Malpaga Folk & Metal Fest 2016: il report dell’evento!

MALPAGA-FOLK-METAL-FEST-2016-Report SUONI DISTORTI MAGAZINEIl weekend che ha chiuso il mese di luglio, siamo stati a Malpaga (BG) per la quarta edizione del Malpaga Folk & Metal Fest, evento che ormai si è affermato come uno dei più importanti eventi estivi per quanto riguarda il panorama folk, ma non solo. Per noi è il secondo anno consecutivo (report edizione 2015, nda) e la prima cosa da sottolineare è il cambio di location rispetto alla scorsa edizione, a poca distanza dalla precedente in realtà, ma in un’area che a mio parere si adatta maggiormente a quello che il festival propone, tanta musica, una grande area ristoro e uno spazio per chi desidera trascorrere i tre giorni campeggiando. Anche in questa edizione tanti gruppi, tutti qualitativamente ottimi, continuano la tradizione di questo interessantissimo festival, nel quale viene sempre dato molto spazio alle realtà emergenti, cosi come a gruppi affermati.

Si comincia venerdì 29 luglio: all’arrivo nel pomeriggio troviamo già moltissimi amici che ogni anno si radunano sotto il palco all’ombra del castello di Malpaga, il tempo di bere qualcosa e si parte. Ad aprire la manifestazione, una nostra vecchia conoscenza, i bresciani Hell’s Guardian. Il gruppo guidato dai fratelli Formis parte subito forte, nonostante il gran caldo, proponendo una scaletta che comprende brani come “Ex Adversis Resurgo”, che dà il nome al loro ultimo album, “Lost Soul” e “Fire of Persecution”.

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Secondo dei quattro gruppi in scaletta per questa prima giornata, da Varese arrivano gli Aexylium, band che personalmente non avevo mai ascoltato live e che si è rivelata una piacevole scoperta, un gruppo numeroso sul palco – otto elementi – che mescolano bene l’uso di strumenti tipicamente folk come violino, flauto e cornamusa, a quelli più tipici del metal moderno. Si salta e non poco, e nonostante anche l’esibizione degli Aexylium sia in un orario in cui il caldo è ancora fastidioso, il pubblico per loro è consistente, ed è innegabile che apprezzi lo spettacolo.

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Si prosegue con un gruppo che abbiamo già potuto vedere in altre occasioni, i milanesi Holy Shire, fantasy metallers che sanno essere eleganti e al tempo stesso aggressivi, sul palco accattivanti, coreograficamente intriganti, Aeon in questa occasione è accompagnata sul palco da Simona Pala, due voci e due presenze sceniche impressionanti che ci portano attraverso il viaggio musicale degli Holy Shire facendoci davvero immaginare le atmosfere fantasy di cui raccontano con i loro brani.

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Prima sera che si conclude con uno dei gruppi più importanti per quanto riguarda la scena folk metal italiana, i Furor Gallico. Nonostante i recenti cambi di line-up, il gruppo rimane sempre, a mio parere, uno dei migliori nel suo genere. Sul palco viene proposta una ricca scaletta che comprende alcuni pezzi storici come “Banshee” e “La Caccia Morta” (acclamata a gran voce dal pubblico) e pezzi dell’ultimo album, forse il migliore per l’evoluzione e la crescita che il gruppo ha avuto nel corso degli anni, da pelle d’oca l’esecuzione di “Diluvio”, per l’intensità e il coinvolgimento.

Serata particolare per i Furor Gallico in special modo perchè sul palco, in alcuni dei pezzi in scaletta, fanno le loro apparizioni Luca Rossi, Riccardo Brumat e Mattia Pavanello, membri storici del gruppo che il pubblico di certo non ha dimenticato, e che rendono lo spettacolo una sorta di reunion apprezzatissima.

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Dal venerdi al sabato, cambiano i protagonisti ma il clima di festa e musica rimane, la scaletta della seconda serata propone cinque gruppi. Si comincia verso le sei del pomeriggio con i Trewa, da Como. I progressive folk metallers con le loro due voci (Lucia e Claudio) aprono la giornata di sabato con sonorità che sanno essere melodiose e travolgenti al tempo stesso, Filippo al violino (membro anche dei Furor Gallico) ricrea magistralmente le atmosfere delle ballate folk, il che rende decisamente difficile non lasciarsi coinvolgere.

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Dai Trewa si passa ai Fogalord, guerrieri che, spada in pugno – portata veramente in scena sul palco, raccontano le loro leggende in musica con suoni potenti. Sul palco i Fogalord sono veri combattenti, il loro è un symphonic power graffiante e imponente che ci porta in un mondo epico fatto di eroi e battaglie da vincere, conquistando terre misteriose avvolte dalla nebbia.

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Quando è il turno degli Haegen, da Ancona, cambiano gli scenari ma non manca la sana cattiveria scenica, in cui c’è anche spazio per l’ironia e la spensieratezza di un gruppo composto da membri di giovane età. Il frontman è un vero e proprio ciclone, difficile vederlo fermo durante l’esibizione. Alcune delle canzoni sono caratterizzate da sonorità che appartengono chiaramente alle musiche tradizionali delle loro terre – il pubblico segue con grande partecipazione, si balla creando cerchi e vortici, e non mancano momenti in cui è il pogo a farla da padrone.

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Quando il pomeriggio lascia spazio alla sera, tocca ai Sailing To Nowhere salire sul palco. I romani, presenti anche nell’edizione 2015 del festival, portano alcune modifiche di line-up rispetto all’anno passato, alla voce, infatti, c’è Helena, mentre alle tastiere c’è Alessio Contorni, già tastierista dei Setanera.

La nave dei Sailing To Nowhere salpa con le loro storie dalle sonorità romantiche e cariche di atmosfera, le voci di Marco ed Helena sanno fondersi alla perfezione, “Big Fire”, “Sailing to Nowhere” e “No dream in our night” sono solo alcuni dei brani che la band romana propone, oltre ad alcune cover come a esempio “Left outside alone” di Anastacia e “It’s my life” di Bon Jovi.

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In conclusione della serata di sabato, ci sono i veneti Rondeau De Fauvel, moderni menestrelli che narrano storie antiche trasportate nel mondo di oggi in maniera assolutamente credibile. L’implementazione di strumenti elettrici al repertorio del gruppo è un valore aggiunto a mio parere, perchè musiche adatte a set acustici diventano brani capaci di conquistare il pubblico di un folk metal fest. Personalmente devo ammettere di essermi trovato di fronte a una grande sorpresa, in senso positivo, in quanto l’esibizione dei Rondeau de Fauvel è stata a dir poco affascinante: Claudia alla voce e Alessia all’arpa, elegantissime e dalle movenze quasi fatate, strumenti antichi e particolari portati in scena, denotano la cura che il gruppo ha nel ricreare le storie medievali raccontate in maniera che anche un pubblico moderno possa apprezzarle. I racconti e gli aneddoti che prima di ogni brano vengono condivisi con il pubblico poi, danno quel tocco in più che rende il gruppo, a mio avviso, una realtà davvero sorprendente.

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Noi siamo rimasti al festival di Malpaga solamente venerdì e sabato, ma la scaletta, che prevedeva cinque gruppi anche nella giornata di domenica, ha subito l’irruenza di una tromba d’aria che ha pregiudicato l’esibizione di tutti i gruppi previsti, fatta eccezione per gli Elvenking, che hanno suonato, seppur con una setlist ridotta, per il pubblico presente.

Concludendo, per il secondo anno consecutivo ci siamo trovati di fronte a un festival di tutto rispetto, gruppi eccellenti, pubblico numeroso e tanta voglia di divertirsi. Da sottolineare il fatto che tutto questo si riassume con un evento totalmente gratuito, organizzato come sempre in maniera ottima da Richard Milella, a cui vanno i nostri ringraziamenti per la disponibilità con cui ogni anno ci ospita. Unico dispiacere, anche se non eravamo presenti, per le band a cui l’uragano che ha colpito la zona ha tolto la possibilità di esibirsi.

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Foto & Report a cura di Fabry C. – Photogallery complete:

Venerdi 29 luglio / Sabato 30 luglio