ROGER WATERS: il photoreport del concerto di Milano
27 Marzo, Mediolanum Forum di Assago (Milano), sono le 20:40 quando uno speaker in Inglese annuncia che lo spettacolo sta per cominciare: sul palco, un gigantesco megaschermo a forma di croce in mezzo alla platea del Forum, ed ecco che compare l’avvertimento, ormai noto a chi ha già assistito al tour This is not a drill: <<Se siete tra quelli che pensano “mi piacciono i Pink Floyd ma non sopporto le posizioni politiche di Roger“, allora andatevene subito affanculo al bar>>.
Roger Waters questa sera – nella prima delle quattro date italiane del “This Is Not A Drill” – European Farewell Tour – ha suonato ha suonato 24 canzoni nel corso di due ore e mezza di spettacolo, con un’ampia porzione dedicata al materiale dei Pink Floyd. Per i fan che hanno assistito al tour precedente “Us + Them” del 2017, c’è stata solo una piccola sovrapposizione poiché Waters sembrava tirar fuori di proposito il materiale dei Pink Floyd che era stato trascurato l’ultima volta, così come ci sono stati alcuni brani a sorpresa della sua carriera da solista.
Mentre Waters e la sua band suonavano su un palco allestito al centro del Forum, ho assistito ad uno spettacolo multimediale tra i più belli, dove su uno schermo gigante che si librava in alto dando supporto a proiezioni molto toccanti dal Black Lives Matter, diritti trans, nativi americani e numerose altre cause e avvenimenti tristi del nostro mondo di oggi.
Una litania di slogan da “Fuck the Supreme Court” a “Fuck Your Guns” viene proiettata di volta in volta sui megaschermi. Ecco che Roger in questo suo concerto sta dando il sostegno ai diritti violati in più parti del mondo. Durante una sessione di proiezioni, il volto di ogni presidente americano – da Reagan a Biden – che riempie lo schermo, schiaffeggiato con il marchio di “CRIMINALE DI GUERRA” e prove del sangue che macchia le loro mani, come Obama che autorizza gli attacchi con i droni.
Tutta la sequenza dei video proiettati, a volte, minacciava di mettere in secondo piano o distrarre il pubblico presente dallo spettacolo. Durante una bellissima interpretazione di ‘Us and Them’, ad esempio, le immagini di distruzione e vittime in Medio Oriente hanno minato il crescendo della canzone.
Il concerto è stato aperto con ‘Comfortably Numb’, dove Waters ha sostituito la versione di ‘The Wall’ con una resa più tranquilla ed inquietante, addirittura eliminando anche l’assolo di chitarra dell’ex compagno di band David Gilmour.
A inizio concerto, lo schermo copriva il palco e si poteva solo sentire la voce disincarnata di Waters. Ma poi, non appena lo schermo si è alzato ed è apparso il musicista (ancora in forma brillante e vivace nonostante si avvicini agli 80 anni), a guida della band attraverso i successi che il pubblico si aspettava, da ‘The Happiest Days of Our Lives’ e la seconda e terza parte di ‘Another Brick in the Wall’.
Gran parte del materiale dei Pink Floyd è stato tratto dal periodo d’oro della band (tra il 1973 e il 1979), con la maggior parte delle canzoni provenienti da ‘The Dark Side of the Moon’, (che quest’anno compie 50 anni dalla sua pubblicazione), ‘Wish You Were Here’, ‘Animals’ e ‘The Wall’.
Poi la scelta della scaletta cambia, rispetto al suo tour precedente. Quindi invece di ‘Dogs’ e ‘Pigs (Three Different Ones)’, abbiamo sentito ‘Sheep’ con tanto di pecora gonfiabile che volteggiava sul pubblico del Forum. Invece di ‘Welcome to the Machine’, Waters ha eseguito ‘Have a Cigar’ e ‘Shine on You Crazy Diamond (Parts VI-IX)’. Verso il termine del concerto Roger ha persino regalato ai fan un vecchio brano, ‘Two Suns in the Sunset’, dal suo ultimo disco con i Pink Floyd, ‘The Final Cut’, quindi una ripresa di ‘The Bar’ che sfocia in ‘Outside the wall’; mentre la band esce di scena compiendo in fila indiana il giro del palco e salutando il pubblico.
Di seguito le foto della serata:
A cura di Pino Panetta