LYKAION – Nothin’ But Death

LYKAION – Nothin’ But Death

‘Nothin’ But Death’ è la nuova proposta lanciata lo scorso 19 giugno dai Lykaion, band romana nata nel 2003, nella cui lavorazione compaiono nomi ben conosciuti.

Infatti, l’album viene registrato nei 16th Cellar studios di Stefano Morabito (Fleshgod Apocalypse) e masterizzato nel Fascination Street studios da Jens Borgren, la cui fama deriva molto dal suo aver preso parte alla lavorazione di progetti importanti presso band di tutto rispetto (Opeth, Katatonia, Paradise lost, Amon Amarth ed altri). Alcuni dei quali, sono fonte d’ispirazione e di influenze musicali proprio dei Lykaion.

La copertina, realizzata da Sergio Monfrinotti (Adhiira Art) si presenta suggestiva ed interessante. Personalmente mi ha invogliato a ricercare collegamenti tra essa ed il contenuto dell’album. Composto da 10 tracce, ‘Nothin’ But Death’ presenta titoli che rievocano memorie di tempi andati, rimembranze amorose da cui traspare una serena ma triste consapevolezza della fine di ogni cosa (trasmessa soprattutto dall’ultima traccia ‘Dimenticherai’).

Dall’amore e la passione, ai conseguenti stati d’animo che comporta viverli (è il caso di ‘Sick Love’ e ‘Passion Kill’). Un forte colpo improvviso di amor proprio che risiede invece nella sesta traccia ‘Fuck you (I Love Myself)’, che ho gradito molto.

Si evince sin dal primo brano, la title-track, una personalizzazione dei sounds, vocali e strumentali. Un iniziale spensieratezza creata da gradevoli arpeggi di chitarra, viene interrotta da forti riff e una voce dalle variopinte levature. Tuttavia la qualità perde qualche punto durante l’ascolto, probabilmente prevedibile e di una leggerezza che si allontana dai canoni riflessi nella stilistica metal. (Sicuramente ciò fa parte della personalizzazione, ma l’attrattiva dovrebbe però elevarsi ).

Promettente è invece ‘A Cold Summer Day’ che, combattivo ed energetico dà una risvegliata agli animi a colpi di forti stacchi, dove le chitarre sembrano essere, esse stesse, a delineare l’andamento del brano, dal ritornello al riff all’assolo finale. Deliziosi gli ultimi arpeggi, che ci congedano con delicatezza. Quest’ultima è una tecnica che ho ritrovato in più brani, ed ho trovato l’introduzione o il congedo fatto di arpeggi, una particolarità piacevole che aiuta a creare l’effetto sorpresa con il sopraggiungere di ritmiche dure.

Anche se, di variazioni che possano definirsi fortissime non ne ho trovate. Talvolta vi è un inizio promettente, che fa sperare in un ritornello più “cattivo”, per poi ritrovarsi all’ascolto di un sound meno determinato delle premesse iniziali (ad esempio ‘The Dance’), che potrebbe forse creare nell’ascoltatore un forte entusiasmo iniziale che rimane sospeso a metà nel bel mezzo della traccia. (Al contrario dell’assolo centrale di ‘Free From All Your Fears’, che restituisce una piacevole energia uditiva.)

Brani come ‘Empty’, carini ed orecchiabili , rendono rilassante e di gradevole ascolto ‘Nothin’ But Death’, ma un eccessivo avvicinamento alla ballad fa correre il rischio di indebolire la forza strumentale che dovrebbe essere esaltata al meglio. Una bevanda forte eccessivamente diluita con l’acqua, finisce col perdere sapore.

Nulla di eccessivamente speciale. Molto apprezzata è la personalizzazione, ormai sempre più rara nelle band vogliose di rappresentarsi attraverso la musica, che invece spesso finiscono con l’essere la brutta copia di altre copie.

A cura di Catastro_FERY – Federica Bovenzi

  • Band: Lykaion
  • Titolo: Nothin’ But Death
  • Anno: 2012
  • Etichetta: Bakerteam Records
  • Genere: Thrash/Heavy Metal/Alternative Metal
  • Nazione: Italia

Tracklist:

  1. Nothin’ But Death
  2. A Cold Summer Day
  3. Free From All Your Fears
  4. Empty
  5. The Dance
  6. Fuck You (I Love Myself)
  7. Passion Kills
  8. Sick Love
  9. Together
  10. Dimenticherai