Sabato primo settembre parto da Siena alla volta di Castelleone (CR) piena di aspettative, invitata al Castrum Beer Fest per il concerto dei Folkstone. Nonostante si tratti della settima edizione, non ho mai avuto occasione di partecipare a questa festa, perciò non ho idea di come sia sistemato l’ambiente; ma so che in caso di pioggia il concerto dovrà saltare.
Inevitabile quindi il filo d’ansia che mi accompagna per tutto il viaggio, un occhio alla strada ed uno al cielo, per sbirciare il movimento delle nubi scure che non promettono niente di buono.
Arrivata alla sede della festa, scopro un grande tendone bianco montato a copertura dei tavoli e della zona “cucina”, però vedo anche che il palco è solo parzialmente coperto. La marmaglia dei Folkstone è riunita attorno ad uno dei tavoli centrali, ben felpata e raccolta perchè la giornata è umida, fin troppo fresca e, ti pareva, piovosa.Eccoci qua, concerto in elettrico annullato. Mentre mi chiedo per quale malefico motivo l’estate torrida di quest’anno abbia deciso di mollarci proprio adesso, mi avvicino alla tavolata orobica per un saluto veloce. Ci sono quasi tutti: il Maffei in dolce compagnia, Edo, Silvia, Teo, Andreas, il Walter, la dolcissima Roby e Carlo, il tecnico delle luci (ma non solo); non vedo il Lore, né Chiarina, né il Mauri, in compenso in fondo allo spiazzo scorgo Elia, il manager. Vado da lui a chiedere cosa pensano di fare, visto il tempo impietoso.
Mio fratello, uno degli organizzatori del Castrum Beer Fest, mi aveva accennato la possibilità di un’esibizione in acustico, in caso di pioggia, cosa che Elia mi conferma. Buona notizia, visto che in acustico non li ho mai sperimentati live e son proprio curiosa di gustarmeli.
Appena Lore emerge dal camerino (single, visto che la povera Chiarina è a casa malata), ci accomodiamo al tavolo per due chiacchiere, in attesa della cena. Birra e vino, ovviamente, non mancano e non si fanno attendere. Alla spicciolata ci raggiunge poi Maurizio ed infine si aggrega Oscar Manzoni, bravissimo fotografo e fan del gruppo che, gentilmente, ci ha concesso alcuni dei suoi splendidi scatti per il nostro live report.
La serata prosegue allegra comunque, assieme ad alcuni amici che da tempo mi promettevo di incontrare, assieme al mio fratellone ed alla sua bella famigliola. La pioggia intanto scroscia alla faccia nostra senza sosta, ma sotto al tendone, tra birra e bella gente, si sta benissimo. Un plauso va senza dubbio ai ragazzi di Castelleone che non si sono risparmiati un attimo per far sentire tutti ben accolti ed a proprio agio.
Quando finalmente i Folkstone annunciano l’esibizione, tutto il pubblico si stipa ad un’estremità dello spiazzo, pronto a lasciarsi trasportare dai ritmi vivaci dei tamburi e dalle voci legnose delle cornamuse.
Andreas scalzo, Maurizio a torso nudo nonostante la temperatura tutt’altro che calda…e via, si parte! Tra il pubblico rimangono la bella Silvia, il Maffei ed il Waler; impossibilitati a suonare i loro strumenti in assenza del supporto elettrico, si improvvisano animatori d’eccezione.
Lore introduce i vari brani con storielle d’altri tempi che conquistano in breve tempo adulti e bambini, Oscar si arrampica dove può per immortalare gli scalmanati musici erranti che non si lasciano scoraggiare dalle condizioni avverse, sostenuti dal calore del pubblico e da vari bicchieri colmi dell’ambrato nettare di luppolo.
L’energia non cala nemmeno quando il gruppo deve traslocare all’altro lato del tendone, per mettersi al riparo dal rischio di crollo di una parte della copertura stressata dal peso dell’acqua piovuta; la festa riprende davanti al bancone della pizzeria, con somma gioia degli addetti al forno. Guardandomi in giro per spiare la reazione della gente, vedo di tutto: ragazzi che saltano sui tavoli, bambini con lo sguardo rapito in braccio alle mamme, fan venuti anche da lontano che battono le mani tenendo il tempo ed intonando uno strampalato “lalalala” per completare, con il loro appassionato cantato, la performance acustica della loro marmaglia preferita.
Resto davvero stupita quando ad un certo punto la folla si sposta indietro per fare spazio; solo all’ultimo minuto capisco che Teo e la Roby stanno per dedicarsi ai giochi con il fuoco. Bravissimi a muoversi in un minimo spazio, danno vita ad un momento di grande effetto.
Quando poi Lore prova a concludere lo spettacolo, i ragazzi della pizzeria si inventano un escamotage per convincerlo a proseguire: per ogni pezzo in più, una birra! Così ci regalano la possibilità di esplorare ancora la loro produzione acustica, raccolta nel cd “Sgangogatt”.
Nel finale non può mancare la presentazione ed il saluto dei singoli Folkstone: Lore si fa carico del compito, esponendo al pubblico un Maurizio “arrivato da Narnia”, una Roby “gentile solo per chi non la conosce davvero” ed un Teo (che per l’occasione si scioglie i capelli) indicato come “Gesù in trasferta da Nazareth”; tra applausi e risate, il cantante persevera mettendo in vendita Andreas “il battito della terra”, finché il rito si conclude con l’inchino di Edo, alias “Nosferatu, principe di Transilvania”. E’ Andreas, infine, a presentare al pubblico il Lore, “musico errabondo” e capitano putativo della ciurma che, con il suo vocione, pronuncia la chiusa: “La festa è finita, andate in pace!”
Certo, se il tempo avesse permesso l’esibizione in elettrico, sicuramente avrei scritto tutt’altro report; ma sono sicura che nessuno dei presenti ha rimpianto di aver sfidato la pioggia e di esser arrivati fin lì, perchè i Folkstone son riusciti comunque ad emozionare, animando con la loro musica e la loro simpatia una serata dal sapore fin troppo autunnale.
-Per seguire i Folkstone:
A cura di Ella May
Fondatore di Suoni Distorti Magazine e motorheadbanger.
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