Intervista con EMYN MUIL
Oggi abbiamo il piacere di ospitare sulle nostre pagine virtuali Emyn Muil, one-man band epic black metal italiana che vede impegnato il polistrumentista pugliese Saverio Giove.
L’artista non cela di certo una immensa passione per Tolkien ed il suo “circondario”, e ci racconta un po’ il suo approccio e ci accompagna in un piccolo ma intenso viaggio nel suo “mondo”. Il nostro Luca Truzzo ha colto un’occasione per porgli alcune domande sul progetto, senza tralasciare il suo ultimo album ‘Afar Angathfark’. Ecco quanto si sono detti…
Emyn Muil è un progetto che nasce da ispirazioni tolkeniane. L’influenza dello scrittore inglese sul mondo della musica è ormai data per assodata, ma cosa spinge un musicista a decidere di comporre tre dischi sul mondo fantastico del Signore degli Anelli?
Direi prima di tutto la passione per la poetica dell’autore e delle sue fonti di ispirazione, prima di scoprire Tolkien sono sempre rimasto affascinato dal folklore nord-europeo, dall’epica medievale inglese e dalle saghe di antichi eroi della mitologia norrena. Tolkien rappresenta per me l’unione di tutto ciò che mi ha sempre appassionato, per cui è stato naturale per me dedicarmici musicalmente.
Ad oggi sono tre i dischi che compongono la tua discografia, ed ognuno rappresenta una storia diversa. Come hai scelto gli argomenti su cui poi hai costruito i tuoi dischi? Nonostante le differenze c’è qualche cosa che li lega tra loro?
Sarò molto sintetico, tutti e tre gli album raccontano alcune vicende del Silmarillion, considerata da molti la “Sacra Bibbia” dell’universo tolkeniano. Il primo album è dedicato al romanzo “I figli di Hurin” (che compone anche una parte del Silmarillion) che è stato uno dei primi libri di Tolkien che ho letto dopo Il Signore degli Anelli. E’ un racconto che mi ha coinvolto parecchio e ho voluto omaggiarlo dedicandogli l’album di debutto. Il secondo racconta della caduta di Numenor, è un racconto relativamente breve e mi sembrava adatto ad essere musicato con un album dedicato, che tra l’altro è il più breve dei tre. Il terzo, che ammetto volesse essere fin troppo ambizioso in termini di concept, racconta invece della figura di Feanor (uno dei personaggi più importanti), creatore dei Silmaril, e della sua guerra contro Morgoth, il Signore Oscuro. Questa prima trilogia di album quindi l’ho voluta dedicare interamente al Silmarillion, anche se è impossibile raccontarne tutte le vicende, non basterebbero 10 album!
Musicare storie fantasy e di altri tempi è più semplice rispetto a musicare il mondo moderno?
Più semplice non lo so, più interessante per la mia personalità sicuramente si! Mi da la possibilità di esprimermi meglio e lo considero un “rifugio sicuro” dalla realtà del mondo moderno che vivo già tutti i giorni, e mi basta così.
Le sonorità epiche sono un elemento costante nei tuoi brani, nonché elemento tipico di una parte del Black metal. In certi momenti ci si sente quasi parte dei racconti narrati nei tuoi brani, un po’ come riuscivano a fare i cantori del passato. Dall’altra parte sono diventate uno stereotipo del genere. Domanda cattiva… ma può esistere questo genere seguendo scelte musicali diverse?
E’ difficile immaginare un sottogenere come quello dell’Epic Black Metal con scelte musicali che non prevedano sonorità epiche! Per quello che mi riguarda ho sempre cercato di portare qualcosa di diverso in ogni album, non nel genere sia chiaro, ma nel mio personale percorso da compositore autodidatta. Certo oggi il genere si è molto saturato rispetto a 10 anni fa quando ho iniziato a comporre, ma per rispondere alla tua domanda probabilmente è possibile che il genere possa esistere seguendo scelte musicali diverse, ma è altrettanto probabile che a quel punto diventerebbe qualcos’altro.
“Afar Angathfark” è il tuo ultimo disco, uscito nel 2020 per la Northern Silence. Parlacene
Come ho già detto nella precedente domanda l’album è dedicato principalmente alle figure di Feanor e Morgoth, all’inizio avevo pensato al concept come una sorta di “riassunto” del Silmarillion ma poi mi sono reso conto che era impossibile. Comunque rispetto ai precedenti due album lo considero quello più ambizioso, per la prima volta ho allargato le mie collaborazioni con altri artisti esterni che mi hanno dato una mano nel raggiungimento di quello che avevo in testa, i componimenti sono più elaborati e vari, la varietà sonora è sempre stata un mio pallino in tutti gli album e in quest’ultimo ne sono rimasto particolarmente soddisfatto.
Per un artista, che come te, produce musica lontana anni luce dal mainstream musicale attuale, è più semplice trovare etichette disposte a credere nel tuo lavoro all’estero o in Italia?
Beh per come la vedo io la nicchia si sta allargando! Quindi direi di si, conosco diversi progetti emergenti che non hanno trovato difficoltà a trovare un’etichetta per una pubblicazione, anche di poche copie, e in questo senso il mercato del collezionismo sicuramente aiuta e sta proliferando con il ritorno del vinile e delle musicassette, quindi si, possiamo aspettarci un periodo particolarmente florido per le piccole produzioni e artisti indipendenti, purché dietro ci sia della qualità, questo è ovvio.
Per il futuro cosa possiamo aspettarci?
Al momento le circostanze della vita mi costringono ad una pausa creativa non voluta, ma ho già firmato un nuovo contratto con la NSP per la produzione di altri tre album di Emyn Muil, e nel mese di Aprile verranno pubblicati, ufficialmente per la prima volta, i mie altri due side-projects Valtyr e Ymir. Sono progetti che ho lasciato un po’ in soffitta ma che mi piacerebbe riprendere, qualora ci sia un interesse da parte della fan base e dei supporter che mi conoscono e mi seguono.
Se Emyn Muil ha riscosso il tuo interesse, puoi seguirlo su Facebook.
Intervista a cura di Luca Truzzo