Intervista a Cadaveria
Dopo l’ultimo album ‘Silence’ (già da noi recensito), Cadaveria racconta il suo “lato oscuro” attraverso la seguente intervista.
Ciao Cadaveria, ben ritrovata su Suoni Distorti Magazine e grazie per averci accordato questa intervista.
Ciao e grazie a te per l’opportunità.
Un nome d’arte che si dimentica difficilmente. Dapprima negli Opera IX, successivamente utilizzato come moniker per la tua band attuale. Dunque, la mia curiosità verte sulla nascita della band stessa.
La band nasce dopo l’allontanamento mio e di Marçelo Santos (Flegias) dalla precedente band, per dare spazio all’esigenza di esplorare nuovi territori musicali, che includessero espressività visive e sonore lontane dalla ghettizzazione in cui sentivamo arenarsi il vecchio progetto. Per far questo abbiamo reclutato ottimi musicisti che conoscevamo già bene all’epoca. All’inizio pensavamo solo ad uno studio project, ma poi sono arrivate le prime richieste live e la band si è sempre più definita e affiatata, fino ad arrivare ad oggi, con qualche ritocco alla line-up.
La decisione di dare il mio nome d’arte all’intera band è nata in maniera semplice e spontanea; era un moniker già ben conosciuto nel circuito underground e identificava alla perfezione le nostre intenzioni stilistiche.
Combo dal genere Horror Metal. In che modo prende vita un brano dei Cadaveria dal punto di vista del songwriting?
In maniera molto intimista, nel buio di una stanza o dal risveglio da un incubo notturno, da esperienze vissute, emozioni, sogni e volontà. Ognuno lavora per proprio conto, poi si sottopongono le proprie idee agli altri e successivamente (dopo un duro lavoro di rifinitura da parte di tutti) nasce un nuovo brano CADAVERIA.
La grafica dei booklet è sempre particolare, presenta bene gli album e ne dà subito un’idea ancor prima dell’ascolto. Quale posizione occupa nella stesura dell’album?
Nasce sempre alla fine delle registrazioni, proprio perché, come hai giustamente osservato, vogliamo esprimere anche attraverso il senso della vista quello che poi percepirà il senso dell’udito. Per far questo dobbiamo esser consci prima di tutto del prodotto a cui abbiamo dato vita, per poi trasmettere e amplificarne mood e sensazioni anche attraverso la grafica.
Hai una voce affascinante. Come nasce la tua passione per il canto?
Inizia quasi per gioco, passando le serate in una sala prove improvvisata con una fun-band di stampo heavy-punk, dedita al casino e all’alcolismo. Poi quando le cose si sono fatte più serie ho cercato di migliorarmi giorno per giorno. Se il cosiddetto growl mi veniva naturale, sulle parti melodiche ho dovuto lavorare sodo per ottenere risultati apprezzabili. Col tempo questi due stili (growl e clean), anzi tre (growl, scream e clean), che poi in fondo rispecchiano anche le diverse sfaccettature della mia personalità, si sono bilanciati ed ora passare da un registro ad un altro mi viene del tutto naturale.
Quale è stata la prima canzone cantata in pubblico?
Erano due cover, una dei Venom, “In League With Satan” e una dei Death, “Zombie Ritual”. Le ho cantate nel primissimo concerto degli Opera IX come ospite… all’epoca c’era Flegias alla voce. Il concerto si tenne in un grosso pub del vercellese, come spalla alla prima formazione dei Sadist.
Ci sono state influenze stilistiche che hanno arricchito le tue linee vocali e hai preferenze su quelle internazionali? Quali band apprezzi di più nel vasto panorama musicale?
Le influenze sono molteplici, varie e in continua espansione. Non necessariamente prendo spunto dal genere Metal, anche se i Tool rimangono uno dei miei gruppi preferiti. Mi piacciono i gruppi e gli artisti che osano, che rompono gli schemi e che riescono a spiazzare l’ascoltatore con soluzioni inusuali.
A proposito di influenze, i componenti della band portano diversi nomi che appartengono ai personaggi oscuri di David Lynch. Perchè proprio lui?
Perché (riallacciandomi a quanto ti ho appena detto) lui è un artista che rompe davvero gli schemi e adoro come esplora nei suoi film i meandri dell’inconscio, gli interstizi della mente, le dimensioni parallele. La mia passione per quest’uomo è ben condivisa da tutti gli altri ragazzi della band.
Lynch riesce a fare arte a 360 gradi, senza farsi contaminare dagli schemi imposti dalle strutture standardizzate dell’arte visiva. E’ quello che cerchiamo di fare con i CADAVERIA, con la nostra musica e con tutto ciò che la circonda (art work, video, comunicazione). Con la scelta dei moniker, presi dai “cattivi” dei suoi film, abbiamo voluto rendergli omaggio.
Di tutta la discografia, in quale tuo brano ti rispecchi di più e perché?
Ogni brano ha la sua storia e la sua identità e il più delle volte riflette un periodo o un momento specifico ed intimo della mia vita. Arduo sceglierne uno, è un po’ come chiedere a quale figlio si vuole più bene.
‘Silence’, infatti, è più profondo e personale rispetto al precedente ‘Horror Metal’ (qui la recensione), ti va di parlare della sua realizzazione e di cosa rappresenta?
Ad ogni nuova fatica discografica cerchiamo di migliorarci volta per volta, senza mai guardarci indietro. Mi trovi quindi d’accordo con la tua affermazione. La sua realizzazione è stata molto faticosa, perché volevamo salire di un gradino, ottenere il massimo da tutti noi senza lasciare spazio ai dubbi. Abbiamo lavorato sodo in pre-produzione sulla struttura dei brani, in modo che le canzoni risultassero armoniose, ma esprimessero comunque in maniera chiara tutta l’oscurità che questo album da in sé.
“Silence” rappresenta l’attuale stato della band, consapevole e tenace, capace di poter dire a testa alta: “Silenzio! …ora parla la musica”.
Ricordi qualche aneddoto particolare, buffo o anche poco piacevole legato al percorso della band, live o “on the road”?
A livello di immagine i CADAVERIA sono una band molto tetra e seria, ma questo non vuol dire che nella vita di tutti i giorni non amiamo scherzare o divertirci. Le nostre trasferte si accompagnano spesso di sketch e battute molto divertenti.
Alcune di queste situazioni sono presenti nel nostro doppio DVD “Karma”, uscito nel 2013, un’opera retrospettiva che svela chi sono i CADAVERIA realmente. Non voglio togliervi il gusto della visione, quindi non entro nei dettagli.
Assolutamente! Cosa provi riascoltando il tuo primo album “The Shadow’s Madame”?
Tanta voglia di fare, idee che esplodono e si concretizzano, volontà di rompere col passato e una sana dose di autostima… un po’ come quando ascolto “Silence”, con la differenza che all’epoca eravamo un po’ più giovani e inesperti.
Progetti futuri?
Abbiamo in serbo un progetto discografico ambizioso che vedrà la luce nel corso del 2016, ma è ancora un po’ presto per parlarne, visto che siamo ancora in fase di definizione. Nel frattempo continua il Silence Tour, che ci vedrà nell’immediato a toccare, oltre all’Italia, la Germania e la Svizzera. Faremo anche da supporto alle date italiane dei Cradle of Filth a inizio novembre. Vi rimando a questo link per tutti i dettagli.
Un messaggio per i fan dei Cadaveria?
Il Silence Tour 2015 continua, le occasioni per poterci vedere dal vivo e godersi un po’ di sano Horror Metal ci sono. Quindi non fatevi scappare l’occasione e cercate la data più vicina a casa vostra e, soprattutto, alzatevi dal divano e staccatevi da facebook e youtube. Venite a provare emozioni vere. Vivete!
Non potevi trovare parole più adatte! Bene Cadaveria, ti ringrazio ancora per la tua disponibilità e, salutandoti, ti chiedo di aiutarmi a ricordare i vostri contatti promozionali che sono…? Nella speranza di rivederti presto in sessione live.
Tutte le informazioni e i vari contatti sono facilmente visibili sul nostro sito ufficiale www.cadaveria.com. Grazie ancora e a presto.
Intervista a cura di Benedetta Kakko Delli Quadri