Intervista a Tiziano Marcozzi (Exiled On Earth)
Dopo aver recensito il loro ultimo lavoro ‘Forces Of Denial’ (qui la recensione), rilasciato qualche giorno fa tramite Punishment 18 Records, si rende disponibile l’intervista a Tiziano Marcozzi, leader e fondatore degli Exiled On Earth.
Ciao Tiziano, benvenuto su SDM e grazie per aver accettato di fare questa intervista.
Ciao Benedetta grazie a te e a Suoni Distorti Magazine per lo spazio che ci avete concesso.
Come nascono gli Exiled On Earth e, in particolare, il moniker?
Nascono da un’idea mia e di Gino Palombi nel 2000, avevo da un paio d’anni sciolto i Maelstrom e suonavo in altre bands locali quando venni contattato da Gino che aveva avuto modo di ascoltare il demo dei Maelstrom; da li venne l’idea di ripartire con qualcosa che avesse gli stessi connotati dei Maelstrom.
Siamo sempre stati influenzati da gruppi come Atheist, Death, Cynic, At The Gates, Dark Tranquillity, Hellstar, Annihilator e dal metal classico in generale. Così iniziammo a tirare giù qualche arrangiamento e nel corso dello stesso anno completammo la formazione reclutando Piero Arioni e Alessandro Croce (già chitarra nei Maelstrom) e incidemmo il primo mini cd “Duality Confilcts”.
L’idea del nome ci venne leggendo libri riguardanti la teoria secondo cui l’uomo è un esperimento creato in laboratorio da esseri superiori ma che non diede i risultati sperati e quindi esiliato sulla terra dai suoi stessi creatori.
Il vostro secondo album ‘Forces Of Denial’ è uscito da pochissimo. Mi hanno incuriosito molto il titolo e l’art cover legati all’universo Lovecraftiano. Quanto e come vi ha influenzato durante la stesura del songwriting?
Il titolo mi è venuto in mente quasi all’improvviso. Ho pensato potesse essere il titolo più adatto e ai ragazzi è piaciuto. Le forze della negazione, che limitano l’essere umano costringendolo in una prigione ipnotica dalla quale è difficile svegliarsi un pò come accade nel film “Essi vivono”, in parte la continuazione del discorso iniziato con “The Orwell Legacy” dove parlavamo del mondo visto da una prospettiva Orwelliana e il controllo della mente umana prendeva il sopravvento.
Per la cover (immagine sotto, nda) volevamo che avesse un impatto immediato. Il primo elemento ideato è stata la catena del DNA formata da proiettili intersecati, che sta a simboleggiare il conflitto interiore dell’essere umano sia sul piano fisico (guerre) che spirituale (l’incessante ricerca di se stessi). La guerra da sempre ha accompagnato l’uomo nella sua evoluzione/involuzione, poi ho pensato al serpente che in alcune culture è un simbolo di supremazia ma anche tentazione verso il male.
Dalle fauci di questi due serpenti fuoriescono gli elementi del DNA. In basso c’è una macchina di morte sempre in funzione, una pressa che distrugge il pensiero individuale e crea degli automi pronti a servire. L’elemento lovecraftiano è presente sul retro del case. Come nelle altre nostre uscite dedichiamo uno o due brani al mondo di Lovecraft, in questo caso il brano interessato è “Underground Intelligence” che parla di una base sotterranea gestita dai Funghi da Yuggoth (Mi-Go); una razza aliena interessata all’estrazione di prezionse sostanze terrestri e alla conoscienza umana tramite asportazione del cervello delle vittime, che verrà poi innestato all’interno di cilindri muniti di appendici sensoriali con i quali è possibile comunicare con i cervelli stessi e carpire informazioni. Così ho pensato ai cilindri metallici dei Mi-Go e alle valvole di una testata per chitarra al posto del cilindro dei Mi-Go e abbiamo fatto disegnare il tutto a Design Overload.
Il mondo lovecraftiano e fantascientifico così come quello prettamente orwelliano hanno pesato parecchio nella stesura di tutti i testi. In brani come “Hypnotic Persecutions”, per esempio, il tutto viene visto dagli occhi di una vittima degli esperimenti sulla mente dell’MK ULTRA
Mentre in “The Mangler” la società descritta opprime e distrugge con i suoi elementi preconfigurati da seguire per non essere “diversi” o pensare con le proprie idee. Mentre, “Into The Serpent’s Nest” ha un’introduzione dove si sente una persona che corre all’interno di una grotta e si trova a fronteggiare un rituale in corso ma non si rende conto di essere ormai circondato da serpenti. Il testo poi si apre seguendo molteplici metafore ed è interpretabile a proprio piacimento pur avendo una tematica di base.
Il tutto è davvero molto interessante e lo avete espresso bene nell’album. Avete optato per collaborazioni con altri musicisti?
No, forse in futuro.
La band è sempre stata caratterizzata da questo Thrash tecnico versatile e di ottimo livello,ma facendo un tuffo nel passato,come nasce la tua passione per la chitarra e per questo genere in particolare?
Avevo 16 anni quando iniziai a suonare la chitarra. All’epoca giravano dei video degli Skid Row e dei Metallica e andai “in fissa” per questo strumento, iniziai a destreggiarmi tra i riffs di Metallica e Slayer e da li a suonare cover di “Kill ‘em all” col primo gruppo che avevamo tirato su. Poi, mi sono spostato su lidi più intricati. L’Heavy Metal mi è piaciuto da subito, dopo aver ascoltato dei brani degli Iron Maiden e dei Metallica qualche anno prima, poi la passione non si è mai affievolita.
Il ricordo live più bello?
Non ce n’è uno in particolare, sono stati tutti importanti. Sono un’occasione per conoscere gente nuova e bands con cui condividere questa passione e divulgare il più possibile il nostro modo di fare METAL.
Progetti futuri?
Suonare dal vivo e promuovere l’album il più possibile e ci tengo a ringraziare due musicisti che ci stanno aiutando nel difficile compito di sostituire Gino e Piero che al momento sono fuori per lavoro, David Folchitto (nome ben noto nell’ambiente metal e musicista incredibile) e Luca Bianchi al basso, musicista affidabile e roccioso, già co-fondatore dei Maelstrom più di vent’anni fà.
Conoscendoli di persona, soprattutto David, posso solo confermare la loro bravura. C’è un argomento che vorresti affrontare di cui non ti ho chiesto in questa intervista?
Hmm…no.
Un messaggio per i vostri fans?
Grazie a tutti quelli che ci hanno seguito dall’inizio sino a ora e a tutti quelli che si sono avvicinati a noi di recente anche soltanto per curiosità o per ascoltare un brano online, continuate a supportare il Metal! Soprattutto quello di casa nostra .E ascoltate il nostro nuovo album, non rimarrete delusi!
Bene Tiziano, ti saluto, ringraziandoti ancora per la disponibilità e augurando agli Exiled On Earth il meglio per il futuro.
Grazie a te per lo spazio concesso e un saluto a tutti i lettori di SDM.
Intervista a cura di Benedetta Kakko Delli Quadri