THE MODERN AGE SLAVERY: il video di ‘Pro Patria Mori’, anticipazione dal nuovo disco

THE MODERN AGE SLAVERY: il video di ‘Pro Patria Mori’, anticipazione dal nuovo disco

The Modern Age Slavery pubblicheranno il nuovo album ‘1901 | The First Mother’ il prossimo 5 maggio 2023 per la nuova etichetta Fireflash Records (Holy Moses, Mystic Circle ecc). Dopo un primo assaggio con ‘KLDD’, la band oggi ha rilasciato il video del secondo singolo estratto, ‘Pro Patria Mori’, diretto da Matteo Ermeti (Nove Film) e disponibile qui sotto.

Il frontman Giovanni Berselli spiega: <<Il titolo – che fa parte della frase Dulce et Decorum Est Pro Patria Mori del poeta latino Orazio – significa letteralmente quanto sia dolce e dignitoso morire per la propria patria. Il significato di questa frase è stato poi stravolto da Wilfred Owen, che in qualche modo cerca di demolire lo stesso concetto di nazione. Nei miei testi ho cercato di ritrarre, pur utilizzando immagini sottili ed evitando ogni chiaro riferimento a fatti reali, un prigioniero torturato e costretto a tradire i suoi valori più profondi.>>

Se vi siete persi il video del primo singolo estratto, ‘KLLD’, lo riportiamo nuovamente di seguito. A tal riguardo, sempre Berselli ha illustrato: <<Il testo è liberamente ispirato a una poesia di Blaise Cendras intitolata “J’ai tué” (ovvero, ho ucciso) che racconta l’orrore di un giovane e ingenuo poeta francese, costretto a trasformarsi nell’assassino di un soldato tedesco per autodifesa, durante la Prima guerra mondiale. Le parole riflettono le immagini, il profumo, la paura e la lotta emotiva di un uomo dal cuore puro sporcato dal male.>>

A proposito del significato dell’album, Berselli dichiara: <<1901 | The First Mother non è un concept album, ma ci sono alcuni temi cardine in tutto il disco. Il titolo dell’album nasconde un duplice significato. Da un lato, 1901 ricorda l’anno in cui la Regina Vittoria del casato di Sassonia Saxe morì decretando l’inizio del Modernismo in Filosofia o, in altre parole, l’instaurazione dell’Era Moderna. Il sottotitolo – The First Mother – sottolinea che, nella mia mente, questo album è il primo capitolo di una trilogia in cui cercherò di dipingere, con parole e musica, diverse forme di schiavitù autoimposta. ‘1901’ trae ispirazione da poeti, filosofi e scienziati precedenti alla Prima guerra mondiale. Il capitolo successivo cercherà di descrivere lo scenario postbellico, mentre il terzo e ultimo capitolo assomiglierà a un futuro ancora da venire, anche se inevitabile, in cui tutti lasceremo che parte della nostra vita sia guidata da altri. Queste ultime righe, in qualche modo, mi riportano al vero manifesto dei The Modern Age Slavery, inizialmente ispirato al libro ‘Fuga dalla Libertà’ di Erich Fromm, che indaga lo stato psicologico delle masse non istruite, disposte a evitare la responsabilità di scegliere per il proprio futuro>>.

L’artwork è stato realizzato dal chitarrista della band Ludovico Cioffi che è riuscito a catturare il significato profondo dei testi in questo fantastico lavoro. Nelle sue parole spiega il significato delle statue e degli occhi che vedete: <<La copertina dell’album è stata ispirata dal testo della canzone ‘Lilibeth’, che è il soprannome della figlia della Regina Vittoria. La Prima Madre è rappresentata in tre fasi del tempo. Il passato, dove tiene in mano un teschio. Il presente, simboleggiato da un occhio in un grembo aperto. Il futuro, dipinto come una clessidra. Il grembo spalancato è raffigurato come una carcassa e richiama la dicotomia della vita e della morte, la maledizione inevitabile di ogni essere messo al mondo – una maledizione e una benedizione, però, perché la fine della vita è in qualche modo la fine della nostra schiavitù. In sostanza, l’Occhio nel Grembo è l’architetto che osserva incessantemente il fluire del tempo e il generarsi di tragedie umane che si ripetono ciclicamente>>.

The Modern Age Slavery – ‘1901 | The First Mother’ 2023

Di seguito la track-list dell’album:

01. Pro Patria Mori
02. KLLD
03. Irradiate All The Earth
04. The Hip
05. Lilibeth
06. Overture To Silence
07. OXYgen
08. Nytric
09. Victoria’s Death
10. The Age Of Great Men
11. Blind (Korn cover)

The Modern Age Slavery sono Giovanni Berselli alla voce, Luca Cocconi e Ludovico Cioffi alle chitarre, Mirco Bennati al basso e Federico Leone alla batteria. Attiva al 2007, la band deathcore ad oggi ha pubblicato tre album di cui l’ultimo è ‘Stygian’ del 2017 – seguito da tre singoli successivamente.