Intervista ai Subliminal Fear
Di seguito, l’intervista ai Subliminal Fear, realizzata in occasione della loro terza uscita discografica ‘Escape From Leviathan’, già da noi recensita, firmata Inverse Records.
Ciao ragazzi, benvenuti su Suoni Distorti Magazine e grazie per aver accettato questa intervista.
Carmine: Grazie Benedetta, è un piacere per noi essere ospiti su Suoni Distorti.”
Dove e come nascono i Subliminal Fear?
Domenico: I Subliminal Fear nascono da un’ idea di Carmine ed Alessio nel lontano 2001 e con una formazione diversa da quella attuale. A dire il vero, negli anni abbiamo sempre avuto molti problemi di line-up, con il continuo susseguirsi di nuovi membri. Adesso viviamo un periodo di stabilità e questo non può che giovare al lavoro della band. Inizialmente avevamo solo la passione di suonare assieme e di fare delle cover di band come In Flames o The Haunted, successivamente si è deciso di iniziare a comporre della musica inedita.
Ultimamente vi caratterizza un sound dedicato al Cyber Metal, all’elettronica, ma sempre con una particolare attenzione alla melodia. Cosa vi ha ispirato nello scegliere questa strada piuttosto che un’altra?
Carmine: Rispetto agli inizi e a cosa proposto nei primi due album, il sound dei SF è maturato moltissimo. Hai giustamente notato la componente elettronica, che prima era del tutto assente nei nostri brani. Questo elemento, unito ad alcune nostre scelte quali, una sezione ritmica più “groove-oriented” e la presenza di due vocalist che si completano a vicenda, hanno sicuramente contribuito all’evoluzione della nostra proposta musicale.
Parlando di musica elettronica vogliamo rendere merito al lavoro svolto da Botys Beezart, che ha co-prodotto con noi questo album e si è occupato di tutti gli arrangiamenti dei synth. Senza il suo contributo e quello di Giuseppe Dentamaro dei Golem Dungeon Studios, non avremmo mai potuto raggiungere questo standard. In fase di composizione, sapevamo che la strada intrapresa era quella giusta perché i brani avevano quel giusto mix tra melodia e metal estremo che cercavamo.”
Tutto ciò è particolarmente presente nel vostro terzo album “Escape From Leviathan”, fresco di pubblicazione, ma vorrei soffermarmi sul lyrics songwriting che ho trovato molto interessante e, di conseguenza, sul titolo scelto.
Carmine: Il concept lirico si allinea perfettamente all’aspetto musicale con una tematica dal taglio fantascientifico ispirata a film quali Termiator e Matrix, per citare i più conosciuti. Il titolo “Escape From Leviathan” è nato prendendo spunto dall’omonimo libro di J.C. Lester che è un opera molto critica sul libertarismo.
Mentre il filosofo inglese Thomas Hobbes, nella sua opera “Leviatano” descrive lo stato come una creatura primordiale, dal potere assoluto le cui membra sono i cittadini. Da questi due concetti siamo partiti per lavorare al concept del nostro album, immaginando la nostra società nel futuro ed in una fase conclusiva di processo degenerativo che ha portato le macchine a governarci. Infatti in questo scenario apocalittico la società è incapace di autogovernarsi ed è quindi schiava delle sue scelte sbagliate e dall’incapacità di riconoscere il male. In tutti i brani è sempre presente il concetto di “incapacità” di autogovernarsi e di non poter fare la scelta corretta.
Ad esempio nel testo di “Self-Proclaimed Gods”, a governarci sono dei falsi dei o gli stessi individui che noi abbiamo legittimato ingiustamente in quella posizione, oppure in “Phantoms or Drones”, vi è la difficile scelta di essere un fantasma e quindi invisibile alla società, che è governata dalle macchine da noi stessi create, oppure un drone e dover essere controllato a distanza. La visione negativa in “Escape from Leviathan” è che siamo inconsciamente tutti schiavi delle nostre paure e dell’egoismo, facendo parte di un unico corpo corrotto. Il leviatano è quindi per noi una metafora della società ed una riflessione su come questa non dovrà essere nel futuro. Direi che il messaggio contenuto nell’album è anche un’esortazione a meditare su tutto ciò che di sbagliato stiamo vivendo nel presente e di combattere e reagire quando ancora ce n’è la possibilità.”
Lo trovo davvero molto interessante. Quali sono le band che hanno influenzato il vostro background musicale?
Domenico: Le band che ci hanno influenzato sono veramente tante ed ognuna di esse ci ha permesso di sviluppare in modo significativo la nostra musica. Tra queste band evidenzierei, senza alcun dubbio, gli In Flames ed i Soilwork. Queste band per me sono state fondamentali in quanto, prima di entrare nei SF, i miei ascolti e le mie esperienze musicali erano prettamente derivate da un genere molto meno melodico, come il Brutal Death Metal.
L’approccio melodico unito alla musica estrema di queste band, ha influenzato il mio modo di arrangiare i brani. Nel 2014 mi sono interessato alle nuove sonorità “djent” di band come Periphery e Tesseract e questo è stato fondamentale per il nostro cambio di rotta in questo album, dove possiamo incontrare sia elementi di death melodico svedese che alcune di queste influenze moderne.
Grazie a questo lavoro e allo spingerci oltre i soliti clichè del genere, abbiamo creato quel giusto mix che a mio parere, ha impresso un marchio sonoro personale su “Escape From Leviathan”.
Guillaume Bideau, Jon Howard e Lawrence Mackrory sono i nomi delle vocal guests del vostro nuovo album. Come è stata e com’è nata questa collaborazione?
Carmine: Il nostro obbiettivo era quello di comporre delle canzoni che, pur essendo accomunate da un unico concept, fossero differenti tra loro. La presenza di alcuni guest, rafforza il raggiungimento di questo obbiettivo perché ognuno dei vocalist coinvolti ha il proprio stile, e direi che ognuno si è ben integrato nel contesto. Parlando nello specifico, nella seconda parte del brano “Phantoms or Drones”, abbiamo inserito Guillaume Bideau, vocalist dei Mnemic e One-Way Mirror, poiché sapevamo che in quella parte epica e drammatica la sua voce avrebbe dato quel qualcosa in più, in effetti ascoltare tutt’ora il suo arrangiamento mi suscita emozioni.
Jon Howard dei Threat Signal è presente nel brano “Evilution”, una canzone che si avvicina molto al suo stile aggressivo ed è stata una scelta che ci ha ripagato a pieno. Jon è uno dei miglior screamer in circolazione ed è stato fantastico anche nella parte melodica nello special finale del brano.
Su “All Meanings They’ve Torn” abbiamo invece ospitato Lawrence Mackrory, cantante storico dei Darkane. La sua collaborazione è nata per caso ed analizzando il nostro background, molto influenzato dalla scena svedese, la sua presenza è da considerarsi come un anello di congiunzione tra quello che erano i Subliminal Fear e quello che sono diventati adesso.
Invece, relativamente a quella con Seth Siro Anton?
Carmine: Uno dei punti di forza del nostro nuovo lavoro è la connessione tra la musica e il concept lirico. Questo rapporto viene rafforzato dallo splendido lavoro eseguito da Seth per questo album. Non abbiamo avuto dubbi ad affidare a lui la realizzazione di una cover che potesse rappresentare in maniera oscura, simmetrica e drammatica la tematica dell’album. Abbiamo sempre ammirato tutte le sue realizzazioni e l’occasione di averlo come artista non ci è sfuggita di mano. Seth ha avuto modo di leggere i testi delle canzoni e quindi senza nessun’altra indicazione ha realizzato quel capolavoro che penso non abbia bisogno di un ulteriore descrizione. A nostro modesto parere è uno dei suoi miglior lavori di sempre.”
Come nasce un brano dei Subliminal Fear?
Carmine: Partiamo sempre da un riff di chitarra oppure da una melodia che per noi potrà diventare il fulcro della canzone, quindi quasi sempre un ritornello oppure una parte principale. Siamo molto selettivi, quindi scegliamo accuratamente le nostre parti, scartandone molte. Ottenuto il massimo dalla parte principale, cerchiamo di sviluppare una struttura, costruendo altre parti attorno e cercando di inserire anche le giuste parti di batteria.
Il lavoro continua aggiungendo contemporaneamente tutti gli strumenti e perfezionando la struttura e le parti, finché il risultato non ci convince del tutto.
Progetti futuri?
Domenico: Il nostro progetto principale adesso è l’aspetto live e sicuramente cercheremo di suonare il più possibile dal vivo, anche se devo ammettere che, al giorno d’oggi è diventato molto difficile per le poche situazioni, e senza trascurare il fatto che il pubblico sembra sia più interessato alle cover band. Stiamo intensificando i nostri forzi, lavorando in studio per poter eseguire al meglio dal vivo le nuove canzoni.”
Grazie mille per la disponibilità. Avete un messaggio per i vostri fans a fine di questa piacevole chiacchierata?
Carmine: Grazie a te e a tutta la redazione di Suoni Distorti. Un saluto a tutti i lettori che invitiamo ad ascoltare il nuovo album ed a scriverci sui nostri social.
Domenico: Un saluto a tutti voi, venite ad ascoltarci ai nostri concerti se siete in zona!
A cura di Benedetta Kakko Delli Quadri