pensare” troppo su se stessi, ovvero hanno liberamente (e giustamente) fatto evolvere le sonorità crust-punk passando al grind di “Misantropo a senso unico”, per poi far sentire la propria vena, in un certo senso, più death nel successivo “Desperately Insensitive” e nel recente (capo)lavoro di cui adesso si parlerà.

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Discutere un loro disco, come forse avrete intuito, significa fare i conti con quel che provo verso questa band, ovvero una sfacciata e morbosa preferenza, unita ad una sincera ammirazione per l’attitudine diretta, sincera e priva di fronzoli. Il loro ultimo disco è intitolato “Variante alla morte”, e si presenta con una bellissima copertina di cui è possibile gustare sul WEB soltanto l’estremità superiore (1/12 del totale!). Un artwork stupendo, che è seriamente parte integrante dell’opera: un lavoro che definire sublime diventa riduttivo. Bisogna ascoltarlo, leggere ogni minima parte di testo, viverlo, amarne l’attitudine con empatìa ed una punta di “feticismo”. Ma credo che ne valga veramente la pena, per chi ama il salutare vecchio grind (fatto bene), riammodernato e reso attuale. E tanto per fare un po’ di sana pubblicità, per una volta, procuratevi il CD originale perchè i nostri meritano questo ed altro.

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Come suona questo disco? Difficile descriverlo senza degenerare nei paragoni. A mio avviso si è tornati allo stile di “Misantropo”, con la differenza che la tecnica e la produzione sono migliorate, e non poco. Questo a vantaggio dell’impatto finale del CD, ovviamente. Giulio si conferma capace di partorire testi introspettivi, cupi, filosofici e vagamente degenerati (ma è un complimento, si sa), ed ho trovato particolarmente apprezzabile l’idea di proporre ogni brano sia in italiano che in inglese (il cantato è tutto in italiano). In effetti, non so quante volte avevo pensato ad una cosa del genere per tante altre band, specie quando cantano in lingue diverse da queste due. In fondo, cosa costa farsi capire da tutti? E’ che per i Cripple il messaggio deve passare forte e chiaro, senza censure, senza fraintendimenti e tagliente a fondo: con la mano ferma di chi manipola un bisturi su un tavolo operatorio.

Ho ascoltato tre volte di fila “Variante alla morte” e mi sono definitivamente convinto della sua validità, compattezza ed efficacia nonostante il numero disumano di tracce ( 24 !). Alcune di esse sono brevissime e ricordano le sfuriate dei Napalm Death di pochissimi secondi, altre sono decisamente più elaborate e possiedono svariate influenze di musica oscura, ed azzarderei più di un paragone con il “tritacarne” dei Cannibal Corpse. Volutamente non cito brani di “riferimento”, l’opera va gustata dall’inizio alla fine, esattamente come nessuno si sognerebbe di saltare una traccia in “Reign in blood” degli Slayer. Lo spirito è quello.

Probabilmente bisogna farci l’orecchio, probabilmente sto trascurando qualche difetto, probabilmente sono soltanto un folle: ma esiste più di una probabilità sostanziale che questo sia stato il disco grind dell’anno. Troppo di ripetitivo e sterile si è sentito da altre parti, questa è davvero aria fresca. E se sono italiani, tanto meglio: alla faccia del pop, del melodic-metal, del rock-del-cazzo, della finzione, dell’ipocrisìa e del perbenismo.

Le sensazioni che fornisce “Variante alla morte” sono, a mio avviso, estremamente soggettive: perchè i testi di Giulio “The Bastard” sono come sempre fortemente soggettivizzati. La musica è come sempre caotica, caustica, violentissima e fa trasudare cinismo e spietatezza senza tregue. Una violenza cupa, introspettiva, fatta di autentiche mazzate: da avere subito.

/ 5

Sito web: Cripple Bastards