Intervista agli Svart Vold
Tra le più recenti uscite discografiche, ho riscontrato molta validità nei piemontesi Svart Vold, band thrash/death metal che da poco più di un mese ha dato alle stampe il proprio album di debutto ‘Spiritual Stronghold’ per Buil2Kill. Non mi sono fatto scappare l’occasione di intervistarli ed avere il piacere di farveli conoscere un pò più da vicino……..
Ciao ragazzi e benvenuti su Suoni Distorti Magazine. Presentate gli Svart Vold ai lettori.
ANGELO C.: Grazie a te! Sarà un piacere rispondere alle tue domande!!
Siamo un gruppo di ragazzi proveniente dal Piemonte orientale, tutti dalla provincia di Alessandria, nessuno supera i 25 anni ed abbiamo un gran voglia di gridare al mondo quel che ci passa per la testa.
La band è formata da Guido Pelizzari alla voce (growl), Federico Cartolano al basso ed allo scream/pulito, Francesco Cartolano dietro le pelli e alle chitarre ci siamo io (Angelo Ciardiello) e Mark Lazzarini, batterista dei già più conosciuti Lucky Bastardz e Art Of Silent.
Siete attivi dal 2007, e dopo due demo, una sistematina alla lineup e varie esibizioni live (anche importanti), siete giunti alla tappa del primo album. Mi illustrereste com’è nato a livello musicale ‘Spiritual Stronghold’?
FRANCESCO C.: Guarda, molto semplicemente, è nato suonando in saletta (ride). In principio, dopo il cambio di line up, abbiamo iniziato a scrivere pezzi, a provare, a tirare fuori idee sempre nuove e da tutto ciò è uscito il demo “Burning Memories”, che ha avuto la funzione di “test” del nuovo sound.
Da lì abbiamo capito che la strada da percorrere era quella, e piano piano è venuto fuori“Spiritual Stronghold”, che ha una sua identità musicale e tematica ben precisa.
Man mano che si è andati avanti con la creazione delle tracce, sia dal punto di vista dei testi sia dal punto di vista del sound vero e proprio, abbiamo cercato di mantenerci su una linea precisa e coerente con la nostra idea del disco, che è venuta fuori un passo per volta, non è nata a tavolino, ma con gli strumenti in mano.
Tutte le tracce sono accomunate da tematiche riguardanti il conflitto nei suoi più ampi termini, da quello più crudo e “semplice” a quello interiore e intimistico. Insomma, il tutto è nato in maniera genuina, senza schematismi e cose prestabilite. L’unica cosa che si è deciso a “tavolino” sono appunto le tematiche portanti di tutto il disco.
Invece rivolgendo l’attenzione al songwriting, che tematiche suscitano il vostro interesse? Avete qualche messaggio in particolare da voler portare all’attenzione degli ascoltatori?
GUIDO P.: La tematica principale di questo album è il conflitto. A volte inutile poichè perpetuato per avidità, brama di potere, cupidigia o mera supremazia fine a sè stessa, portando semplicemente alla rovina interi popoli, altre volte invece fondamentale per spezzare l’oppressione mentale o fisica, per non chinare il capo a chi ci vuole togliere la possibilità di parlare e pensare liberamente, per chi ha sete di giustizia e cerca di conquistarla con le unghie e con i denti, anche sacrificando tutto ciò che di più caro ha, ovvero la vita.
Il conflitto è l’elemento che da sempre accompagna ogni momento della storia umana, ed il suo ciclico ripetersi nei moventi, nei popoli e persino nelle stesse regioni del pianeta, è curioso, poichè ci identifica come razza sempre pronta a combattere per qualcosa. Sta a noi capire se ciò è un semplice istinto di cui mai ci libereremo, oppure una componente maturata con la nostra evoluzione e della quale possiamo fare a meno per migliorarci.
Come nasce un vostro pezzo? Qual è lo schema di composizione che usualmente utilizzate? Programmate già a priori come dovrà suonare lo stesso?
ANGELO C.: No, quando iniziamo a comporre ed a buttar giu idee per un nuovo pezzo non sappiamo mai come suonerà alla fine o comunque non cerchiamo di “forzare” le sue sonorità in una direzione.
Solitamente i nuovi pezzi nascono da improvvisazioni in sala prove, da qualche riff di chitarra o qualche giro di basso; quando qualcuno tira fuori una bella idea ci si lavora sopra ed è li che ognuno mette del suo fino a trasformare quel “brodo primordiale” in un pezzo completo e finito.
Il vostro primo album è uscito per Buil2Kill records. Com’è nata questa collaborazione? Vi trovate bene e liberi di esprimere le vostre idee con l’etichetta?
FRANCESCO C.: Siamo entrati in contatto con la Buil2Kill solo dopo aver terminato il nostro lavoro. Abbiamo deciso, infatti, di affidarci a Tommy Talamanca per il Mastering. Da li c’è stato il primo contatto, poi da cosa è nata cosa. E’ stato lo stesso Federico Pennazzato a suggerirci di rimanere in contatto con loro, di chiedergli se fossero interessati a produrci.
Così abbiamo fatto, ci siamo tenuti in contatto, abbiamo fissato un colloquio aiNadir e siamo arrivati ad un accordo. Siamo in buoni rapporti sia con Trevor che con Federico Gasperi, ci sentiamo spesso e non c’è nessun tipo di problema.
Nel vostro sound ho trovato idee originali, ma ovviamente non manca mai qualche influenza proveniente da band più blasonate. Qual è il vostro background musicale? Quali sono le band che, secondo voi, hanno in qualche modo influenzato il vostro modo di concepire la musica?
FEDERICO C.: E’ una domanda che dovrebbe essere posta ad ognuno di noi! (ride). Abbiamo influenze musicali estremamente diverse ed ognuno di voi arriva da mondi musicali differenti.
Guido e Angelo si sparano Death Metal alla Cannibal Corpse nelle orecchie a tutto andare… Mark è il più “Thrashoso”, mi vengono in mente Slayer e Testament su tutti… mio fratello è quello impallinato da Death tecnico, per intenderci Veil of Maya, The Contorsionist e roba del genere.. io sono quello più “sperimentale”, ascolto di tutto, ogni genere, cerco di espandere le mie conoscenze il più possibile.
Soprattutto su gruppi che nessuno conosce! Quindi penso che si possa ritrovare accenni di tutte queste cose nella nostra musica!
Vogliamo spendere anche qualche parola sull’artwork? L’ho trovato semplice ma interessante.
GUIDO P.: Si, ben detto, semplice. Così come la raffigurazione, anche l’idea che sta all’interno è basilare: mentre tempo addietro erano la cultura e la libertà di pensiero ad attaccare l’ignoranza nella mente delle persone, ora le parti si sono invertite, sono pseudo-sapienza e ignoranza a prendere d’assalto la vera cultura onde rendere le persone nulla più che burattini.
Il soldato nella copertina infatti punta il fucile contro colui che pensa, poichè l’ignoranza è l’arma di chi vuole opprimerci. Quali potenti vorrebbero governare masse che sanno pensare con la propria testa? Nessuno di essi.
I popoli ora sono chiamati a difendersi da questo tentativo di sottomissione, le nostre menti devono essere fortezze aperte agli scambi, sempre pronte ad apprendere, che però sanno difendersi e schiacciare chi le vuole succubi.
Cosa ne pensate del panorama underground della vostra regione di appartenenza? Personalmente ho trovato alcune band molto valide provenire dal Piemonte.
ANGELO C.: In generale penso che in Italia il panorama underground sia vivo e vegeto, forse è proprio il genere in se che non trova molto spazio e fa fatica a “farsi sentire”. Dalle nostre parti è pieno di gruppi che fan buona musica e cercano di dir qualcosa ma la maggior parte propongono sound più classici e meno estremi. Nonostante questo il Piemonte è ricco di proposte e c’è materiale per ogni tipo di orecchio.
Invece allargandoci a livello nazionale ci sono band italiane che vi piacciono in particolar modo? Che ascolti vi sentireste di suggerire ai miei lettori.
FRANCESCO C.: Beh band italiane ce ne sono parecchie e tutte validissime! A me personalmente fanno impazzire Hour of Penance e Fleshgod Apocalypse, portabandiera a parer mio del Brutal italiano.
Ne consiglio caldamente l’ascolto perché spaccano davvero, gruppi così meriterebbero molta più attenzione, sia da noi stessi italiani, sai a livello internazionale!
Illustratemi a parole una vostra esibizione, cosa dovranno aspettarsi i metalheads che ancora non hanno avuto modo di vedervi on stage?
ANGELO C.: Ultimamente, come è normale che sia, stiamo proponendo dal vivo i brani presenti in “Spiritual Stronghold”. Lo show parte con l’intro e noi entriamo con le note di ‘Dead Invain’ per poi proseguire con gli altri pezzi.
Solitamente il tutto è accompagnato dal buon Federico che presentando i pezzi crea un percorso cercando di coinvolgere il più possibile il pubblico e assistendolo all’ascolto ed a una migliore comprensione di tutto lo show. Questo è in linea di massima quello che succede sul palco, anche se ovviamente è difficile spiegarlo a parole, converrebbe vederlo!!
Una cosa che mi piace chiedere spesso ai musicisti, e che suscita ogni volta risposte diverse e quasi mai retoriche… Cosa rappresenta per voi la musica?
FRANCESCO C.: Per noi la musica è puro e semplice spasso! Suonare è semplicemente bello, emozionante, divertente!
Penso sia un pò come fare l’amore, è difficile da spiegare..e in più suonare musica tua, creata da te, è come fare l’amore con una persona che ami… non smetteresti mai di farlo! (ride)
Se qualcuno venisse da voi chiedendovi di preparare un menù culinario basato sulla vostra musica, che cosa gli preparereste e perchè?
FEDERICO C.: Che domanda strana!!! (ride) (benvenuto su Suoni Distorti Magazine ndr) Direi come antipasto qualcosa di delicato e leggero, come gli inserti melodici e gli arpeggi malinconici; come primo un bel piatto di pastasciutta aglio, olio e peperoncino, bello deciso come le ritmiche e gli assoli!
Per secondo qualcosa di dolce-salato, come dolci e salate sono le nostre vocals che alternano scream e growl, italiano e inglese, rabbia e malinconia.
E per dolce niente, perchè se cercate qualcosa di dolce, dovete dirigervi altrove… piuttosto una bella grappa per concludere il tutto!!!!
Con quale band vi piacerebbe condividere un palco in futuro?
GUIDO P.: Questa è una domanda molto personale, andrebbe fatta ad ognuno di noi.. ma penso che nessuno di noi schiferebbe un bel tour in apertura ai Behemoth!!
Bene, tornando alle vostre attività, quali saranno adesso i vostri prossimi passi? Potete anticiparci qualcosa?
FRANCESCO C.: Beh sicuramente torneremo a scrivere pezzi nuovi! Abbiamo una gran voglia di spingere sull’acceleratore, migliorare sempre più songwriting e tecnica!
Nel prossimo futuro certamente daremo priorità all’attività live, per promuovere il disco ovviamente e per farci conoscere, ma non dubitate, torneremo a scrivere materiale nuovo, e sarà una bomba!
Io non posso che ringraziarvi per il tempo che mi avete concesso e la gentilezza mostrata. Vi auguro il meglio per l’avvenire, e lo meritate! A voi l’ultima parola.
ANGELO C.: Beh innanzitutto grazie a te per lo spazio concessoci, per noi vuol dire veramente tanto; speriamo di esser riusciti a descriverci un pò, aver lasciato una buona impressione e speriamo che qualcuno dopo questa intervista sia rimasto incuriosito e abbia voglia di ascoltare qualche nostro pezzo o, addirittura, venirci a sentire dal vivo!
Ciao e grazie ancora!
Per seguire la band: MySpace, Facebook.
a cura di Francesco “Chiodometallico” Russo
Fondatore di Suoni Distorti Magazine e motorheadbanger.