Intervista agli Aborym (la parola a Fabban)!
In questo periodo c’è molta attesa da parte dei fans degli Aborym, poichè la band rilascerà il prossimo 27 Gennaio il nuovo album ‘SHIFTING.negative’ tramite Agonia Records, a quattro anni di distanza dalla loro ultima release. Il disco, tra l’altro, vede anche la messa in opera di interessanti special guests e collaborazioni di un certo calibro.
Per l’occasione ho contattato il buon Fabban, mente e fondatore degli Aborym – oltre che persona cortese e disponibilissima, con cui ho avuto modo di fare un punto della situazione sulla band e potergli permettere di presentare lui stesso il nuovo album. Ecco il sunto di una gradevole “chiacchierata” per i nostri lettori!
Ciao Fabban, grazie per la disponibilità e benvenuto su SDM. Hai fondato nell’ormai lontano 1992 gli Aborym, ti va’ di descrivere a parole tue la band? Cosa e chi sono gli Aborym?
Nella formazione di SHIFTING.negative con me ci sono il chitarrista Dan V Danilo Valentini, il nostro fedelissimo Narchost che ora è un membro a tutti gli effetti, Gianluca Catalani alla batteria e pad e Stefano Angiulli, synth & keyboards. In studio con noi lavora full time Andrea Corvo, producer di Roma con cui condividiamo i Synthesis Studios. Oltre a tutte queste persone attorno a noi gravitano altre figure professionali e amici come Teo Pizzolante, il nostro fonico live nonchè produttore di microfoni custom artigianali (Braingasm), microfoni che abbiamo utilizzato in studio, Emiliano Natali che ci segue in studio durante le registrazioni, Guido Elmi il nostro producer-supervisor, Marc Urselli ovvero “Mr.3 grammy” degli Eastside Sound Studios di New York, Luciano Lamanna.. anche lui producer e affidabile braccio destro dietro ai modular synths. Descrivere quasi 25 anni è impossibile e credo sarebbe noioso per chi ci legge… Aborym è Aborym: produciamo musica industrial…
Dopo quattro anni di silenzio siete vicini al ritorno con il nuovo album ‘Shifting.Negative’. Come presenteresti il nuovo disco ai metalheads e, in particolar modo, ai vostri fans?
E’ un disco ostile, a tratti complicato, emozionante..emarginante.. “trippy”. A tratti si apre la porta per poi sbattertela in faccia. Un disco trasversale, con un range di audience potenzialmente molto più vasto rispetto ai nostri dischi precedente, un disco che verrà compreso ed adorato da chi capisce qualcosa di musica e che farà invece arrabbiare alcuni fanatici dell’ “estremismo a tutti i costi”, che spero si dedicheranno ad altri ascolti. Esattamente ciò che voglio da questo album.
Forti di esperienze collaborative con storici personaggi come Bård “Faust” Eithun e Attila Csihar in line-up, vi riproponete con altrettanto validi nomi in veste di special guests, tra cui spicca in particolar modo Sin Quirin dei Ministry, senza sminuire gli altri. In base a quali criteri è ricaduta la scelta degli ospiti?
Di solito le collaborazioni nascono strada facendo e in modo del tutto casuale. A volte propongo una collaborazione ad un’artista, a volte si propongono loro, a volte le cose nascono semplicemente parlando al telefono, mentre ci si parla per altre cose… Siamo tutti molto contenti di aver avuto Sin nel nostro disco. E’ un grande professionista e ha registrato cose stupende. Così come sono particolarmente orgoglioso del lavoro di Pier Marzano, di Joel Gilardini, Ricktor di Electric Hellfire Club, Greg Watkins, Kelly Bogues, Ben Hall, Victor Love, Davide Tiso e di tutti gli altri. Riguardo i personaggi storici di cui parli…posto che anche Gigi D’Alessio qui in Italia è considerato un “personaggio storico”, sono in ottimi rapporti con Bard. Quando possibile ci vediamo e passiamo del tempo insieme con le nostre famiglie, da buoni amici.
Tra l’altro, vi siete avvalsi per la post-produzione di Guido Elmi, un nome di grosso calibro nell’ambiente musicale. Com’è nata questa prestigiosa collaborazione?
Guido ci segue da anni. E’un nostro fan e quando l’ho saputo l’ho contattato per ringraziarlo, visto che spesso mi citava in alcune interviste. Ci siamo incontrati a Bologna, abbiamo passato del tempo insieme e da li è nato tutto. Peraltro, ironia della sorte, sono venuto a conoscenza del fatto che un mio vecchio amico, Vince Pastano (chitarrista di Vasco Rossi) suona con Guido nel suo solo project… Per me è stata la prima volta in cui ho lavorato con un vero produttore… che poi è il produttore di uno che, ti piace o non ti piace, è Vasco Rossi.
Peraltro con il tempo ho scoperto che Guido è un enorme conoscitore e cultore di “metal” a 360°, molto più preparato di tanti mister X, di quelli che scrivono per grosse riviste musicali sai.. E nonostante tutto è una persona umile come pochi. Qualche anno fa non mi sarei neanche sognato di poter anche solo parlare di musica con un personaggio del genere. Le cose cambiano, si evolvono. La vita è un millione di opportunità alle volte.
Rivolgendo uno sguardo sulla storia degli Aborym, dalla partenza con il demo ‘Live In Studio’ del 1993, passando per le varie sperimentazioni – spesso con un occhio in avanti rispetto a tanti altri, sino ad oggi. Che considerazioni faresti sulla tua creatura musicale? Cosa non rifaresti e di cosa vai particolarmente fiero?
L’unica cosa che non rifarei è aprire le porte ad alcune persone che hanno fatto parte di questa band che invece avrebbero meritato solo quattro calci nel culo.
Il fatto che gli Aborym siano un tuo progetto, sei il solo a scrivere musica e testi o ti avvali della collaborazione degli altri musicisti per la stesura?
Ho sempre fatto in modo di essere autosufficiente ed autonomo in modo da non fermare o rallentare i flussi produttivi di Aborym. ‘SHIFTING.negative’, ad esempio, ho iniziato a scriverlo pochi mesi dopo l’uscita di “Dirty” (del 2013, Nda) . Avrei dovuto avvalermi del chitarrista che c’era all’epoca per scrivere alcune idee e arrangiamenti, ma mi sono puntualmente ritrovato a lavorare da solo poichè la mia direzione musicale e il mio approccio verso un certo tipo di sonorità non collimavano con le sue e spesso le mie demo venivano letteralmente devastate. E non mi piace quando qualcuno distrugge le mie idee senza un criterio e senza un obiettivo condiviso.
Dopo quasi un anno, quando gran parte dei demo erano pronti, ho iniziato a lavorare con Dan V, chitarrista preparatissimo, peraltro anche fonico, con un ventaglio stilistico impressionante: esattamente la persona che cercavo, da anni, uno che ha mente e cuore quando mette le mani su una chitarra, capace di masticare metal, di metabolizzare alternative, rock, elettronica, industrial… Abbiamo iniziato ad arrangiare le mie idee insieme e il disco ha iniziato a prendere forma. Strada facendo si sono aggiunti tutti gli altri.
C’è un messaggio di fondo o una particolare idea che ti preme esprimere con i lavori degli Aborym? Cosa vorresti che resti impresso negli ascoltatori?
Cerco semplicemente di attribuire alla musica che scrivo una valenza terapeutica da un lato e narrativa dall’altro. Cerco di raccontare le mie sensazioni, le mie esperienze, le mia paure, il disagio del tempo in cui vivo, cerco di mettere a fuoco le persone e la loro essenza e il loro modo di rapportarsi nella vita di tutti i giorni, cerco di focalizzare i problemi della gente, che spesso è infelice… Senza necessariamente essere distruttivi a tutti i costi, sempre con obiettività e sincerità. Chi ascolta Aborym è preparato a cambi umorali e alla trasversalità della musica e dei concetti espressi attraverso la musica, intesa come un potentissimo veicolo di comunicazione universale.
Come prima anticipazione da ‘Shifting.Negative’ avete rilasciato il singolo ‘Precarious’ corredato da videoclip (visionabile qui), dai tratti angoscianti. Ti va di illustrarlo e spiegare come la scelta sia stata proprio per questa composizione?
Devo essere sincero. Lo staff di Agonia Records ha fortemente premuto per pubblicare questo brano come apripista. Inizialmente non ero d’accordo perchè ero convinto fosse il brano meno indicato per iniziare a promuovere questo disco, ma alla fine ho accettato la loro proposta e devo dire che hanno avuto ragione. Sono molto sorpreso dalle reazioni della gente, sia dei fans di vecchia data che dei nuovi, ho letto commenti incredibilmente entusiastici ed emozionanti. Non me lo sarei mai aspettato e ho avuto l’ennesima conferma del fatto di avere un range di ascoltatori veramente di livello, con una bella mente aperta..
“Precarious” racconta tutto ciò che ho provato sulla mia pelle non più di due anni fa in un periodo particolarmente difficile e claustrofobico della mia vita in cui, oltre a non stare bene, mi svegliavo tutti i giorni con un nauseante senso di vuoto, di isolamento, di solitudine, di precarietà in diversi strati… precarietà a livello di vita, di rapporti con le persone, di lavoro, di idee, di valori.
Dunque, l’appuntamento resta fissato al prossimo 25 Gennaio con il nuovo ‘Shifting.Negative’. Seguiranno suppongo anche date live di supporto, avete già qualche appuntamento da poterci dare?
Da Gennaio inizieremo a provare e ri-arrangiare il materiale nuovo e alcuni vecchi brani. Non abbiamo date live al momento. Quando saremo pronti per trasportare fedelmente e rigorosamente live la nostra musica inizieremo a prendere in considerazione alcuni concerti.
Bene, giungendo in dirittura d’arrivo ci tengo a ringraziarti nuovamente per la disponibilità e per il tuo tempo dedicatoci. Augurando a te ed agli Aborym tutto il meglio, ti invito a concludere come meglio preferisci l’intervista. A presto!
Grazie a te Francesco. Il 2017 sarà un anno clamoroso.
[Il nuovo album ‘Shifting.Negative’ è ordinabile dallo store di Agonia Records e dal sito degli Aborym – da quest’ultimo è possibile ricevere copie autografate dalla band.]
Intervista raccolta da Francesco “Chiodometallico” Russo
Fondatore di Suoni Distorti Magazine e motorheadbanger.