Intervista agli Smokey Fingers
Dopo averli ascoltati, averli visti partecipi al Next Rock Festival, con tanto di vittoriosa conclusione, abbiamo dato luce agli Smokey Fingers, validissima realtà southern rock italiana. Una piacevolissima conversazione con musicisti molto alla mano e simpaticissimi, nei quali abbiamo riscontrato una palese passione e voglia di dire la propria con grande gusto musicale. Eccovi quanto è stato detto…
Ciao ragazzi, benvenuti! E’ un piacere potervi ospitare sul nostro magazine. Per iniziare vi chiederei di presentare brevemente gli Smokey Fingers ai nostri lettori.
Smokey: Ciao, il piacere è nostro!!! Gli Smokey sono Luca Paterniti alla voce, Diego Dragoni alla chitarra, Daniele Vacchini alla batteria e Fabrizio Costa al basso.
Sebbene la band sia attiva dal 2008, alcuni vostri pezzi risalgono al 2006, diciamo pure da quello che era l’embrione degli Smokey Fingers. Da che esigenza nasce l’idea di formare la band? Qual è il vostro background artistico-musicale?
Diego: Bèh, intanto bisogna dire che ci conosciamo tutti da molto prima del 2006, e negli anni abbiamo avuto esperienze comuni in altre Band…. L’esigenza di formare gli Smokey Fingers nasce proprio da queste esperienze, quindi un giorno io e Daniele ci siamo detti: basta coverband, basta tributi (soprattutto a gente viva e vegeta), basta rincorrere il genere del momento per un ingaggio, suoniamo quello che ci pare e vediamo cosa viene fuori!!!
Presi dall’entusiasmo ci siamo messi subito a improvvisare (chitarra e batteria), e in poche ore sono venute fuori le basi di alcuni pezzi che sarebbero poi finiti, prima nell’EP del 2009, e poi in ‘Columbus Way’ del 2011. La cosa bella è che, un pezzo come ‘Old Jack’, è rimasto praticamente invariato dalle improvvisazioni del 2006!!! Per continuare ci servivano comunque un cantante e un bassista, il problema è che quelli che volevamo erano già impegnati in altri progetti, ed erano Luca e Fabrizio!! Quando a fine 2007 si sono entrambi liberati dai loro rispettivi impegni, abbiamo preso la palla al balzo e chiesto loro di unirsi agli Smokey, quindi eccoci qua…
Alle spalle avete un’omonimo ep del 2009 ed il vostro debut album (nonché ultimo lavoro ad oggi), ‘Columbus Way’ del 2011 per Tanzan Music. Cosa rappresenta per voi questo disco?
Smokey: ‘Columbus Way’ (qui la recensione, ndr) rappresenta per noi la voglia di mettersi seriamente in gioco, dopo anni di coverband sentivamo l’esigenza di fare qualcosa di nostro…Bè, ci siamo riusciti e il riscontro è stato oltre le nostre aspettative, quindi siamo ancora piu carichi per il secondo album!!!
Partendo dall’art work, mi illustrate da cosa avete preso spunto e chi l’ha creato?
Daniele: L’artwork l’ho creato io partendo un pò da elementi comuni che contraddistinguono la musica rock e le terre del south. Ho messo giù diverse bozze e poi le ho unite insieme al nome per avere un simbolo unico. Poi grazie anche a delle idee di Diego l’abbiamo modificato in certi particolari, e digitalizzato. Ed è nato quello che vedi sulla copertina.
Un grazie sostanziale anche a Marco Padovani che ci ha aiutato della elaborazione digitale.
Per quanto riguarda la parte strumentale, chi ha composto le tracce? Qual è il metodo di composizione che utilizzate usualmente, partecipate tutti alla stesura?
Diego: Abbiamo vari metodi; la maggior parte delle volte lavoro da solo ad un riff, ad un giro o semplicemente ad un idea, poi la porto alle prove dove tutti insieme la sviluppiamo, la arrangiamo o stravolgiamo!! Altre volte il pezzo nasce da un improvvisazione o da un momento di cazzeggio in sala prove, e poche volte (mi viene in mente ‘Crazy Woman’) ho portato il pezzo finito.
Rimane comunque un lavoro di gruppo, perchè anche quando porto un pezzo finito non impongo mai niente, se va bene a tutti ci lavoriamo, se no lo lasciamo da parte per poi riprenderlo in seguito.
I testi di ‘Columbus Way’ traggono spunto da storie, esperienze vissute più o meno direttamente, affrontano temi diversi ma fondamentalmente raccontano la vita nel modo più sincero e genuino attraverso un linguaggio semplice, diretto.
‘Columbus Way’ mostra i due volti degli Smokey Fingers, quello più trasgressivo e crudo se così si può dire e quello più riflessivo, introspettivo in cui si mette a nudo ciò che solitamente non è visibile, non appare. L’album affronta con leggerezza e sfrontatezza il divertimento, le donne, il sesso, le sbronze e la follia (‘Old Jack’, ‘Crazy Woman’). ‘The Lover’ per esempio è una canzone il cui testo utilizza un linguaggio discutibilissimo, sfrontato, provocatorio e per molti anche censurabile. Poco importa però se consideriamo che si tratta di Rock allo stato puro.
Gli Smokey Fingers però sono anche sogni, speranze, amore. Pezzi come ‘Chains of Mind’, ‘Born To Run’, ‘Ride of Love’ e ‘Sweet Tears’ sono un viaggio attraverso l’animo umano, un confronto tra “l’essere” e il “dover essere” tra ciò che è stato e il tempo che scorre inesorabilmente, tra ciò che è oggi e ciò che vorremmo fosse il domani.
Questi temi si ritrovano poi anche nelle storie di ‘Over the Line’ e ‘Devil’s Song’. Pezzi come ‘Die for The Glory’ e ‘The Good Country Side’ affrontano invece temi quali la follia della guerra e il malgoverno del nostro “Belpaese”.
Messaggi in tutto questo? Nessuno, non siamo predicatori. Ciascuno di noi interpreta ciò che ascolta in modo molto personale. Qualcuno potrà riconoscersi nelle nostre canzoni altri no, tutto qui.
Cosa vi affascina del southern rock? Cos’ha questo genere che vi attrae in particolar modo?
Luca: Personalmente l’impatto sonoro, una miscela esplosiva che grida strada, libertà. Rock vero e genuino. Anche i testi, spesso da molti considerati sciocchi e banali hanno un fascino notevole. Avrei voluto scrivere io canzoni come per esempio ‘Simple Man’ o ‘Was I Right or Wrong’ degli Skynyrd. Tanto semplici quanto sublimi.
Diego: Adoro la miscela di country blues e rock’n’roll, se chiudo gli occhi e penso alla parola southern rock mi vengono in mente strade polverose, tanto sole e campi infiniti… Se apro gli occhi ritorno a dove abitiamo, dove i campi ci sono, ma al posto del sole c’è la nebbia e al posto delle strade polverose c’è il fango!!
Avete alle spalle un buon numero di esibizioni live, qual è un pensiero che normalmente avete dentro prima di salire sul palco? Cosa sentite durante una vostra esibizione, oltre ad impegnarvi nel suonare nel migliore dei modi?
Diego: Spero che tutto fili liscio e che la gente si diverta (oltre a divertirmi io). Durante un esibizione sento subito se c’è feeling tra la band e il pubblico o no, anche se a volte le percezioni sono alterate, può esserci feeling tra noi della band e meno tra noi e il pubblico….
Luca: Sinceramente… “ Ragazzi dobbiamo spaccare il culo!!” Energia, divertimento e tanta energia.
Da pochissimo siete stati la band vincitrice del Next Rock Festival. Che idea vi siete fatti di questo evento alla sua prima edizione? Cosa vi ha spinto a prenderne parte?
Smokey: Sicuramente molto ben organizzato, sarà sicuramente un appuntamento fisso molto importante, e ci auguriamo che cresca ogni anno di più. La cosa che ci è piaciuta subito è stata la presenza di una giuria competente a valutare le canzoni, infatti erano tutti musicisti e addetti ai lavori…
Inoltre gli organizzatori erano mossi dalla passione per la musica e non da un rientro economico, infatti non c’era nessuna quota da pagare ecc… Potrebbe sembrare una cosa di poco conto ma per le band è importante non pagare per suonare!!!
Avete partecipato al Next Rock Festival candidandovi con il pezzo ‘Crazy Woman’, come mai la scelta è ricaduta proprio su questo pezzo? Volete parlarmi di questa “Donna Pazza”?
Diego: Quando è uscito l’album abbiamo puntato su alcuni pezzi, ma parallelamente ‘Crazy Woman’ ha preso la propria strada sul web, in particolare su youtube dove dopo solamente un anno ha raggiunto 70 mila visualizzazioni…
Questo per noi equivale ad un voto popolare, quindi abbiamo deciso di mandare questa come candidatura al NRF
Luca: Non me ne vogliano le Donne ma credo che molti di noi nella vita abbiano avuto a che fare con qualche “Crazy Woman”. La “Crazy Woman” alla quale si riferisce la canzone è quella Donna il cui amore per te si trasforma in ossessione!!!! Diventa isterica improvvisamente per qualcosa che fatichi a comprendere e che probabilmente non capirai mai, non ama i tuoi Amici perché con loro sei in un modo e con lei sei diverso (???)
E’ contenta che fai il musicista ma s’incazza ogni volta che vai a suonare, una birra con gli amici può diventare un potenziale tradimento…. devo continuare??? Meglio di no perché mi sto già alterando…ahahahah Morale? Questo è ciò che sono e se non ti sta bene trovatene un altro!
Ci sono artisti o album che hanno cambiato il vostro modo di concepire la musica per come la concepite adesso, durante la vostra crescita artistico-musicale?
Smokey: Bèh ci sarebbero troppi artisti e album fondamentali da elencare…per quello che riguarda il southern, artisti come Lynyrd Skynyrd, e Allman Brothers sono stati fondamentali per le dinamiche…dosare il suono senza l’aiuto di pedali o simili è per noi importantissimo, e quei gruppi ci hanno insegnato tanto, per non parlare poi dell’improvvisazione…
Cosa fanno gli Smokey Fingers fuori dalla sala prove, quando non suonano? Facciamo un poco di gossip. (Ahahahahah)
Smokey: Lavoriamo ahahha… il rock’n’roll ci paga una bolletta o due, ma per il resto…. Tolto il lavoro e la musica ci rimane poco tempo libero, ma per una birra con gli amici il tempo lo troviamo
Che idea vi siete fatti del panorama rock italiano? Ci sono band che hanno attratto in particolar modo la vostra attenzione? E che futuro prospettate in un’ambiente musicale così affollato, com’è oggi il nostro?
Luca: Per come concepisco io il Rock, penso che nel nostro Paese questo sia ormai diventato un genere di nicchia. Il panorama musicale italiano predilige altre cose. Credo che il rock in fondo non sia mai stato nel nostro DNA.
Se escludiamo la parentesi rock progressive anni ’70, che ha visto protagonisti straordinari quali New Trolls, Orme, PFM, Osanna, Area etc. ritengo che di rock ci sia rimasto ben poco. C’è ancora qualcuno che propone del sano rock… I Negrita dei primi album per esempio erano molto Rock e proponevano delle belle sonorità Southern. Queste ovviamente sono solo opinioni personali. Troppo facilmente si è abusato del termine Rock, generalizzando e mettendoci dentro di tutto e di più. Ciò non toglie che ci sono Artisti di qualità nel panorama musicale italiano ma il Rock è un’altra cosa.
Oggi in Italia il Rock sopravvive nel sottobosco musicale. Ci sono band come W.I.N.D, Los Fuocos, Hungry Heart, per citarne alcuni, che hanno riscontri molto positivi anche all’estero.
Per il futuro del Rock in Italia credo che chiunque voglia esprimersi attraverso questo linguaggio debba rivolgersi oltre confine.
Tornando alle vostre attività… avete prossime date live in vista? State lavorando ai nuovi pezzi per il successore di ‘Columbus Way’? Potete anticiparci qualcosa?
Smokey: Si date ne abbiamo, e visto che il calendario è in continuo aggiornamento vi invitiamo a tenere d’occhio le date aggiornate sulla nostra pagina Facebook.
Per il nuovo album stiamo lavorando su alcuni pezzi, 3 o 4 per adesso, ma le idee sono veramente tante, quindi cerchiamo di fare un po’ di selezione
Come definireste la vostra musica in una sola parola?
Luca: “Genuina”
Come vi ponete riguardo all’utilizzo della rete, per quanto concerne la musica? Se vi dicessi, per esempio, che ho visto il vostro album disponibile in download gratuito, senza il vostro consenso, vi darebbe fastidio?
Smokey: Bèh, il download illegale è ormai un fenomeno incontrollabile, quindi siamo rassegnati…per la gente scaricare gratis è così normale che a volte ci incontrano e ci dicono: “grandi ragazzi, ho scaricato il vostro album, molto bello”… in un certo senso fa piacere, l’ego vuole la sua parte, ma pensare a tutto il lavoro svolto da noi, dai fonici, dai tecnici per dare un certo sound all’album, e vederlo ridotto ad un file di pessima qualità condiviso da un sito Giapponese non è il massimo…
Bene, siamo giunti in dirittura d’arrivo. Non posso che ringraziarvi per la simpatia, con il piacere di avervi avuto ospiti del nostro magazine. Vi auguro tutto il meglio, nella vita e per la carriera! Concludete come preferite, avete tutto lo spazio che volete… a presto!
Luca: Siamo noi a ringraziare te e tutta la redazione di SDM per dare la possibilità a band come noi di arrivare alla gente attraverso canali che non siano solo il palco o i circuiti editoriali legati alla promozione discografica.
Credo fortemente che iniziative come la vostra e come il Next Rock Festival, del quale siete stati tra promotori, siano molto apprezzate da chi, come noi, non ha molta voce nel panorama musicale Italiano. A molti può apparire una cosa normale ma posso assicurarvi che non è così.
Nel nostro paese non è facile trovare chi ti da spazio, chi ti da la possibilità di esibirti e soprattutto che rispetti il tuo lavoro. Un Artista emergente resterà tale per sempre se nessuno gli darà mai la possibilità di far sentire la propria voce.
Per questa ragione siamo noi a ringraziarvi e ad unirci in questo a tutti quegli Artisti ai quali avete dato voce. Posso assicurarvi che sono situazioni come queste che ci ripagano e ci rendono orgogliosi dei tanti sforzi fatti e del lavoro svolto con tanta passione. Grazie a Tutti! Un Saluto e un abbraccio a tutti voi e ai lettori di SDM.
Intervista a cura di Francesco “Chiodometallico” Russo
Per seguire la band: Sito, Facebook, Twitter, Reverbnation.
Fondatore di Suoni Distorti Magazine e motorheadbanger.