Malpaga Folk & Metal Festival @ Castello di Malpaga: il report dell’evento!
Prendiamo tre giorni in piena estate, mettiamoci una splendida location incorniciata dalla sagoma di un castello e un buon numero di ottimi gruppi del panorama folk & metal nazionale e non, aggiungiamo un gran numero di persone arrivate da ogni zona del nord ma non solo, ed ecco che ottieniamo tutti gli ingredienti per quello che è uno dei festival estivi più attesi da tutti gli amanti della buona musica e della bella compagnia, Malpaga Folk & Metal Festival, organizzato da Richard Milella, che giunge alla sua terza edizione con premesse decisamente ottime. Un bill a dir poco esplosivo, con ben diciassette gruppi che, nel corso del week end a cavallo tra luglio e agosto (31, 1 e 2), si sono alternate sul palco.
Noi siamo stati là durante i primi due giorni, abbiamo respirato l’atmosfera della festa, abbracciato tanti amici, conosciuto persone a dir poco interessanti e ovviamente, ci siamo goduti musica di ottimo livello. Ma andiamo per ordine…
Arriviamo a Malpaga venerdi appena dopo pranzo, il tempo di una doccia in albergo e poi eccoci nella location che ospita la manifestazione. Tanto spazio, un palco di tutto rispetto, un’area dedicata a chi, venendo da più lontano, ha scelto la tenda come sistemazione per la notte. Arriviamo presto, gli amici da incontrare sono sempre moltissimi in eventi come questo e ci prendiamo il tempo per goderci le ore che precedono l’inizio del festival.
Il programma di venerdi prevede cinque gruppi, nell’ordine After Apocalypse, Gotland, Kanseil, Teodasia e Mael Mordha, headliner della serata che arrivano niente di meno che dall’Irlanda, terra che più di tutte incarna appieno lo spirito del folk e della buona musica. Proprio con i Mael Mordha abbiamo subito modo di fare due chiacchiere, ragazzi molto alla mano, simpatici e socievoli, come la maggior parte della gente d’Irlanda del resto. Ci concedono un’intervista (che pubblicheremo presto in un articolo a parte) e si lasciano scattare qualche foto, il clima è rilassato e piacevole e se questo è l’inizio, ci sono tutti i presupposti per un bellissimo week end.
Una cena veloce e poi sale sul palco Richard Milella, che annuncia l’apertura del festival presentando il primo gruppo che suonerà, si tratta dei bresciani symphonic metallers After Apocalypse, un gruppo relativamente giovane, essendo nato nel 2014, che apre le danze e da il via al Malpaga Folk & Metal Fest 2015. Aggressivi quanto basta anche grazie alla cantante, Elena, coreografica e graffiante. Il pubblico inizia a scaldarsi, se ne vedranno delle belle nei prossimi tre giorni e il pogo non tarda a farsi vedere.
Subito dopo è il turno dei torinesi Gotland, pagan black metallers che si presentano sul palco abbigliati e truccati in maniera tale da essere, fotograficamente parlando, spettacolari. Il fumo di scena contribuisce a rendere la loro esibizione assolutamente coinvolgente, la loro musica è figlia della loro evoluzione nel corso degli anni, un black aggressivo in cui c’è spazio anche per sonorità sinfoniche. Il culmine del loro lavoro è con l’uscita del loro primo full lenght “Gloria et Morte”, del 2014, accolto in maniera più che positiva dalla critica e dai fans.
Terzo gruppo ad esibirsi, da Treviso, sono gli acclamatissimi Kanseil. Il pomeriggio sta per lasciare posto alla sera quando i Kanseil si impossessano del palco. Anche loro estremamente coreografici, il loro show è un vero e proprio “ciclone”. Tanto movimento ma soprattutto tantissima interazione con i loro fans, che si scatenano. Sonorità medievali unite a spunti death e black fanno dei Kanseil un vero e proprio turbine di puro folk metal,e per questo non è difficile comprendere perchè siano cosi amati dai loro sostenitori. Anche loro reduci dalla pubblicazione del primo full lenght, “Doin Earde”, prodotto nel 2015 dall’etichetta Nemeton Records.
Quando la serata entra nel vivo, è il turno dei veneti Teodasia. La particolarità della loro esibizione sta nel fatto che sarà l’ultima per Isabella, voce femminile che lascerà il posto a Giacomo Voli, conosciuto per aver raggiunto il secondo posto nel format televisivo “The Voice”, che, come confermato durante una bella chiacchierata con i membri del gruppo che ci hanno concesso un’interessante intervista, sarà il grande acquisto per quanto riguarda il futuro del gruppo. Per l’occasione, alla fine della loro esibizione, i Teodasia chiudono con una ballad, “Aurora”, in cui il batterista, Francesco, per l’occasione alle tastiere, ha accompagnato “l’ultima volta” di Isabella come voce del gruppo. Un momento decisamente d’atmosfera che ha chiuso in maniera, oserei dire romantica e suggestiva, il loro spazio sul palco di Malpaga.
Il tempo per il cambio palco e poi tocca agli ultimi, l’headliner, dall’Irlanda, i Mael Mordha, per la loro prima esibizione italiana. Il pubblico ormai è più che riscaldato, non si risparmia pogo nè scatenati balli in cui tutti si dispongono in cerchio, correndo, saltando e dando sfogo a tutta la voglia di musica e divertimento che si respira nell’aria. Anche nel caso dei Mael Mordha, vediamo sul palco lo stile che caratterizza molti gruppi del panorama folk, pittura blu in faccia e tanti simboli della cultura celtica tatuati sulla pelle, e una musica in grado, fin dalle prime note, di far capire di che pasta sono fatti i nostri quattro eroi. Impossibile non lasciarsi trasinare dall’impetuosità della voce di Stiofan, “cattivo”, in senso buono, quanto basta per dare ai Mael Mordha un aspetto totalmente epico durante il loro spettacolo.
E si conclude cosi la prima sera all’ombra del Castello di Malpaga, che durante la mattinata di sabato, viene aperto per chiunque abbia voglia di visitare il cortile interno in attesa di godersi il secondo giorno del festival. Secondo giorno in cui purtroppo l’inclemenza del tempo, rovina un pò i piani.Tanta pioggia e temperature non propriamente estive quando torniamo nell’area del festival. Sfidando il maltempo ad ogni modo, si apre il secondo giorno con i Duir, da Verona con il loro death folkloristico. Anche nel loro caso costumi e coreografie tipiche delle caratterizzazioni celtic e folk, con kilt, cornamuse, mantelli e cappucci, e tanta voglia di far scatenare la gente. Piccola tregua per la pioggia che da modo alla band di esibirsi, con i sostenitori che incuranti del freddo si portano alle transenne, ballando e seguendo il ritmo senza curarsi troppo dell’essere a torso nudo o a piedi scalzi, c’è da divertirsi e non sarà di certo un pò di pioggia a impedirlo.
Pioggia che non impedisce di divertirsi ma che purtroppo costringe ad un ritardo tale da dover togliere dalla scaletta l’esibizione di alcuni gruppi, Servan, Holy Shire e Artaius, ai quali viene poi dato un piccolo spazio dopo l’esibizione degli headliner. Dopo un paio d’ore circa fortunatamente il maltempo si placa, la serata può proseguire, e lo fa con i romani Sailing To Nowhere e con il loro metal caratterizzato da influenze melodic power ma in grado di spaziare anche in sonorità più gothic o death. Grande presenza scenica anche per loro, devo ammettere che in questo festival ogni singola band ha saputo accattivarsi il pubblico grazie al modo di “tenere il palco”, cosi han fatto anche i Sailing To Nowhere, anche grazie all’amalgama delle due voci (Marco e Veronica) in grado davvero di dare il giusto mix tra forza e melodia, accompagnando il pubblico in un viaggio musicale davvero molto coinvolgente.
Anche nella serata di sabato, gli headliner arrivano dall’estero, più precisamente dalla Romania. Otto elementi nella line up per gli epic folk metallers An Theos. Anche nel loro caso, voce maschile e voce femminile (Laura e Florin) che riescono a portare in scena uno spettacolo cherispecchia di gran lunga l’epicità di ciò che viene cantato. Tanto ritmo e tanta voglia di far scatenare il pubblico che apprezza, e non poco, in particolar modo quando Laura lo incita a seguire il gruppo durante i brani più “movimentati”. Un vero e proprio delirio che impedisce a chiunque di rimanere fermo, un uragano musicale che spazza via definitivamente ogni traccia del maltempo lasciando il posto solamente al puro divertimento. Spazio finale anche per qualche brano dei modenesi Artaius, che avrebbero dovuto suonare nel pomeriggio e a cui viene dato il compito di chiudere la serata di sabato, purtroppo solo con pochi brani.
Tempo di rientrare per noi, e cosi si conclude questa terza edizione del festival di Malpaga, nonostante la giornata di domenica abbia offerto gruppi del calibro di Atavicus, Folk Metal Jacket, Demoterion, Vvallorch, Ulvedharr e Diabula Rasa che so per certo, hanno chiuso la manifestazione cosi com’era cominciata, in maniera spettacolare.
In conclusione, pur con un pò di rammarico per non aver potuto rimanere durante l’intera durata del fest, posso dire che sono stati due giorni davvero sensazionali, al di là del maltempo che rientra negli aspetti imponderabili di cui ovviamente nessuno ha colpe, un festival decisamente ben organizzato da Richard Milella, che ringrazio per l’infinita disponibilità e cortesia (cose non sempre scontate). Per quanto mi riguarda, dal punto di vista puramente personale, ma credo sia anche il pensiero di molti altri, sono davvero impaziente di scoprire cosa riserverà l’edizione 2016. Per il momento, mi tengo ben stretti i ricordi di un grande week end di musica e bella gente, sperando che sempre più persone capiscano l’importanza di eventi come questo, che valorizzano tanti gruppi e tanti musicisti di “casa nostra” e ci fanno scoprire interessantissime realtà musicali di altri paesi. In un momento che non è di certo semplice per quanto riguarda la musica live, eventi come il Malpaga folk & metal festival sono cose che credo debbano essere valorizzate il più possibile.
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Fotogallery Malpaga (VENERDI 31 LUGLIO)
Fotogallery Malpaga (SABATO 1 AGOSTO)
Foto & Report a cura di Fabry C.
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