Intervista a Luca Guiotto e Claudio Pino (Loud n’Proud)

Intervista a Luca Guiotto e Claudio Pino (Loud n’Proud)

Oggi giorno sembra vadano aumentando i programmi radio dedicati alla musica Metal e Rock, ma uno in particolare, seguito anche dalla nostra redazione, va avanti da quasi tre decenni (29 anni per la precisione), con una continua rinnovata grinta e una stra-grande passione; elargendo peraltro anche molte chicche musicali.

Ci tenevamo ad intervistare gli instancabili Luca Guiotto e Claudio Pino, conduttori ogni Mercoledì, di Loud’n’Proud – trasmesso via etere e digitale da Radio Diffusione Pistoia. Ecco il frutto di una lunga e gradevolissima chiacchierata virtuale.

Ciao ragazzi, inizierei chiedendovi di presentarvi ai lettori di SDM e con voi Loud’n’Proud.

Loud’n’Proud nasce nei primi mesi del 1986 dalle menti di due, all’epoca, diciassettenni appassionati di musica rock. Luca e Alessio propongono la loro idea di radio show all’emittente Radio Modulare Centro Pistoia che, attratta dalla novità della proposta, decide di inserire nel proprio palinsesto uno spazio settimanale dedicato alla musica heavy metal/hard rock. Dopo innumerevoli prove in studio di registrazione, la prima durata più di due ore – metà delle quali impiegata per decidere chi dovesse cominciare a parlare e cosa dire, siamo stati giudicati idonei alla diretta e il 5 Maggio 1986, introdotti dalle campane di ‘Hell’s Bells’ (AC/DC ndr) abbiamo cominciato la nostra avventura via etere. La scaletta del programma, orario infame, dalle 20 alle 21, dovrebbe essere finita in qualche anfratto segreto però orientativamente si rifaceva ai grandi nomi dell’epoca, Motörhead, Iron Maiden, AC/DC, Motley Crüe, Saxon, Metallica, Bon Jovi (!!).

Le informazioni relative alle bands e agli sporadici concerti erano tratte da quello che all’epoca era l’unico giornale di settore regolarmente in edicola: H.M. Il nome della radio compare proprio nel magazine nazionale e, forse in virtù del fatto, cominciano ad arrivare i primi demos promozionali: i fiorentini Time Escape e i pistoiesi Hyena ottengono promozione e interviste in studio, e la Musical Box Promotions di Klaus Byron inizia la propria collaborazione con il programma fornendo demos e interviste registrate con le bands underground italiane che appaiono nella sua rubrica sul magazine Metal Shock. Verso la fine del 1987 Alessio è chiamato al servizio di leva obbligatorio e comincia per il programma un periodo infelice: oltre ad una conduzione “a solo” da parte di Luca, i primi mesi del 1988 vedono la radio portata a stravolgere il proprio palinsesto con l’esclusione di programmi “non commerciali”, fatto che determina il trasferimento all’attuale emittente: Radio Diffusione Pistoia. Il bisestile 1988, continua la tradizione di anno funesto: anche Luca è chiamato sotto le armi e il programma continua sotto la guida del solo Alessio, fino all’ autunno del 1989 quando, entrambi congedati, viene anche deciso il nome del programma,

Loud’n’Proud (una curiosità: il nome non deriva dall’album dei Nazareth, bensì da una frase di Joe Eliott dei Def Leppard nel presentare l’assolo del chitarrista nella data fiorentina del tour di Hysteria, 1988: ”Loud’n’proud from London town, Mr. Phil Collen”).

Il programma continua la sua vita programmando quella che a ancora oggi è la sua scaletta abituale, ovverosia demos, novità, info live, vecchi classici e non, fino al 1992 quando Alessio, stanco dell’attività radiofonica decide di allontanarsi in maniera definitiva. Al suo posto subentra Claudio da tempo ascoltatore del programma portando con sé passione, materiale fonografico e una discreta conoscenza dell’ambiente metal tricolore. Con il nuovo innesto cominciano ad arrivare non più interviste preregistrate, ma testimonianze catturate nel dopo show con artisti nazionali e non in aggiunta a promo da bands underground. Poco dopo, comincia ad intensificarsi il ramo legato al canale promozionale che ad oggi vede arrivare regolarmente nuove uscite ed anteprime da etichette e distributori quali My Kingdom Music, Jolly Rogers, Frontiers Records, Underground Symphony, Punishment 18, Nuclear Blast, BJF, Stampede e AFM.

Il 5 Maggio 2006 siamo riusciti ad organizzare un concerto gratuito per il ventennale del programma allo spazio musica Melos di Pistoia. Insieme a noi e a tutte le persone intervenute hanno festeggiato tre bands alle quali ancora oggi dobbiamo eterna gratitudine per essersi offerte a titolo gratuito per il felice svolgersi della serata: Juglans Regia, No Remorse e Phantom Lords. Il 22 Aprile del 2011, invece, abbiamo festeggiato le nostre Nozze di Metallo con il pubblico organizzando un live gratuito con omaggio all’ingresso: sul palco, per una serata indimenticabile con ospiti, cover e pezzi inediti, i grandissimi Dark Quarterer da Piombino. E adesso stiamo lavorando per il trentennale. Preparatevi…

Quest’anno giungete a ben 29 anni di radio, durante i quali avete trasmesso tanta buona musica, da band più note a quelle più underground e anche interessanti interviste. Ad oggi, guardando tutto questo cammino, qual è un vostro pensiero a riguardo?

Luca: Beh, quello che una volta era nato come un passatempo, è diventato un… passatempo. Nel senso che l’approccio alla musica è lo stesso, scanzonato, non troppo professionale (niente voce impostata alla finta radio rock per intendersi), e principalmente una scusa per stare due ore insieme a chi ha voglia di ascoltarci. Abbiamo iniziato quando presumibilmente c’erano tre persone ad ascoltarci e non ci siamo mai posti il problema dell’audience. Oggi con lo streaming è lo stesso, potrebbero esserci le stesse tre persone o tremila, noi abbiamo lo stesso atteggiamento. Proponiamo ciò che veramente ci piace e se piace agli altri tanto meglio…

Claudio: Io ho iniziato quasi per gioco, spinto da voglia di fare qualcosa per divertimento, spacciando musica e ancora non mi anno arrestato; quindi direi che mi è andata bene. La voglia di divertirmi è rimasta e mi diverto ancora, quindi fino a quando sarà così, non vedo perché non continuare. Abbiamo sempre saputo che all’ascolto non c’erano le masse, ma ce ne siamo sempre preoccupati poco, perché, quando fai una cosa principalmente per te stesso, il resto conta poco.

Una volta, molti anni fa, successe una cosa che mi fece molto piacere: all’entrata di un locale, un ragazzo mai visto e conosciuto, mentre parlavo, si girò e mi chiese di continuare a parlare e poi se fossi stato io a condurre “Loud n’Proud”, perché lui ascoltava sempre il programma e la mia voce gli sembrava quella di uno dei due conduttori. Guardandoci indietro, sappiamo che siamo stati una goccia, nel mare del metal italiano, ma quella goccia c’è ancora e ciò ci fa piacere e ci rende orgogliosi.

Con lo streaming stiamo raggiungendo più persone e questo non ci dispiace: ci impegniamo, ma non abbiamo mai preparato una singola frase o uno schema in tutti questi anni di programma e non lo faremo certo adesso: mettiamo la sigla, partiamo e andiamo dove ci portano le nostre cazzate. Nemmeno la lista di pezzi da mettere è rigida: ci portiamo sempre più musica di quella che entrerà nel programma proprio per andare a sensazione; soprattutto io mi morto sempre cd e promo come se dovessi arrivare alle 5 del mattino.

Descrivetemi Loud’n’Proud con una sola parola.

Luca: Passione.

Claudio: Divertimento (dato che passione me l’ha rubata Luca).

Ci sono stati momenti particolari che rimarranno nella storia del vostro programma? Quali sono stati i più eclatanti, imbarazzanti, esclusivi o meravigliosi secondo voi?

Luca: Trovare aneddoti in 28 anni di trasmissioni è dura, ma ad esempio ricordo che all’inizio dell’avventura, si parla della defunta Radio Modulare Centro Pistoia, arrivò una demo dei Time Escape, un gruppo fiorentino formato da (adesso) famosi turnisti della musica pop: bene, in radio non erano mai arrivate delle cassette promo, quindi rimase parcheggiata negli uffici della direzione finchè non ci cascò l’occhio sopra e riuscimmo a contattare la band. Stessa cosa per lo storico demo “Metamorphosys” degli Hyaena del maestro Gabriele Bellini (allora acerbo metallaro); una volta in studio ci fu uno screzio tra lui e il batterista dell’epoca e quest’ultimo prese la porta e se ne andò…

Mi piace ricordare anche la promozione meno commerciale che abbiamo fatto: nel 1996, la Black Mark Records, quella dei Bathory e Quorthon per intendersi, ci inviò il CD degli Edge Of Sanity, Crimson, composto da un solo pezzo della durata di 40 minuti. Convinti della bontà del prodotto non ci pensammo due volte a passarlo per intero fregandocene altamente se questa cosa potesse disturbare o meno qualcuno. A noi piaceva ed era giusto farlo conoscere alla gente!

Oppure in sede live, dopo il concerto alla Flog di Firenze nel tour di 2020, durante un’ intervista con i Timoria si avvicinò il cantante Renga che intervenne con uno sproloquio e si allontanò. Il tastierista Enrico e il batterista Diego si guardarono negli occhi rassegnati e mi chiesero scusa adducendo: “Scusalo, ma sa solo cantare!!”. Un ricordo piacevole sono anche quelle fatte con Paul Di Anno in un delirante anglo italiano ma con un saluto finale che ancora resiste in sigla, con Jeff Scott Soto, disponibilissimo, così come Andrè Matos appena uscito dagli Angra. Molto bello e umano invece l’incontro con Mark Shelton dei Manilla Road, gentilissimo nel cercare di capire il mio inglese stentato e talmente cortese da offrirmi tutto quello che avevano nel catering o Katon W. DePena degli Hirax, rimasto sorpreso dal sapere di un programma così longevo e dalla bontà delle domande mie e di Claudio tanto da esclamare: “Hey, this is not a shitty interview!”.

Ah, delirante e divertente quella in diretta telefonica con Morberta, al secolo Roberta Delaude, in arte Morgana (ve ne parlammo qui, ndr), che tra una promessa e l’altra di prenderci a sberle ci dà tranquillamente di salami. Forse però l’intervista che mi ha colpito è stata quella fatta anni fa ad una band giovanissima, non chiedermi il nome, che tra una chiacchiera e l’altra se ne esce con: “Vi ascolto da quand’ero un ragazzino….” Mi sono veramente sentito vecchio. Ne avrei altre, tipo l’intervista di novanta (90!!) minuti con i Dark Quarterer, ma lascio la parola a Claudio…

Claudio: Nei ventidue anni di interviste, avrei tanti di quegli aneddoti, da riempire la Treccani. Anche io mi ricordo dell’intervista fiume con i Dark Quarterer, ma eravamo tutti e due grandi fan e avevamo così tante cose da chiedere loro, che non finivamo più. Emozionante è stata anche la nostra prima intervista alla Strana Officina, all’ Italian Monsters of Rock del 1993, all’Auditorium Flog a Firenze, dato che già a quei tempi la band era, per noi, un’istituzione: ci eravamo accorti che erano emotivamente provati dall’intervista precedente, dagli occhi lucidi di Rolando e dalla faccia triste di Dario (semplici ragazzi che avevano ancora troppo fresco il loro lutto), quindi impostammo l’intervista in modo divertente e ne vennero fuori anche racconti interessanti. A fine intervista, non ci dissero niente a riguardo, ma abbiamo letto nei loro occhi una specie di gratitudine, per non aver chiesto di Fabio e Roberto.

L’intervista più delirante che abbia mai fatto è stata “stranamente” con i Tossic: al Rock on 1994, a Pistoia, dato che avevamo intervistato ogni band presente, per non ripeterci in tempi ravvicinati, ci eravamo inventati un’intervista con domande divertenti o proprio stupide. L’intervista con i Tossic avvenne in condizioni chiaramente alcoliche, sia loro che mie: io facevo la domanda, loro rispondevano, dopo di che, a volte, rispondevo anche io. Ad un certo punto, mi ricordo, che loro iniziarono a ragionare su una domanda fra di loro e si estraniarono dall’intervista e io provai a richiamarli: “Tossic! Tossic! I Tossic non mi cacano più!” e tutto questo andò in onda senza tagli. Un delirio!

Fra le interviste che ricordo con più piacere dei tempi vecchi ci sono anche quella con i Raw Power (con Giuseppe Codeluppi e Alessandro Paolucci, intervistati a turno, che fra ricordi, desiderio di veder riconosciuti i loro meriti e consapevolezza di treni persi, mi fecero realizzare una bella intervista “vera e amara”); quella telefonica in diretta con il vate(r) e guru del rock demente italiano, il compianto Roberto “Freak” Antoni, che fra perle, autocitazioni e ragionamenti a volte seri, mi ha regalato una delle mie soddisfazioni più grosse.

Fra quelle a gruppi esteri, la prima che mi viene in mente è quella fatta a Piacenza, con Michelle Meldrum, per il tour della sua band di allora, il 2 Dicembre 2007, se non erro. Intervista bellissima, con lei che si è aperta completamente, avendo capito che la seguivo da quando avevo 17 e lei ne aveva 21. Siamo diventati subito amici. Non so perché saltò fuori anche Rocco Siffredi durante l’intervista e lei se ne uscì con tutta la dolcezza possibile, con un “everybody loves Rocco” e con un “a woman’s gotta have what a woman’s gotta have”. Finita l’intervista, continuammo a parlare e chiacchierare come se ci conoscessimo da 18 anni, anche durante le foto con i vari fan. Ci tenemmo in contatto, fino a quel maledetto Maggio 2008. Mi manca tantissimo. I suoi saluti al programma, che sono il finale della sigla di chiusura, sono i più belli e dolci che ci abbiano mai fatto, a parer mio.

Mi ricordo anche dell’ estrema gentilezza, disponibilità e umanità di Bobby Blitz degli Overkill (una persona vera, non un personaggio, uno che, nonostante le mie ancora evidenti difficoltà di pronuncia inglese, ha voluto non leggere le domande, ma che le ripetessi con calma, fino a quando riusciva a capirle); della disponibilità degli Hammerfall (con la promessa di giocare a basket fra di noi, alla prossima occasione, che, purtroppo, non c’è mai stata) e di Udo (anche se tutti lo dipingono come scontroso); della bella intervista con John Mortimer degli Holocaust (con una chiacchierata continuata anche dopo, che poi ha portato ad una vera amicizia); della cortesia di Fernando Ribeiro, con cui venne fuori una bella intervista, in cui parlammo non solo di musica, ma anche di poesia; della simpatia e dolcezza delle Girlschool, che mi raccontarono di un retroscena del ultimo disco inciso, riguardo al modo in cui son riuscite a far essere presente anche Kelly Johnson, “suonando” in un pezzo, la sua urna con le ceneri (credo che, soltanto mesi dopo, lessi la stessa cosa su una rivista). Una di quelle di cui vado più fiero anche io è quella fatta a Katon: domande diverse dal solito e impegnate, per una persona intelligente, profonda e disponibile: il suo tour manager ci faceva cenni da almeno 10 minuti, che avevamo già abbondantemente sforato il tempo a disposizione, ma era lui che lo ignorava e che voleva continuare quella chiacchierata. Il suo “Hey, this is not a shitty interview!” ha fatto star bene sia me, che Luca. Di aneddoti veri e propri me ne vengono in mente due, per le interviste di gruppi esteri: il cantante dei Blackshine, che vedendo la mia Kodak con i flash estraibili a cubo (quelli con cui potevi fare quattro scatti e poi dovevi buttarli via), attaccò a spiegarmi come fare delle bombette, utilizzandoli; con Lemmy e i Motörhead in quel di Firenze, Marzo 1997: per una buona parte di intervista, mi aveva dato una mano la mia ragazza dell’epoca, ben più brava di me a parlare inglese, poi dopo intervenni io; Lemmy se ne uscì con un qualcosa di simile ad un: “Ah, ma parla?”. È Lemmy, quindi perdonato subito.

Chiudo il tutto con gli ultimi due aneddoti, anche se ne avrei tanti altri: intervista a Firenze ad un noto personaggio del metal italiano; alla mia domanda se tutto andasse bene, la sua risposta (“il naso tira ancora, il cazzo tira ancora, quindi …”) lasciò me con una faccia, con la tipica espressione fra il non ci credo e il vaffa e il suo chitarrista, prima esterrefatto, poi morto dal ridere. Senza parole. Durante un’intervista ad una band Italiana, nel loro furgone in quel di Prato, mentre il bassista rispondeva alle domande, il cantante si faceva tre tirate di sostanza bianca. Alla terza tirata, il bassista si accorse del fatto e lo “sgridò”, per non avergliela ancora passata.

Avendo ormai una certa esperienza ed un rapporto molto rodato con gli ascoltatori radiofonici, qual è secondo voi il genere che continua ad attirare il pubblico in particolar modo?

Luca: Sai che non mi sono mai posto il problema? Come detto noi non ci preoccupiamo di fare un programma “metal”: dopo i Napalm Death puoi benissimo ascoltarti un brano dei Boston e poi uno dei Biglietto Per L’Inferno perché noi, vuoi forse per l’età, ascoltiamo veramente di tutto e ci piacerebbe che anche chi segue il programma avesse una mentalità aperta verso la musica. Ecco forse cosa manca ai ragazzi di oggi, la fame di musica. Sono abituati ad avere tutto pronto e subito, basta un clic e ascolto tutto di tutti ma senza assimilare la cosa.

Per esempio, se in una intervista Steve Harris diceva di ispirarsi ai Wishbone Ash per le chitarre gemelle, io me li andavo a cercare, tra gli amici, tra le recensioni dei giornali, magari rompendo le palle al proprietario del negozio di dischi solo per capire di cosa stesse parlando uno dei miei musicisti preferiti ma alla fine avevo scoperto una band in più. Poco importava mi piacesse o meno, avevo scoperto qualcosa di nuovo. Adesso questo tipo di ricerca è più immediata, ma forse data proprio la semplicità di scoprire le cose, meno interessante…

Claudio: Dire cosa va per la maggiore, adesso, in un genere che non muove più le masse oceaniche, se non per 15/20 nomi al massimo in tutto il mondo, dopo tutti i generi e sottogeneri che si sono alternati, è veramente proibitivo: anche perché non ne avrei la più pallida idea. Non ci siamo mai preoccupati di cosa andasse o attirasse qualche orecchio in più, ci siamo sempre mossi a gusti personali, anche quando si trattava di mettere qualcosa di promozionale: ti puoi accorgere subito cosa ci ha colpito fra il materiale promo, perché puoi sentire più volte quel disco o quella band o cosa non ci è proprio piaciuto, perché passa una sola volta e mai più; ma ci sentiamo comunque in dovere di promozionare tutto, anche quello che non ci è piaciuto, se ci è stato inviato, anche solo per ringraziare per la fiducia verso di noi e per il disturbo di avercelo mandato.

Per tornare a parlare di generi, siamo passati fra la fama di Metal Classico, di Hard Rock Classico, di Hard and Heavy americano e di Glam/Street, di Thrash, di Grunge, di Nu Metal, di un certo tipo di Alternative e di Crossover, di Hardcore, di Doom e di Epic, di Gothic, di Death, di Black, di Power, di Grind, dello Scan Rock, di ritorni di fiamma del pubblico per ognuno dei generi citati, senza mai preoccuparci troppo di far pendere ogni puntata o periodo da una parte, piuttosto che da un’altra: come già detto, ogni puntata è stata solo guidata dai nostri gusti personali, a volte anche in disaccordo fra noi due, ma sia io che Luca siamo liberissimi di mettere ciò che più aggrada a ognuno, senza preoccuparsi dell’altro. Vige la massima libertà. Però, Luca, adesso basta passare quella musica di merda che ti piace tanto! Non la sopporto più. Ahahahahah

Facciamo un po’ di gossip. Al di fuori dell’ambito radiofonico, chi sono Luca e Claudio? Suonano o hanno suonato in qualche band?

Luca: Metallaro, sovrappeso, capellone, padre orgoglioso di due figli (che sembra stiano seguendo in modo random le orme del babbo), operaio METALmeccanico, lettore accanito di Alan Ford dal lontano 1978. Mai fatto parte di qualche band, se si esclude un paio di urla sguaiate in una blues band da cantina mai uscita da là sotto, mai preso in mano uno strumento con seri propositi, ma una passione enorme per la musica e la fotografia e ultimamente per il trakking da montagna.

Claudio: Diviso fra Hardcore e metal, Obiettore di coscienza fin dai tempi del liceo (ancor prima di fare il servizio civile) , contro ogni forma di razzismo, fascismo e ignoranza, meno capellone di Luca (adesso, ma non per colpa mia: maledetta natura), sovrappeso (fino a poco tempo fa sempre meno di Luca). Appassionato di Basket (fino a quando la schiena è stata d’accordo anche pessimo giocatore), atletica leggera e sport interessanti a livello maniacale (ogni estate mi piazzo alla televisione fra Olimpiadi, Mondiali o Europei di Atletica, Nuoto e Basket e assumo la forma del divano); appassionato di Cinema Horror / Thriller / Gotico Italiano degli anni 60/70 e poco 80 e straniero di quel periodo o antecedente.

Passato da HM e Metal Shock, a Psycho, a Classix e Classix metal, passando per i vecchi Metal Hammer e gli odierni Metal Maniac e Rock Hard: mi piace tenermi informato su uscite e altro, alla vecchia maniera, con la carta stampata. Sbircio ogni tanto anche le webzine, ma non riesco a sentire mio questo mondo, ancora: è solo questione di tempo. Mi piace leggere, con i miei tempi fumetti, biografie musicali o di personaggi di contro-culura o di rottura, libri su movimenti o avvenimenti storici, sia biografici che dossier, anche a fumetti (nuova frontiera di comunicazione e informazione, non solo evasione). Drogato di musica e concerti, a livello irreversibile, fino al punto di aver organizzato, insieme ad altri loschi figuri tre festival a Pistoia, di metal Italiano, a metà degli anni 90, vizio che mi è rimasto e che ogni anno, dal 2012, mi spinge, con la scusa di festeggiare il mio compleanno a organizzare un piccolo festival, solo per puro divertimento. Per non rimanere troppo con le mani in mano ho prodotto anche due cd tributo alla Strana Officina, “Officina dei Sogni”: il primo con gruppi toscani, nel 2011, e il secondo con gruppi italiani e esteri, nel 2014 (pubblicità occulta: sono ancora disponibili, se qualcuno volesse ordinarli direttamente). Spero di riuscire entro la fine dell’estate a produrre un ep d’esordio di un interessante gruppo esordiente italiano.

A proposito di band, quali sono quelle che più tenete a cuore e alle quali non rinuncereste per nessun motivo al mondo?

Luca: Un artista per il quale ho sempre avuto un amore profondo e con il quale veramente sono cresciuto è stato.. EDOARDO BENNATO! Lo so, non è metal, ma all’epoca mi piaceva, e mi piacciono, veramente molto gli album fino al 1984. Avendo un fratello più grande in tenera età (10 anni) mi svezzavano con la musica della West Coast americana (Neil Young, Eagles, Jackson Brown, C.S.N. & Y.), la new wave inglese (SimpleMinds, U2, la mia scoperta Big Country), il blues… insomma potrei fare una lista lunghissima, diciamo invece che per svariati motivi, tutti legati alla scoperta di nuove sonorità come dicevamo prima, mi sento di citare Deep Purple, Metallica, Lynyrd Skynyrd, Dream Theater, Vanadium, Pearl Jam, Thunder, AC/DC, Great White.. troppi.

Claudio: Per ragioni affettive e per il fatto che mi ha aperto le porte della mia consapevolezza musicale, ti dico Def Leppard, in primis: Hysteria, in quella gita di V Ginnasio, nell’aprile del 1988, mi ha cambiato la vita. Il primo amore rock è stato, però, Bruce Springsteen: alla fine avevo scelto anche bene, perché è sempre rimasto il più vero e genuino, fra quelli di massa. Ama il contatto con il pubblico mentre suona e fa concerti lunghissimi, anche con la pioggia torrenziale, come a Firenze pochi anni fa: 3 ore e passa sotto un acquazzone continuo. Chiaramente agli inizi sono stato figlio del periodo: primi approcci con Whitesnake, Aerosmith, The Cult (primo concerto Hard Rock visto) e compagnia bella, insieme agli Iron Maiden (mio ultimo concerto da minorenne), ma da subito mi sono innamorato dei Saxon, scoprendo poco dopo il mondo della NWOBHM e l’amore incondizionato per il genere.

Mi porto dietro dal 1989 anche l’amore per Strana Officina, Sabotage e Dark Quarterer: la sacra triade del metal toscano e (digiamolo!) tricolore. Negli stessi periodi è nato un amore viscerale per il Thrash (Overkill su tutti, soprattutto dal vivo), soprattutto Bay Area e Newyorkese: non sto a fare nomi, perché farei una lista non più corta di 50 gruppi. Se devo indicarti i generi, con cui farei prima, piuttosto alla lista dei gruppi, ti sceglierei la NWOBHM, il Thrash, l’Hardcore Italiano (per attitudine, testi e per i suoni) e quello americano e, chiaramente, il metal, il prog rock, l’hard rock italiani. Ma si anche band americane, di metal classico a cui non potrei rinunciare, che mi porto dietro ormai dagli inizi: Phantom Blue, Armored Saint, Metal Church, Savatage, Riot, Bitch, Hellion, Warlord, Sword e Anvil (ultimi due Canadesi). Ho amato anche lo Scan Rock: soprattutto Turbonegro, Gluecifer (i più incendiari dal vivo, di tutto lo Scan Rock) e Hellacopters (forse legato anche all’amore per la mia band preferita dei 60’s, gli MC5). Non potrei mai rinunciare agli Aerosmith, agli Uriah Heep e Thin Lizzy, i miei gruppi 70’s preferiti.

Ho apprezzato e amato anche gruppi negli anni 90, che si sono impossessati della mia anima, come i Paradise Lost (le chitarre più belle degli ultimi 22 anni), i My Dying Bride, gli Amorphis, The Gathering, i Warrior Soul, i Nevermore (amavo e amo, infatti, anche i Sancturary), In.Si.Dia, The Donnas. Amore per Gary Moore, nato in gita scolastica nel 1990, Dio, Black Sabbath di Dio e di Tony Martin (sottovalutatissimi), Circus of Power, Ramones, Prong, …ma se continuo la lista ci sto per 100 pagine, quindi chiudo con una band che non può stare in nessun genere, per la sua particolarità: Voivod. Ma anche adesso, ogni tanto, scopro band nuove, sia di anagrafe sia band che mi ero perso negli anni: riesco ancora a trovare musica e gruppi che mi emozionano e che devo assolutamente comprare, sentire e vedere dal vivo.

Ci sono nuove leve che in particolar modo hanno riscosso la vostra attenzione? Sparate qualche nome che vi sentite di suggerire a chi sta leggendo questa intervista…

Luca: Parliamo di bands italiane relativamente nuove: in ordine sparso metto Ecnephias, Paola Pellegrini LexRock, Chaos Venture, Renegade, Ancillotti, Le Porte Non Aperte, i nostri concittadini I.C.O., Exence, Basta! (la band, non l’affermazione)…

Claudio: Cerco di limitarmi a pochi nomi, rigorosamente italiani, altrimenti non ti basta il tuo solo blog. Senza un ordine preciso ti segnalo anche io Paola Pellegrini LexRock (mi ha sorpreso molto il salto di qualità assoluta, per Songwriting e suono, che ha fatto con questo disco, su Qua Rock Records) Renegade (migliorati disco dopo disco) e Ancillotti (emergenti solo per nascita di progetto: disco bomba, live incendiari. Speriamo tutti che almeno questa volta, anche all’estero, si accorgano del Bud); poi ti segnalo Game Over (la lunga gavetta paga: dal vivo sono devastanti) e Demolition Saint per il Thrash, poi Ruler, I.C.O. (molto particolari e personali), Fake Healer (nuovo gruppo, ma musicisti già impegnati in gruppi diversi, più o meno notie: in questo anno dovrebbe uscire il loro album), Kêrnyx (nessun demo o disco all’attivo, ancora per poco, ma potenzialità elevatissime: ne sentirete parlare per molto tempo). Chiudo la lista con dei gruppi di vecchiettini, ma progetti più o meno nuovi con più o meno dischi all’attivo: Mantra, Devil’s Mojito.

Fra i gruppi esteri ti segnalo giusto Eliminator, Axxion, ma soprattutto Night Demon e Vanderbuyst (quando sai scrivere canzoni e fare concerti energici, hai già tutto quello che ti serve). Comunque sto aspettando il nuovo album dei Dark Quarterer, degli Armored Saint e degli Holocaust: poco emergenti, ma ho la sensazione che saranno i tre dischi dell’anno.

Tornando al programma, anche i prossimi Mercoledì ci saranno delle interviste, oltre ad interessanti selezioni musicali. Potete già anticiparci qualcosa per i prossimi appuntamenti On Air?

Luca e Claudio: Confermare dei nomi per interviste future è un po’ difficile, però stiamo riuscendo a dare spazio praticamente ogni settimana a gruppi italiani che riteniamo validi con ottimo materiale da proporre. Il consiglio che diamo è quello di seguire la pagina Facebook del programma e ricercare l’evento che puntualmente viene pubblicato per essere costantemente aggiornati sulle nostre mosse. In più si possono trovare le nostre interviste, dalle recenti a quelle storiche che ancora stiamo sbobinando a questo link!

Se qualche band volesse fruire di eventuali spazi nel vostro programma per farsi conoscere sempre di più, sarebbe possibile? Come contattarvi?

Luca e Claudio: Loud’n’Proud va in onda ogni mercoledì sera dalle 21 alle 23 sui 95.0 e 92.1MHz di Radio Diffusione Pistoia, periodo estivo compreso. Il nostro bacino di utenza è: FM 92,100 MHz: Pistoia – Quarrata – Agliana – Montagna P.se – Montale – Montemurlo – Prato – Lamporecchio – Larciano – Cerreto Guidi – Vinci – Empoli. FM 95,00 MHz: Pistoia – Serravalle Pistoiese. Per chi è fuori dalla portata del segnale radio vi è la possibilità di ascolto in streaming collegandosi al sito web della radio il giorno della diretta. Per eventuale invio materiale basta contattarci tramite il nostro profilo o quello del programma (sotto trovate tutti i links, ndr).

Anche se magari è un po’ prematuro parlarne ora lo faccio lo stesso. L’anno prossimo arriverete a tre decenni di Loud’n’Proud, credete ne verrà fuori qualche evento live per festeggiare questa importante tappa?

Luca: Certamente non staremo con le mani in mano. Ci sarà sicuramente un concerto per festeggiare quella che crediamo sia la più longeva trasmissione metal in Italia e stiamo valutando sia location che bands da inserire nella scaletta. Come hai detto è presto, ma ci stiamo lavorando…

Claudio: Abbiamo già dei contatti concreti con diverse band e stiamo valutando. Inoltre, essendo un girovago (tre festival tedeschi all’anno fra l’altro), ho conosciuto diverse band estere, anche per la produzione del doppio CD tributo alla Strana Officina e ho diverse proposte: niente di così grosso, ma qualche band di culto e con una sua storia negli anni 80 alle spalle. Crediamo che sarà strutturato in questo modo: una band esordiente all’inizio, una band storica italiana e una band estera a chiudere. Per il giorno, credo, d’accordo con Luca, che sarà il sabato successivo al vero compleanno di 30 anni (che cadrà di giovedì).

Non mi resta che ringraziarvi per la disponibilità e la giovialità che da sempre vi accompagnano. Vi auguro tutto il meglio per il tempo che verrà, sia radiofonicamente che nella vita.

Luca: Personalmente ringrazio te e chi come te si è ricordato di questa piccola ma, spero, importante realtà nel panorama radiofonico italiano. Abbiamo iniziato che eravamo ragazzi. Ecco, lo siamo ancora. Questo è l’atteggiamento che mi sento di consigliare a chi sta ancora leggendo questa intervista. Ad un certo punto della vita dobbiamo crescere, assumerci delle responsabilità verso altri e soprattutto verso sé stessi. Ma non per questo si deve perdere la freschezza dei 18 anni.
STAY LOUD. BE PROUD.

Claudio: Grazie a chiunque abbia letto, anche solo per curiosità o per affetto o per prenderci per il culo. Grazie a chiunque abbia sentito almeno una volta (o mezza volta) nella vita Loud n’Proud: chiunque ci abbia dedicato il proprio tempo, ci ha dato qualcosa senza saperlo. Grazie a te che ci hai dato voce, fuori dalla radio e che ci permetti di raggiungere altre persone, che non ci hanno mai conosciuto.

Noi siamo ancora qui dopo poco più di 23 anni per me e poco meno di 29 per Luca, con qualche chilo in più, con più gobba e meno capelli (io) o completamente brizzolati (Luca), con molte meno illusioni e molti più dischi in casa (ognuno di noi due, secondo le sue possibilità e la sua pazzia, continua a comprare dischi, soprattutto se si tratta di gruppi italiani autoprodotti o licenziati da piccole etichette); sappiamo fin dal primo giorno che abbiamo messo piede in radio, che non saremmo mai diventati ricchi e famosi (siamo troppo brutti per la fama, ahahahah), ma sapevamo che non avremmo smesso tanto facilmente: sia che tu Suoni Distorti Magazine, sia che tu faccia radio, sia che tu scriva di musica metal e hardcore, sia che tu la produca, sia che tu la distribuisca, la prima cosa che ti spinge a farlo è la passione, quella maledetta passione, che ti impedisce di smettere anche davanti alle difficoltà, alle avversità e ai conti in rosso.

Chiudo con una citazione del più grande prete di tutti i tempi: “Il demonio agisce per vie misteriose”. Ma, si sa, a noi il maligno ce lo puppa. Ame’.

Per seguire Loud’n’Proud di Luca Guiotto e Claudio Pino:

 

Intervista a cura di Francesco “Chiodometallico” Russo