MAGENTA#9: si presentano con il singolo ‘Non Si Può’
I Magenta#9 si presentano al pubblico con ‘Non si può’ (BRX), singolo di debutto della band bolognese. Prodotto e arrangiato da Marco Barusso, il brano è una critica ironica e scanzonata verso i diktat del consumismo nella società delle apparenze, dove il superfluo offusca il valore dell’essenziale allontanandoci dalle gioie autentiche della quotidianità.
Con il loro sound ruvido e deciso, che unisce gusto melodico e riff di facile presa, i Magenta#9 lanciano un messaggio più che mai attuale, scolpito dalla voce graffiante di Alessio “Amos” Amorati, frontman e autore del testo. Impreziosiscono il brano gli arrangiamenti di Marco Barusso, debitori verso il rock alternativo e il pop anni 80.
Amos racconta: «Quando abbiamo iniziato a lavorare al nostro singolo non avremmo mai immaginato che l’Italia e il mondo avrebbero dovuto fronteggiare una minaccia così grave come il Coronavirus. ‘Non si può’ è nata in un momento particolare per noi membri della band. Sentivamo l’esigenza di rivalutare l’importanza dei sentimenti e dei valori morali, prendendo le distanze dal mito della “bella vita” che dilagava nella nostra città. Oggi che Bologna è un deserto e che siamo a casa soli o con le nostre famiglie, stiamo riscoprendo il significato autentico di parole come condivisione, fratellanza, perdono e perché no, anche di un sano patriottismo. Speriamo che la nostra canzone possa strappare un sorriso a chi la ascolta, ma soprattutto ci auguriamo che quando usciremo dall’emergenza il nostro mondo sarà diverso, con molto più amore, molta più umana riconoscenza e molti meno “non si può”.»
I Magenta#9 sono Alessio “Amos” Amorati (voce), Amedeo Mongiorgi (chitarra e seconda voce), Raffa Marchesini (batteria), Michele Cavalca (basso) e Fausto De Bellis (chitarra solista).
Il singolo ‘Non Si Può’, che potete ascoltare di seguito, è prodotto, arrangiato, registrato e mixato al BRX studio di Milano da Marco Barusso. Masterizzato da Marco D’Agostino al 96Khz.it Studio di Milano.
I Magenta#9 nascono all’inizio del 2017 nel quartiere “Bolognina” proprio in via Magenta 9, dove i primi due membri della formazione, Alessio “Amos” Amorati e Amedeo Mongiorgi, sono soliti ritrovarsi. Il progetto prende forma attraverso la scrittura di brani inediti e la rivisitazione di canzoni celebri del repertorio della musica italiana, consolidandosi in un rock energico e ruvido, ma al tempo stesso melodico. I riconoscimenti non tardano ad arrivare e a giugno 2017 i Magenta#9 partecipano alla finale di Standing Ovation, concorso indetto dal Comune di Modena in occasione di Modena Park, il celebre evento live di Vasco Rossi. A febbraio 2018 vengono segnalati dalla prestigiosa Rivista Classic Rock Italia e pochi mesi dopo vengono selezionati per la finale dell’Art Music Festival al MEMO MUSIC Club di Milano. Nel 2019 aprono per Rezophonic la serata principale della nota Festa Bikers di Cologno al Serio (BG). Nello stesso anno avviano una campagna di crowdfunding per la registrazione del primo singolo Non si può. Il brano viene realizzato grazie alla collaborazione con il produttore milanese Marco Barusso e segna il debutto discografico della band.
I MAGENTA#9 presentati da Amos
Questa band nasce da una esigenza, anzi da due esigenze, cantare, e cantare in italiano. Cantare in italiano per farsi capire, finalmente al volo, da tutte le persone che ci circondano quotidianamente. Farsi capire è sempre più difficile, cerchiamo almeno con la musica di semplificare il messaggio e di far passare concetti chiari ai nostri amici e ascoltatori. La musica deve unire, deve portare la gioia, deve far scaturire delle domande, e deve dare delle
risposte alle tante sfide che la vita ci pone.
E allora eccoci qui, io sono Amos, ho deciso dopo tanti anni di metterci la faccia in prima persona e di cominciare a cantare in italiano. Fin da piccolo ho sempre ascoltato tanta musica, e tanta musica italiana grazie ai miei genitori. Credo di avere quindi delle basi e vorrei portare avanti in particolare un filone musicale legato al rock duro, ma allo stesso tempo anche schietto e melodico, a tratti romantico, forse anche triste all’apparenza, ma in fondo in fondo sempre legato ad un concetto di forza, di rivincita, di resistenza e di positività. Qui ci vogliamo divertire, divertire assieme a voi che vorrete stare un po’ di tempo assieme a noi. A voi che ci ascolterete, che verrete a vederci dal vivo, che parlerete di noi, nel bene e nel male diciamo grazie, grazie di dedicarci un po’ del vostro prezioso tempo. Speriamo che la nostra musica abbia il potere di farvi divertire, di cambiare una brutta giornata in una migliore, di distrarvi dalle ansie e dalle frustrazioni, di ricaricarvi, di rigenerarvi, insomma di farvi volare, meglio che una red
bull. Stiamo lavorando duro al nostro primo singolo, “NON SI PUÒ”, un inedito, una canzone che parla di tutto quello che vorremmo avere da questa vita…. ma non si può averlo… o forse si? Staremo a vedere, l’importante è farlo assieme.
In questo viaggio italiano con me ci sono:
Amedeo Mongiorgi, un musicista, un amico, una persona a cui voglio bene, tanto, a volte lo vedo come un figlio o un fratellino minore anche se è più alto, grosso e barbuto di me. Non ho fratelli sono figlio unico, forse per questo per me l’amicizia è molto importante. Amedeo condivide i miei ascolti, abbiamo tante cose in comune, per questo riusciamo ad avere una grande intesa in fase di scrittura delle nostre canzoni e pianificazione delle nostre giornate ed attività. Amedeo canta, suona la chitarra e il pianoforte.
Fausto de Bellis, siamo diventati subito fratelli appena abbiamo iniziato a suonare e lavorare assieme in studio, si è creata una naturale intesa tra noi. Condividiamo la passione per la stessa musica, per il rock italiano, per i Litfiba. Fausto (“ma chi è Fausto”, cit. Fio Zanotti – BMA 2017) cucina la pasta più buona che abbia mai mangiato, ha una gran pazienza, e con me ci vuole tutta. A tratti penso che sia un Santo, un angelo custode, e per questo stiamo bene insieme. Fausto è un fonico professionista, suona la chitarra e possiede un kemper, non un camper (peccato).
Michele Cavalca, viene dalla provincia di Reggio Emilia, viene a Bologna per studiare, in realtà viene a cercare il rock ’n’ roll metropolitano, quello che nel piccolo paese fai fatica a percepire. Il rock metropolitano è magnetico, ti attira a sé, e Michele come il ferro si fa attrarre, si piega, si scalda, ma non si spezza. Mi piace il suo sguardo psichedelico, mi piace che mi guardi dall’alto al basso, così posso tenere dritta la schiena e non mi devo più abbassare! Michele suona il basso a 6 corde in una maniera molto istintiva, tecnica e riconoscibile, da un po’ di tempo dà anche lezione ai più giovani. Michele non ha il mio stesso vissuto musicale, mi aspetto da lui che ci porti giorno dopo giorno una visione della vita e della musica sempre fresca ed aggiornata. Ci siamo conosciuti grazie all’Alchemica in Corticella.
Raffaele Marchesini, siede alla batteria, ci conosciamo da tanto tempo, abbiamo vissuto qui a Bologna due vite simili, negli stessi locali, tra le stesse persone, negli stessi vicoli, nelle stesse cantine, nelle stesse sale prova. Cercando un batterista, parlando con Amedeo, il suo nome è venuto fuori così, da solo, ci siamo trovati subito d’accordo e quando sono andato a chiedergli al Cortile (dove spesso lavora come DJ) se gli andava di fare questo viaggio italiano con me gli ho guardato prima negli occhi. I suoi bellissimi occhi azzurri non mentono e ancor prima che con le parole Raffa mi ha detto di sì con lo sguardo, con la sua anima, e lo ringrazierò sempre tanto per questo. Raffa suona la batteria, canta e suona il pianoforte.
Abbiamo quindi deciso tutti assieme di affidare la nostra immagine a Nino Saetti, un vero guru e professionista della foto rock, sporca, grezza, incazzata, non a caso lo vedete sui più grossi palchi del nord Italia a fotografare gli artisti più carismatici e le suo foto sono già passate alla storia. Abbiamo condiviso qualche ora con lui tra la Bolognina e la Cirenaica, i due quartieri di Bologna in cui viviamo e lavoriamo e che più ci rappresentano nel connubio architettonico tra vecchio e nuovo, marcio e fatiscente, lucido e splendente, tra gente di ogni tipo, religione, abitudini, cultura ed estrazione e il risultato lo vedete qui.
Il prossimo passo? Lo scoprirete solo seguendoci…
Fondatore di Suoni Distorti Magazine e motorheadbanger.