I PAIN conquistano Milano con ENSIFERUM, ELEINE e RYUJIN

I PAIN conquistano Milano con ENSIFERUM, ELEINE e RYUJIN

Serata all’insegna del Metal lo scorso 25 Ottobre a Trezzo sull’Adda (MI)… band di grosso talento mi aspettavano al Live Music Club: gli svedesi Pain, i finlandesi Ensiferum, gli Eleine (svedesi anche loro) ed i giapponesi Ryujin.

(Piccolo spoiler): Conoscendo da molti anni gli Ensiferum ho trascorso parte del tempo, prima e dopo il concerto, con il bassista Sami Hinkka, che tra le tante chiacchiere mi ha anticipato che per l’estate 2024 è prevista l’uscita del nuovo album!

Ad aprire la serata sono stati i Ryuijn, a dir poco fantastici, che da poco hanno adottato questo nome sostituendolo al precedente Gyze. Per i Giapponesi questa è la loro seconda volta in Italia, ricordo di averli visti anni fa di apertura ai Battle Beast al Colony di Brescia.

Avendo iniziato presto, il loro pubblico non è stato molto numeroso. I Ryujin salgono sul palco portando chiaramente la loro eredità giapponese sui costumi di scena e si identificano come “samurai metal”… inchinatosi cerimonialmente al pubblico in segno di rispetto, passano direttamente alla musica. Date le connessioni con i Trivium, non sorprende che condividano uno stile musicale simile e molti riff sembrano presi direttamente dal potente album ‘Shogun’.

Un brano che attendevo era proprio ‘Samurai Metal’, che estrae il folk giapponese per creare un brano accattivante guidato da ritornelli che sembra allo stesso tempo commerciale, ma anche reverenziale verso le sue radici. Nella formazione di questo tour manca il batterista Shuji, sostituito da Simon McKay dei The Agonist. Da notare anche il nuovo chitarrista Hiroki, ex Ryoji.

A fine concerto ho scambiato qualche parola anche con loro e mi hanno anticipato che a Gennaio uscirà il loro nuovo album, sempre prodotto dalla maestria di Matthew K. Heafy dei Trivium. Li saluto e ci lasciamo con la promessa di incontrarci nuovamente.

 

RYUJIN (ex Gyze) live @ Milano 2023


Rapido cambio di palco ed ecco gli Eleine, una band che proviene dal lato più oscuro dello spettro sinfonico. Come gli headliner provengono dalla Svezia, ed è ovvio fin dall’inizio che hanno abbastanza seguito anche qui da noi. Il loro ingresso sgargiante è annunciato da applausi e cori. Durante la loro esibizione ci sono momenti in cui si sentono gli stili di una band symphonic metal con la voce femminile della talentuosa Madeleine Liljestam, affiancata in acuni momenti più heavy dagli interventi di Rikard Ekberg e la chitarra stridente, trascinando il tutto in vicoli maligni e malevoli.

Quando Madeleine alza la voce al cielo, si sente sicura e tiene il palco con grande maestria, cantando brani tratti dal loro ultimo album uscito quest’anno ‘We Shall Remain’ (che trovate qui!).

 

ELEINE live @ Milano 2023


Dopo di loro, arrivano sul palco gli Ensiferum, band che seguo da moltissimi anni anche fuori dall’Italia. Ricevono un’accoglienza degna di nota dal pubblico presente, molti dei quali erano qui solo per loro. La band non offre nulla di nuovo – discograficamente parlando – da qualche anno, ma questo non impedisce loro che questa sia una della parte più divertente di puro metallo non adulterato che abbia mai sperimentato da molto tempo.

Gli Ensiferum si scatenano brano dopo brano con Sami al basso che salta da una zona all’altra del palco. Le sfumature folk ovviamente ci sono e vengono molto apprezzate dal loro pubblico. A parte il tastierista Pekka Montin, il resto della band è consolidato da quasi vent’anni e si nota molto. C’è un’intesa telepatica in gioco poiché cambiano costantemente posizione con estrema naturalezza. Nulla da ridire, gli Ensiferum hanno offerto anche questa volta uno spettacolo ineccepibile.

 

ENSIFERUM live @ Milano 2023


Un po’ più di attesa per il cambio palco a favore dei Pain capitanati dal grande Peter Tägtgren, affiancato sul palco dagli ottimi musicisti quali David Wallin, Jonathon Ollson e Sebastian Svalland.

Il suono dei Pain è talmente diverso da quello che era in precedenza per gli Hypocrisy da rendere superfluo ogni paragone. Questo è un industrial metal ricco e denso di suoni che trae spunto da Ministry, Nine Inch Nails e Front 242. L’interludio acustico di “Coming Home” e “Have a Drink on Me”, grondano letteralmente di una emotività blues e la cover di “Gimme Shelter” degli Stones, resiste alla tentazione di riempire il classico brano con svolazzi di tastiera e viene eseguito benissimo dalla band.

La sensazione generale è che i Pain siano lo sbocco di Tägtgren per sperimentare ed essere aperto e “vulnerabile”. Per quanto meravigliosi siano gli Hypocrisy, c’è pochissima variazione e, a volte, poca personalità. Con loro, senti che Peter sta aprendo la sua anima e ne sta portando fuori il contenuto. Tutto sembra personale e trasparente. L’unico inconveniente è il fatto che tutti i suoni di tastiera sono su base. Capisco perfettamente che sia così, ma sembra un po’ ironico che gli strumenti che definiscono davvero il loro suono unico siano tutti su basi preregistrate.

Indipendentemente dalle sovraincisioni o meno, nulla può minare la buona proposta dal vivo ed, in generale, il loro materiale. ‘Monkey Business’ è una traccia scintillante, ‘Same Old Song’ è un brano avvincente che guarda indietro all’opulenza del glam, ma ha anche un occhio sulla musica che deve ancora venire. E poi c’è, nel bis di apertura, ‘Party In My Head’, che è lo spunto per portare sul palco chitarre pelose, occhiali originali e abiti sgargianti. Dopo un’ora e mezza abbondante i Pain chiudono il loro spettacolo consci di aver riportato con enfasi il divertimento nell’industrial metal.

PAIN live @ Milano 2023


Per noi che abbiamo assistito al concerto, la parola “fantastico” è il minimo che si può dire. Ogni band ha riversato la propria essenza nei rispettivi set, creando un’esperienza stratificata che è andata oltre il semplice godimento uditivo!

A cura di Pino Panetta