Intervista alle Burning Witches, le stelle emergenti dell’Heavy Metal!

Intervista alle Burning Witches, le stelle emergenti dell’Heavy Metal!

Le stelle emergenti dell’heavy metal, Burning Witches, ai nostri microfoni. Intervista con Lala Frischknecht, batterista delle metal ladies svizzere!

L’heavy metal tradizionale non hai mai assunto una forma così piacevole, specie per chi è sempre stato abituato a vivere all’interno di una scena prevalentemente dominata dal sesso maschile. A portare alta la bandiera di un genere musicale che ha fatto la storia ci pensano le Burning Witches, band tutta al femminile che, grazie ad un forte temperamento e ad un innato carisma, dà forma e colore ad un panorama diventato sempre più ostile e ostico nei confronti del gentil sesso, dando prova che anche le donne, quando vogliono, sanno tirare fuori gli attributi! In occasione dell’imminente uscita del secondo album in studio ‘Hexenhammer’ (ordinalo qui), la cui pubblicazione è attualmente programmata per il prossimo 9 novembre per Nuclear Blast Records, abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro simpatiche chiacchiere su Skype con la batterista del combo di Brugg, la simpaticissima Lala Frischknecht, che così si presenta ai nostri microfoni.

Ciao Lala, benvenuta su Suoni Distorti. Per noi è un piacere averti qui. Vorrei iniziare la nostra chiacchierata, parlando appunto, del secondo album in uscita delle Burning Witches, “Hexenhammer”, che uscirà a breve su Nuclear Blast. Come ti senti a riguardo? Quali sensazioni accompagnano questo grande evento?

Siamo molto eccitate per la pubblicazione del nostro secondo disco, “Hexenhammer”, e non vediamo l’ora di vedere il tipo di impatto che avrà sul pubblico, dal momento in cui abbiamo lavorato duramente per questo album, dalla bellissima copertina alla produzione di ottima qualità. Abbiamo lavorato tanto affinché potesse accadere tutto questo. Credo anche che tutte quante noi siamo cresciute sia come musiciste, che come band, credo che sia una cosa buona! Sono molto entusiasta!

Il nome della band è effettivamente un nome molto forte, tenace. Inizialmente, nella mia totale ingenuità, pensavo fosse una sorta di tributo allo storico brano dei Warlock, “Burning The Witches”. Chi ha avuto l’idea? Vi considerate un po’ le streghe dell’heavy metal?

Mmh no, i Warlock avevano a che fare con le streghe, noi ci chiamiamo Burning Witches, siamo cinque ragazze che vogliono suonare musica heavy metal, siamo sempre state motivate, bruciavamo per questo genere musicale… per questo motivo abbiamo trovato questo nome, Burning Witches. Abbiamo anche questo logo, questa specie di pentagramma, noi siamo in cinque e il pentagramma, questo simbolo a cinque punte, rappresenta cose buone, i cinque elementi, ovvero l’aria, l’acqua, il fuoco, la terra e lo spirito. Credo che sia qualcosa che si adatti bene a noi, che ci rappresenti.

C’è chi vi ha definite le nuove Judas Priest al femminile, chi, invece, vi etichetta come “le cinque figlie di Doro Pesch”, e ancora chi vi associa agli Accept. So che molte di voi sono cresciute a pane e Judas o Iron Maiden. Che effetto vi fa essere associate a dei mostri sacri dell’heavy metal internazionale?

Per me è un complimento enorme! Se qualcuno, ad esempio, ci paragonasse ai Warlock… beh, sarebbe bello. I Warlock non sono solo un gruppo, sono leggende, hanno fatto della gran musica! È una gran bella cosa essere paragonate a loro, anche se la nostra musica è completamente diversa, seppur sia sempre heavy metal! È un bel complimento. Avere, poi, influenze tratte da Judas Priest e Iron Maiden ha il suo perché, noi ci divertiamo a fare musica e credo che sia automatico far uscire quelle influenze mentre crei musica.

Magari sbaglio ad asserire quanto segue, ma nel vostro sound io ho percepito anche qualche leggera influenza thrash, specie nel brano “Executed”. Quali sono le band o gli artisti che hanno forgiato il vostro background artistico?

Abbiamo ascoltato diversi generi musicali, come ti dicevo proprio poco fa se trai ispirazione da un certo tipo di musica e ti piace ascoltarla, non importerà lo strumento che suonerai, quella influenza uscirà automaticamente fuori. Sì, abbiamo anche qualche influenza thrash metal, come ad esempio Exodus e Sepultura. Queste persone ci hanno portato ad essere delle metalheads! Queste band (Judas Priest, Iron Maiden, Sepultura, Exodus) ci hanno forgiate anche come persone, non ci hanno solo spinte ad ascoltare questo genere di musica. Io credo che qualsiasi genere musicale tu ascolti viene visto come una sorta di terapia, ti aiuta a vivere la vita di tutti i giorni.

Parlando appunto di thrash metal, è impossibile non menzionare l’aiuto prezioso di Schmier, frontman dei thrasher tedeschi Destruction, il quale ha molto creduto nella band e vi ha addirittura aiutate nella produzione del disco. Che tipo di contributo ha fornito? Ha influenzato in qualche modo la registrazione o la composizione del materiale o, al contrario, si è solo limitato a fornire il proprio appoggio e a darvi qualche suggerimento?

Sì, lui è sempre stato presente sin da quando le Burning Witches hanno intrapreso il loro percorso, dal momento in cui Romana voleva fortemente una band tutta al femminile ed era molto amica di Schmier. Ci supporta in tantissimi modi, ci dà persino qualche suggerimento perché credo che abbia molta più esperienza in merito all’industria musicale, soprattutto quella metal… Non solo Schmier ci aiuta in questo, abbiamo anche la nostra famiglia qui in Svizzera che ci aiuta tantissimo.

Abbiamo queste persone che fanno parte di questa band svizzera, chiamata Gonoreas, il chitarrista è il marito di Romana, la nostra chitarrista. Lui, ad esempio, ha contribuito all’arrangiamento dei brani, era presente e Schmier, per noi, era come se fosse un padre, o un fratello. È un ragazzo molto carino, siamo molto fortunate ad avere queste persone intorno a noi, perché in veste di band che fa thrash metal devi essere consapevole di alcune cose inerenti al metal, devi conoscerle. Non è propriamente facile essere un gruppo composto interamente da donne, a causa di questo sessimo o di questa discriminazione… dobbiamo fare del nostro meglio! Queste persone sono state con noi, ci hanno aiutate a crescere come musiciste e ci hanno fornito suggerimenti utili a fare determinate cose in veste di band!

Come siete state notate da Nuclear Blast?

Al giorno d’oggi non ci sono tante band al femminile che suonano. Credo che i ragazzi di Nuclear Blast si fossero interessati a noi perché non ci sono tante ragazze che fanno questo genere, per cui credo che sia una buona cosa anche per noi essere nel team di questa etichetta, perché abbiamo una maggior promozione, una vetrina più grande… Aver firmato per questa grandissima etichetta per noi è un sogno che si avvera! Ne siamo molto entusiaste!

Sicuramente molte buone cose arriveranno, specie ora che facciamo parte della famiglia di Nuclear Blast. È anche molto buono il fatto che l’etichetta abbia creduto in noi, nelle nostre abilità e nel nostro potenziale, proprio perché siamo una “all female band”.

Trovo particolarmente interessante il fatto che la band si chiami Burning Witches e il concept scelto per il vostro primo album sia collegato o parzialmente basato al Malleus Maleficarum. C’è da dire che, effettivamente, la scelta è abbastanza azzeccata. Cosa potete dirci a riguardo? Chi avuto l’idea di analizzare questo argomento?

Beh, il Malleus Maleficarum è un libro piuttosto famoso, essendo poi che noi ci chiamiamo Burning Witches, abbiamo pensato che questo libro, conosciuto anche come “Hexenhammer”, fosse il concept più adatto per questo nuovo album, anche perché parla della nostra storia, di come questa cosa correlata alle streghe fosse nata in Svizzera prima che si divulgasse in Europa. Il libro, ovviamente, ha a che fare con la caccia alle streghe, una storia molto triste per i brutti giorni della nostra storia. Per noi aveva più senso avere un concept del genere piuttosto che averne un altro completamente diverso o qualcosa che non si adattasse a noi, per cui diciamo che per noi aveva senso.

Come ben sai, il Malleus Maleficarum era un libro scritto da un frate il cui giudizio sulle donne non era particolarmente entusiasta: infatti, costui sosteneva che le streghe esistessero davvero e scrisse, appunto, questo libro come una sorta di manuale, di guida, per cacciare “il male”, dando così vita alla famosa caccia alle streghe, spiegando come catturarle, torturarle, farle confessare e, infine, metterle al rogo. Qual è il tuo punto di vista a riguardo?

Kramer era un pazzo, ha creato questo libro che, a parer mio, è così brutale! Un libro che giudicava le persone, le donne per quello che erano, specie se queste avevano una sorta di segno, queste persone venivano perseguite e additate come streghe! A parer mio era un uomo sessista e folle! È triste sapere che circa 60 mila persone hanno perso la vita ai tempi, è una storia molto triste.

Lala Frischknecht, batterista delle Burning Witches

In quale modo l’argomento che avete, per l’appunto, affrontato nel disco può essere visto in maniera più attuale? Voglio dire, ad esempio, oggi non si fa più la caccia alle streghe, piuttosto si tende ad additare chi è diverso da noi. Ci sono molti razzisti, omofobi, xenofobi… Si potrebbe parlare di una nuova caccia alle streghe, dove le streghe, dunque, sono i più deboli, i “diversi”?

Non posso rispondere più del necessario, perché credo che le streghe siano esistite sul serio, noi ne conosciamo alcune che sono reali. Preferirei credere a loro, a questa religione chiamata “wicca”, poiché è effettivamente una religione. Ha la stessa valenza per i cristiani che credono nel cristianesimo! Questa è una cosa loro, credo che le cose che avvenivano prima della persecuzione e delle relative esecuzioni accadano tuttora, al giorno d’oggi. Ci sono persone che ne torturano altre, senza alcuna apparente ragione, lo fanno e basta. È una cosa che succede ancora oggi, noi crediamo alle streghe, sì!

La vostra band è composta da ragazze. Come ben sai, il cosiddetto movimento “female fronted” ultimamente è parecchio sotto accusa e costantemente sotto il giudizio mediatico di fan e di chi popola la scena. Spesso, purtroppo, sia i fan che le band stesse accusano le cantanti o, comunque, gli elementi femminili di mettersi troppo in mostra e di dare molta più importanza all’immagine piuttosto che alla qualità del prodotto offerto, ovvero lo show e la musica stessa. Personalmente, mi dissocio da questa cosa, è vero che ci sono molte band o molte cantanti che, effettivamente, pur di attirare il pubblico si mostrano scosciate o fanno leva sul proprio corpo pur di apparire, ma fortunatamente non tutte le band o le cantanti sono così. Io sono sempre dell’idea che se punti tutto sull’estetica è perché, forse, non hai effettivamente null’altro da offrire. Quale è il tuo pensiero a riguardo?

Credo di poter spiegare la cosa sotto un punto di vista diverso: se, per esempio, sai di avere un colloquio per una compagnia importante, sai che devi presentarti in un certo modo, devi vestirti bene ed essere truccata al meglio e devi sapere anche di che cosa andrai a parlare, devi essere comunque presentabile; lo stesso vale per noi, dobbiamo essere presentabili pur non presentando il nostro lato sexy! Si può essere sexy anche solamente indossando dei jeans o dei leggings, non dobbiamo mostrare il seno o nient’altro. Vogliamo essere belle sul palco, anche se andiamo fuori, vogliamo essere belle pettinate e truccate, giusto? La stessa cosa vale quando si sale sul palco, indossando vestiti normali, dobbiamo essere presentabili!

Come dicevi tu giusto un attimo fa, la gente che discrimina solo a causa del genere, del sesso.. beh… diciamo che ci sono dei pro e dei contro e questo vale per tutte le band al femminile. La gente si sentirà sempre nella posizione di giudicare, perché la band è rara e sarà facile di conseguenza fornire dei giudizi. La seconda motivazione è che questo tipo di band scatena la curiosità delle persone. La cosa bella è che abbiamo guadagnato sempre più ascoltatori, incuranti del nostro genere, del nostro sesso! Siamo così grate a queste persone perché non si curano dei giudizi, non gliene frega niente, perché alla fine dei conti trattasi sempre di musica. A me non fa differenza se ci sono donne o uomini, non mi interessa la razza, l’età, il colore della pelle… Siamo tutti uguali! Ascoltatevi la musica e godetevela, perché così facendo vivrete quotidianamente la vostra vita!

Sempre ricollegandomi a ciò che ho appena chiesto, secondo te perché nel 2018 ci sono ancora distinzioni di sesso? Perché molti fan prediligono il cantante maschile e considerano le donne come “un valore aggiunto”, o, nel peggiore dei casi, un oggetto? Perché vige ancora questo tipo di mentalità? Cosa andrebbe cambiato?

Credo che questa sia una rarità, perché non ci sono tante musiciste donne o tanti gruppi al femminile. Se vi fossero più band al femminile o se vi fossero più musiciste che uscissero a suonare o, ancora, se l’industria musicale fosse guidata da donne, forse non sarebbe più un problema!

Spero tanto che si possa sopperire a questo problema, che possa sparire, poiché se fai parte di una band al femminile allora verrai comunque discriminata, ti verrà detto che vorrai solo mostrare qualcosa e bla bla, ma spero tanto che tutte quelle musiciste donne possano uscire fuori e farsi notare, dimostrando che le donne non appartengono alla cucina! Ahahah, abbiamo anche il diritto di comporre musica, anche tu hai gli stessi diritti!

Come dicevo, voi siete una all female metal band. Sembra che, ultimamente, le band composte interamente da donne stiano tornando alla ribalta e stiano facendo capire a pugno duro che anche le donne possono dare delle belle mazzate nei denti a chiunque. Penso a band come le thrashers Nervosa o le italianissime Killin’ Baudelaire o le Wicked Asylum, le svedesi ThunderMother… insomma, diciamo che era ora che il “girl power” si facesse valere!

Sì, esattamente, perché il metal è una scena prevalentemente dominata dagli uomini e la gente si interessa nel vedere se vi è una chitarrista o una batterista o, comunque, se vi siano donne là fuori . Credo che la gente trovi speciale questa cosa, perché sono abituati a vedere sempre degli uomini sul palcoscenico, quindi è una nuova abitudine dire “Oh, c’è una donna ora sul palco”. È altresì una cosa buona, giusto?

Secondo te quale è il vostro punto di forza? Cosa vi rende così uniche e particolari?

Ah Ah! Uniche?

Mmh, forse suoniamo l’heavy metal tradizionale, o forse perché non sono tante le band che oggigiorno propongono questo genere musicale, soprattutto i gruppi tutto al femminile. Per quel che mi riguarda, anche se non fossi nella band e ascoltassi questo tipo di musica, poiché sono più avvezza al jazz e al metal estremo, darei un ascolto alle Burning Witches, perché le trovo così orecchiabili, perché nel sound vi sono tutti gli elementi necessari: la velocità, le radici heavy metal, roba thrash, chitarre armoniche e melodiche, linee vocali potenti e un drumming molto celere.

Hai praticamente tutto lì… quindi se fosse per me io darei comunque un ascolto! È musica buona e non lo dico perché faccio parte della band, direi la stessa cosa anche se non fossi la batterista delle Burning Witches, ascolterei comunque la band perché la musica è grandiosa!

Come dite voi stesse “Fight ‘till your last breath”… Avrete modo, quindi, di portare anche on stage tutta la vostra “cattiveria” e mostrare finalmente al mondo di che pasta siete fatte? Se non sbaglio, so che avrete qualche live con i Grave Digger, ma cosa riserverete al pubblico? Programmerete un tour vero e proprio?

Per noi è un onore condividere il palco con loro, perché i Grave Digger sono un’altra band leggendaria. Suonare con loro sarà un processo d’apprendimento, questo sarà anche il nostro primo tour esteso, credo che suoneremo con la band per circa 26 giorni insieme. È una cosa molto impegnativa, ma penso che daremo il nostro meglio! Siamo molto entusiaste di poter suonare, siamo pronte! Sono cose che non accadono molto spesso.

Per chiudere in bellezza questa bella chiacchierata, vorrei farti una domanda abbastanza divertente, per non sembrare troppo seria. Una volta il caro Gene Simmons ha sostenuto che il rock fosse morto, cosa che io non condivido assolutamente. Potremmo invece dire che l’heavy metal è più vivo che mai?

Certamente, l’heavy metal è ancora vivo, poiché la cosa buona nell’avere l’heavy metal è perché è ancora qui tra noi, è una musica così classica, nessuno può fare a meno della musica heavy metal! L’heavy metal è una via di mezzo della musica metal stessa, non è troppo brutale, ma ha tutti quegli elementi che rende questo genere musicale aggressivo e, allo stesso tempo, orecchiabile. È ancora lì e noi manteniamo la tradizione.

Ci sono veramente tante band che suonano l’heavy metal, forse propongono uno stile differente ma gli elementi di questo filone sono ancora presenti. Già, credo sia buono!

Grazie Lala per averci concesso il tuo tempo. Come da tradizione, all’intervistata spettano le parole finali!

Cari fans, ahahaha, vi adoro troppo e spero che possiate supportarci sempre, mostrandoci il vostro sorriso mentre suoniamo dal vivo, ma non dimenticatevi del nostro nuovo album, “Hexenhammer”, in uscita il prossimo 9 novembre per Nuclear Blast! Conterrà 10 tracce ed è un prodotto di buona qualità, con una buona produzione, con grandi arrangiamenti e con molte più sonorità heavy metal, per cui dategli un ascolto!

A cura di Arianna Govoni

Le Burning Witches sono Jeanine Grob al basso, Lala Frischknecht alla batteria, Seraina Telli alla voce, Sonia NusselderRomana Kalkuhl alle chitarre.