L.A. GUNS: report e foto del concerto al Santomato Club di Pistoia
Martedì scorso – 7 Novembre – si è svolta la prima data italiana della reunion degli L.A. Guns, band seminale del panorama street/sleazy fine anni 80, sconosciuti ai rockers più giovani ma ben presenti nel cuore di chi quegli anni li ha vissuti ed oggi si trova al Santomato Live Club. Ancora una volta insieme, Phil e Tracii si presentano con una energia e grinta rinnovata che non si fissa solo su supporto ottico ma viene sbattuto in faccia a chi stasera è presente per godersi questo pezzetto di America.
Ma andiamo per ordine: persa la band di apertura Overdose arrivo giusto in tempo per l’esibizione degli Stone Trigger, quartetto irlandese che forte del loro “G.H.O.S.T.” sciorina un hard rock con leggere puntate all’heavy che ti scivola addosso come la pioggia. Il loro set si conclude velocemente tra tentativi di accaparrarsi simpatie tra il pubblico con bagni di folla e italiano maccheronico, una dedica a R.J. Dio e Philip Lynott, una cover – riuscitissima tra l’altro – di ‘Larger than life’ dei Backstreet Boys ed una indiavolata ‘Edge of insanity’ che lascia i presenti in attesa degli L.A. Guns.
Le note di ‘Diary of a madman’ introducono il quintetto sul palco e chi è vicino alla strumentazione non può non notare la posizione nettamente bassa dell’asta del microfono destinata al bassista; si parte a bomba con ‘The devil made me do it’, una delle tracce migliori di ‘The missing link’ che fa esplodere il pubblico seguita a bomba da ‘Electric gipsy’, datata 1988. Capelli a caschetto nero corvino, Converse, chiodo, jeans e spaccata alla Johnny Ramone, Johnny Martin strapazza il suo basso dettando i ritmi insieme al nuovo drummer Shane Fitzgibbon. Da qui in poi lo show si snoderà tra estratti dell’ultimo eccellente lavoro e i primi due dischi con una piccola escursione su ‘Hollywood Vampires’. La voce di Phil Lewis, nonostante gli anni e gli eccessi, è sempre quella che conosciamo: graffiante e roca al punto giusto, decadente narratore di storie del Sunset Blvd. Tracii Guns, nonostante non sia al 100% è comunque in forma: gigioneggia con l’archetto e la sua Les Paul come un certo Jimmy Page e ricama assoli su assoli supportato anche da Michael Grant, preciso, veloce ed iperginnico axeman, capace di piegarsi all’indietro sino quasi a sfiorare il pavimento con la testa. Anzi proprio il chitarrista ha il suo momento di gloria per una cover di ‘Purple rain’ che, nonostante sia risultata tutt’altro che sgradita, toglie spazio ad un altro pezzo degli L.A. Guns.
Dopo la pausa si ricomincia con altri classici quali ‘Malaria’ con tanto di assolo di theremin, ‘Never enough’, ‘Ballad of Jayne’ sino alla conclusiva ‘Rip and Tear’ che chiude il set senza possibilità di bis. Mentre esco dal locale penso che non sapremo mai quanto business ci sia dietro questa reunion che vede l’assenza del membro storico Steven Riley e una non grande intesa sul palco tra i due leader; anche il nuovo logo, spezzato, sembra confermare che la crisi c’è stata e c’è ancora, ma fatto sta che il gruppo ha fatto uscire un signor disco e, nonostante dissapori sopiti o meno, sono ancora in grado di imbastire uno spettacolo di puro rock’n’roll e fintanto saranno in grado di farlo, noi saremo ancora là sotto. Santomato Live Club non sarà il Whiskey a Go Go, ma per una sera c’è andato vicino.
L.A. GUNS live @ Santomato
Report e Foto a cura di Luca Guiotto
Fondatore di Suoni Distorti Magazine e motorheadbanger.