ROTTING CHRIST con BORKNAGAR e SETH: photoreport del concerto di Torino
La Hellfire Booking Agency ha presentato all’Audiodrome di Torino ieri -6 Ottobre- la prima delle due date in Italia di Rotting Christ e Borknagar da co-headliner per il nuovo 35 Years Of Evil Existence Tour, con in apertura i Seth.
In ordine di performance…
Alle 19 puntuali fanno il loro ingresso sul palco i francesi Seth, proponendo uno spettacolo molto intenso che vuole essere una parodia del rito clericale. I Seth hanno presentato il meglio del loro repertorio, offrendo il loro Black Metal potente ed efficace che ha trascinato rapidamente il pubblico di Torino con sé. Sullo sfondo del palco il logo, che riporta il titolo della loro ultima fatica discografica, ‘La France des Maudits’, uscito lo scorso Luglio.
Come una ballata fuori dal tempo, i musicisti ci hanno trasportato nei loro suoni death con richiami ai loro precedenti lavori per giungere alla loro ultima uscita. Lo spettacolo dei Francesi è iniziato con un brano tratto dall’ultima uscita, ‘Et que vive le diable!’, per poi proseguire con ‘Métal noir’ (tratto da ‘La Morsure du Christ’ del 2021) e via di seguito con ‘Hymne au vampire, acte I’ e fino alla chiusura con ‘La Destruction des Reliques’. Visivamente, il gruppo ci ha coinvolti in un immaginario cupo quanto voluto, che devia i riti cristiani con l’intervento in più occasioni del singer, che è apparso in scena con l’abito di di Saint Vincent. Dopo circa tre quarti d’ora di set, i Seth hanno salutato il pubblico torinese che continuava a richiedere qualche bis, ma che tuttavia è rimasto conquistato dalla performance dei musicisti di Bordeaux.
A seguire una band sbalorditiva già presente in numerosi festival: Graspop, Inferno e Hellfest fra le innumerevoli, e poi in tour con Wolfheart, My Dying Bride e Moonspell e sold out insuperabili… i colossi norvegesi Borknagar hanno passato gli ultimi 30 anni a rifinire un metal monumentale, frutto dell’incontro di black e folk con filosofia, natura e mitologia, in grado di sbaragliare chiunque gli si sovrapponga. Il possente ‘Fall’, dodicesima fatica uscita a febbraio tramite Century Media, offre una esperienza live pari a una detonazione nucleare.
La band nasce nel 1994 a Bergen, in Norvegia, ed è diventata un pilastro della scena Progressive con influenze sia Folk che Black. Troviamo Øystein G. Brun e Jostein Thomassen alle chitarre, ICS Vortex (bassista dei Dimmu Borgir dal 1999 al 2009 e membro degli Arcturus) alla voce e al basso, Lars Nedland (brevemente batterista dei Carpathian Forest nei suoi trascorsi) alla tastiera e Bjørn Dugstad Rønnow (nei Trollfest dal 2019) alla batteria.
Appena spuntati i Borknagar sul palco, il pubblico si scatena partendo con ‘Nordic Anthem’ (da ‘Fall’) e proseguendo con ‘The Fire That Burns’, un riferimento al loro album del 2019 ‘True North’, come confermano ‘The Rhymes Of The Mountain’ e ‘Up North’ che arriveranno una dietro l’altra. Il gruppo ha molta esperienza ed ha il controllo completo della propria performance.
L’atteggiamento sul palco è più sobrio rispetto alla band precedente, molto espansivi e dimostrando che hanno preso a cuore la loro missione di co-headliner. Più fiduciosi nella loro reputazione consolidata, i norvegesi sono quindi più liberi di offrire più sfumature. Il suono è piuttosto buono in tutto il set dei Borknagar, il che permette di evidenziare la ricchezza di loro pezzi come ‘Voices’ e ‘Colossus’, e i diversi elementi che si sovrappongono e rispondono l’uno all’altro: voci pulite, tastiere, riff, scream, giochi di ritmo, ecc. Il pubblico presente si è lanciato facendosi trasportare dai ritmi e brandendo i pugni in alto scuotendo la testa.
Concludendo il momento a loro disposizione con ‘Winter Thrice’ (dall’omonimo album del 2016), i Borknagar concludono per come hanno iniziato… con professionalità e riportando indietro gli ascoltatori dopo un viaggio musicale pieno di sorprese e scoperte come una passeggiata ricca di curiosità.
Alle 21:30 è arrivato il momento tanto atteso con i greci Rotting Christ, band con un peso storico ed artistico non da poco e con uno stile immediatamente riconoscibile e che hanno avuto modo di riscoprirsi in un nuovo modo di fare black metal, in un’evoluzione che ha segnato in pochi anni il raggiungimento di traguardi importanti. Attualmente tra i gruppi più affermati sul panorama estremo mondiale, i Rotting Christ sono reduci dell’uscita di ‘Pro Xristou’ dello scorso maggio, con il quale giungono a 35 anni di carriera.
Eccoli ora sul palco, pronti a radere al suolo tutto, in una performance esplosiva della durata di un’ora e mezza. I Rotting Christ hanno mostrato ancora una volta il perché siano uno dei nomi più importanti nella storia della musica estrema e saranno sempre un punto di riferimento per qualsiasi metallaro che ami il lato più oscuro del metal. È più che impressionante come l’iconico frontman Sakis Tolis e suo fratello Themis Tolis, alla batteria, siano ancora così energici sul palco dopo così tanti decenni in tour, ipnotizzando la folla e rendendo ogni singolo concerto semplicemente memorabile. Inoltre, devo menzionare il bassista Kostas Heliotis e il chitarrista Kostis Foukarakis che hanno anche loro aggiunto la loro parte di pesantezza ed elettricità allo spettacolo, facendo headbanging senza sosta, interagendo con i fan e, naturalmente, suonando tutte le canzoni alla perfezione.
Finalmente sono riuscito a vedere i Rotting Christ per la prima volta in Italia suonare dal vivo i brani del loro ultimo fantastico album ‘Pro Xristou’, tra cui ‘Vetry Zlye’ e ‘Like Father, Like Son’, eseguiti superbamente. Tuttavia, i loro classici, tra cui il brano di apertura ‘Aealo’ del 2010, ‘Kata Ton Daimona’, ‘The Sign of Evil Existence’, ‘Elthe Kyrie’, ‘In Yumen-Xibalba’ e ‘Noctis Era’ – ultima song del bis, sono stati i momenti più elettrizzanti dello spettacolo, come previsto, generando un pogo intenso e inarrestabile per la gioia di tutti coloro che hanno partecipato a questo evento.
Ogni volta che i Rotting Christ prenderanno di nuovo d’assalto l‘Italia, ci sarò sicuramente. È uno di quegli spettacoli imperdibili di una band che ama ciò che fa e che ama vedere i propri fan impazzire durante le proprie esibizioni. Sakis è una bestia metal inarrestabile, il pubblico lo ama e si spera che la prossima volta che sarà da noi di fronte a un pubblico ancora più grande.
I miei ringraziamenti vanno a Hellfire Booking Agency e all’Audiodrome per l’opportunità offerta e per la fantastica serata di Torino.
A cura di Pino Panetta