Il 13 giugno è uscito ‘Gocce’, il nuovo video dei Meganoidi, a darne notizia è stato Billboard Italia. In occasione dell’uscita del nuovo album, che sancisce i loro primi 20 anni di attività, ho intervistato Luca Guercio, profonda anima della band. Conterranei e amici di vecchia data degli Ex otago, dal 1998 i Meganoidi occupano uno spazio indipendente nella musica italiana in senso autentico.
La band ligure si caratterizza per il percorso di autoproduzione che ha seguito, la franchezza che ha sempre espresso e la volontà di non avere vincoli di alcuna natura. A loro, che hanno una grande esperienza, un pensiero deciso e zero peli sulla lingua, ho chiesto del nuovo album, del nuovo pubblico ed un commento sulla scena musicale indipendente, o detta tale, attuale.
Fonte: meganoidi.com
Delirio Experience, un album con una consapevolezza nuova
Il 18 febbraio è uscito Delirio Experience, album preceduto da Welcome in disagio. Il nuovo lavoro ha «una consapevolezza nuova, diversa, è stato composto solo con chitarra e voce. Una volta finiti i brani sono stati arrangiati, al contrario di come succedeva di solito. E’ stato un nuovo modo di sfidare noi stessi», mi ha spiegato Luca Guercio sottolineando che, nonostante siano passati due decenni, alla band non è passata la voglia di esplorare nuovi modi di fare musica.
«i cerchi concentrici rappresentano la confusione, la donna rappresenta la razionalità. C’è stata molta sintonia tra lui e noi nel capirci per rappresentare la copertina di Delirio Experience»
Gocce, singolo estratto dal nuovo album dei nostri supereroi contro la municipale, è una canzone che prende ispirazione da «una nascita, un evento senza tempo, le gocce sono le lacrime di gioia che non si trattengono, mentre le risate e il pianto si trattengono. Si parla della felicità regalata al cosmo e ci si chiede “chissà se le nuvole ci ridaranno questa felicità”», come fosse un ricambio, un ciclo di energie.
Qualche ora dopo questa intervista la band ha registrato il videoclip di Gocce, perciò ho chiesto alcune anticipazioni e Luca mi ha confessato che per esigenza avrebbero girato all’alba per simulare il tramonto per avere campo libero dai passanti. Anche questo videoclip sembra esprimere la preferenza di un personaggio femminile come protagonista, come è accaduto di recente per alcuni nuovi musicisti contemporanei. A questo proposito Luca, lontano da qualsiasi trend modaiolo, mi ha assicurato che è una coincidenza.
Hai già visto il VIDEO?
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Fonte: meganoidi.com
Da Zeta Reticoli a Gocce, 20 anni di carriera
Nel 2006 ai tempi del liceo, per essere alternativo tra gli alternativi, come d’altronde sono i Meganoidi, dovevi conoscere a memoria Zeta Reticoli, un successo che non ho bisogno di raccontare e che ancora oggi smuove la sensibilità giovanile. Essendo anche una questione che riguarda da vicino tutti i fan, mi sono chiesta quale fosse stato il segreto della fortuna di uno dei loro pezzi più conosciuti. Secondo Luca c’è stato il mix perfetto al momento giusto: «La semplicità musicale, il periodo fortunato, venivamo da Supereroi Meganoidi, e con questa canzone abbiamo dimostrato di avere retenzione alle etichette sui generi musicali».
20 anni di esperienza fatta sul campo e 6 dischi si celebrano quest’anno con il tour di questo disco accoltissimo. Luca mi ha raccontato, durante la nostra chiacchierata, l’evoluzione del loro pubblico: «abbiamo trovato un pubblico più cresciuto e tanta nuova gente che quando abbiamo iniziato aveva 2 anni! Questo vuol dire che c’è stato un passaggio di eredità, attraverso fratelli o zii, della conoscenza musicale». A questo proposito, potevo mai farmi sfuggire una domanda sul trend vintage giovanile? Questa cosa mi incuriosisce parecchio e ne ho parlato con lui, io la chiamo “nostalgia ingiustificata”, mentre secondo Luca, più pratico, è una «ricerca di qualcosa che manca al presente».
Nell’etere dell’uso sbagliato delle parole, all’interno dei discorsi mediocri, volano molti aggettivi e concetti legati a significati banali. Facciamo quindi un po’ di chiarezza, Luca mi ha aiutato nell’impresa, dice che «indie è un termine abusato, c’è un utilizzo sbagliato. Ci sono tanti veri cantanti indipendenti e tanti cantanti pop. Bisogna essere fieri di essere pop senza nasconderlo».
Una prima definizione di pop(olare) è che questo è “diretto”, non musicalmente analfabeta o ambiguamente commerciale, e non c’è niente di male nell’essere diretti con la musica. L’incasellamento in etichette di generi appartiene a chi ascolta, perché per chi suona la cosa è diversa. Per il principio secondo cui “non devi parlare mai di generi musicali ad un artista”, ho chiesto a Luca se i Meganoidi sono amici o nemici di questa categorizzazione, poiché nel tempo ne hanno sperimentate tante. La sua risposta è stata: «non siamo nemici ma estranei, abbiamo esplorato la composizione al massimo».
Parlando di cose che ti piacciono aiuti chi fa cose che non ti piacciono
Per questa intervista avevo preparato alcune domande che sul mio blocchetto scritto a mano si sono inevitabilmente triplicate nel corso della telefonata, per curiosità e per alcune similitudini di pensiero con Luca.
Alla fine della chiacchierata è emerso un suo punto di vista sulla musica che io ho trovato illuminante, invita ad avere una visione soggettiva, e se vogliamo saggia, dei gusti musicali: «mi piace vedere la musica come un banchetto in cui ognuno prende quello che vuole. Se qualcosa non si prende perché non piace non significa che bisogna parlarne male». Un’altra grande lezione che ci suggerisce è di parlare solo delle cose che ci piacciono, in questo modo aiuteremo chi fa cose che non ci piacciono.