Il ritorno degli UNDERTAKERS, la parola alla band
Come riportammo lo scorso mese, sono tornati in attività gli Undertakers, leggendaria band grindcore italiana. L’attuale line-up comprende i due membri originali Enrico Giannone (voce) e Stefano Casanica (chitarra), che abbiamo avuto modo di incrociare per porre qualche domanda per l’occasione.
Gli artisti hanno raccontato al nostro Francesco “Chiodometallico” Russo il loro ritorno. Ecco quanto è stato detto… la parola alla band!
Ciao ragazzi! Benvenuti su SDM e soprattutto ben tornati in pista. Di recente la Time To Kill Records ha reso noto il ritorno degli Undertakers. Cosa ha portato al vostro “rientro” dopo 16 anni di silenzio discografico?
STEFANO: Sicuramente ancora molta voglia di suonare, ma anche la necessita’ di dire la nostra sia in ambito musicale che politico.
ENRICO: Undertakers è un filo che ha accompagnato tutta la mia vita non è solo un progetto musicale ma anche un punto di vista sulla vita; una band schierata che nel corso del tempo ha avuto sempre più una sua identità e particolarità.
Vista l’attuale situazione generale legata al Covid-19, come avete trascorso e come sta continuando la vostra quarantena? Se ne sentono di ogni tipo, avete una vostra idea a tal riguardo?
STEFANO: Io personalmente ho trascorso, anzi sto trascorrendo, la mia quarantena suonando tutto il giorno.
Onestamente l’argomento delle misure restrittive e’ piuttosto complesso e non credo sia banale fornire una soluzione al problema, C’è chi dice che le misure siano troppo dure, chi no, ma non e’ ovvio quale sia la decisione migliore. Penso inoltre che l’abuso/sopruso che abbiamo fatto negli ultimi 40 anni delle risorse del nostro pianeta, ad un certo punto avrebbe per forza di cose causato una forma di vendetta da parte della natura. In fondo un po’ ce lo meritiamo.
ENRICO: Purtroppo una delle mie attività principali è organizzare concerti ed eventi enormi quindi ad un certo punto si è spenta la luce e nel nostro settore non si quando si riaprirà e si ripartirà; credo che questo virus abbia intaccato le economie ma anche proprio le fondamenta di un modo di vedere le economie e le strutture della nostra società e credo che sia un piccolo percorso irrversibile verso una situazione di “downfall”. Fortunamente la mia etichetta cresce e personalmente mi tiene molto occupato e sentirsi comunque attivi in un momento del genere lo reputo una gran fortuna.
Avete messo a disposizione la vostra discografia in streaming su Bandcamp. Un po’ di promemoria in attesa di un nuovo disco su cui state lavorando. Potete anticiparci qualcosa sulla prossima release?
STEFANO: Possiamo anticipare che sicuramente il disco avra’ un sound “vecchia scuola” ma con sonorita’ molto piu’ moderne.
ENRICO: Il marchio di fabbrica degli ultimi Undertakers si noterà ancora, Stefano è capace di mischiare riff hardcore, grind, mosh e in alcuni punti quasi orecchiabili; il sound è molto moderno , ma l’old school sarà sempre presente.
C’è qualche pensiero, istinto o voglia di urlare al mondo la vostra che vi porta a comporre nuovi pezzi?
ENRICO: Non mi reputo un musicista, personalmente ho approcciato a questa musica come dissenso e non omologarmi alla massa; per questo nei miei ascolti ho mischiato i motley crue agli Slayer ai Discharge ai Cannibal ai Public Enemy. Continuero’ a dire la mia fin quando potrò farlo nel contesto musicale che più mi aggrada dai centri sociali ai club.
In line-up, al momento, siete rimasti in due (Enrico Giannone e Stefano Casanica, membri della formazione originale del 1991). Credete di continuare così appoggiandovi a turnisti o cercherete di ricomporre completamente la band?
ENRICO: La reunion con i membri originali della band non credo sia una cosa fattibile per motivi tecnico / logistici. Continueremo cosi’ anche perche fortunatamente abbiamo amici musicisti molto forti che ci supportano… Stefano ed io siamo gli unici che ci siamo ritrovati: con la vecchia line-up con alcuni personalmente non ho più rapporti con altri è effettivamente difficile far coincidere i pochi spazi che abbiamo a disposizione; ad ogni modo abbiamo trovato in Marco Mastrobuono e Demian Campora degli ottimi compagni di viaggio.
Per i più giovincelli, che magari non conoscono bene l’underground estremo italiano… Chi sono gli Undertakers?
ENRICO: Sono il tuo incubo peggiore dal 1991 ; siamo una band che non ha mai amato gli schemi troppo punk per essere metallari troppo metal per essere punk, mai uno schema fisso …odio, parti grind e denuncia sociale.
E per chi vi conosce già, chi sono gli Undertakers odierni? E’ cambiato (eventualmente) qualche punto di vista riguardo la scena musicale e l’approccio alle composizioni?
STEFANO: Sono gli stessi di 20 anni fa… migliorati tecnicamente e con una apertura musicale maggiore.
ENRICO: Agli inizi più death metal dove forse ci sentivamo più sicuri di muoverci. Con il passare del tempo ci siamo mossi sempre come volevamo senza schemi esprimendo in ogni nuovo pezzo la nostra consapevolezza e realizzando in un genere tutto nostro chi sono gli Undertakers “brutal core “ o “Anarco Grind”.
C’è qualcosa che vi preme esprimere, che magari non vi ho chiesto?
ENRICO: Ma sei stato super esauriente , ti aggiungo solo che siamo tornati e in autunno sentirai le fondamenta tremare non solo da punto di vista musicale.
A che piatto culinario assocereste la vostra musica e perché?
STEFANO: Minestrone di odio, aggressivita’ e velocita’.
ENRICO: So Napoletano…. non posso che dire nu spaghetto a vongole!
Bene, in dirittura d’arrivo non posso che ringraziarvi per il tempo concesso a noi ed ai nostri lettori. Vi auguro tutto il meglio per ogni cosa che farete, musicalmente e oltre. A voi l’ultima parola.
STEFANO: Speriamo di vederci presto su qualche palco, sperando che l’attuale situazione migliori al piu’ presto.
ENRICO: Grazie della disponibilità , ogni tanto appena si potrà torneremo a farvi visita…a darvi odio . velocità ma anche tanti spunti di riflessione a presto, Grind ON!
A cura di Francesco “Chiodometallico” Russo
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