ENSLAVED – Heimdal

ENSLAVED – Heimdal

Heimdal è il capitolo sedicesimo della saga musicale inaugurata dagli Enslaved, band di spicco del sottogenere viking metal in grado di evolvere in varie direzioni durante questi anni. Dal primo ascolto che abbiamo appena concluso si tratta, a nostro avviso, di uno degli album più innovativi di questi mesi: questo perchè scavalca la concezione (trita e ritrita, del resto, quanto tutt’altro che infondata) che il metal sia da anni in fase di stasi, giocando su ricicli continui di stilemi a cui spesso, c’è da specificare, nessuno crede più. Heimdal prova ad essere la dimostrazione dell’esatto contrario, soprattutto per quel suo sound inimitabile che rende ogni album degli Enslaved diverso dal precedente, in una dimensione tanto inafferabile che l’etichetta viking metal suona, essa stessa, inadeguata a descriverlo.

Heimdal viene presentato nel presskit ufficiale come un rito di passaggio, in cui la musica diventa veicolo del simbolico, della narrazione epica, del voler raccontare qualcosa di lontano nel tempo e nello spazio, ovvero illustrare una saga norrena.

Tanto tempo è trascorso da quel 1991, del resto, anno in cui i giovanissimi Ivar Bjørnson e Grutle Kjellson tirarono fuori una velocissima demo che sarebbe uscita come etichetta indipendente nel 1992, nella quale la prima traccia si intitolava giusto Heimdallr (secondo la tradizione, il nome del guardiano della città di Ásgardr). La copertina della cassetta di questo Yggdrasill di inizio anni novanta siamo riusciti a reperirla su Metal archives, ed è la seguente.

Al netto delle apparenze, non si trattava di semplice black metal in stile Darkthrone delle origini: per quanto la registrazione non rendesse giustizia delle idee del duo, ascoltando con attenzione questa piccola perla del genere si notano insoliti inserti melodici di tastiere sparse in vari punti dell’album. Se pertanto questo Yggdrasill (nella mitologia norrena, l’albero della vita) è il luogo in cui nasce il suono degli Enslaved, l’ispirazione del trio (all’epoca un trio, composto da Earl Grutle al basso e alla voce, Trym alla batteria e HM Daimonion a chitarre, voce e tastiere) è lucida, profonda e avrebbe seguito il corso della storia. Nel 1994 uscì poi uno degli album più compatti ed epocali della band, Vikingligr Veldi, e da lì in poi la produzione non si è mai fermata, prediligendo elementi sempre più prog ma senza mai rinnegare la mancanza di compromessi tipica delle origini.

Restando su questo Heimdal del 2023, si tratta di un album complesso, variegato e abbastanza difficile da descrivere track by track. Tra i pezzi che spiccano c’è indubbiamente Forest Dweller, in grado di coniugare il growl più classico al cantato con parti pulite e, forse soprattutto, uno stile viking metal nelle ritmiche, unito a tastiere progressive quasi sulla falsariga del Banco del mutuo soccorso, per intenderci. L’etichetta prog applicata agli Enslaved non è mai stata banale, del resto, e non si è mai ridotta (è bene ricordarlo) a puro citazionismo, tantomeno a barocchismi di forma o privi di sostanza: molti brani di questo album sembrano contenerne mille altri, in un gioco di cambiamenti, mutazioni e di (sempre saggio) mixaggio.

La band sembra interessata all’aspetto filologico e filosofico della figura di Heimdal, considerato entità misteriosa e, in prima istanza, custode dei regni norreni, ma anche fonte di complesse speculazioni sul suo significato, origini e simbolismo. Ivar stesso racconta che l’album prova ad indagare su chi siano i suoi genitori e sull’idea, avanzata da alcuni studiosi, che possa trattarsi del figlio del dio Odino. Un album pertanto incentrato, potremmo riassumere, sul concept della relazione padre/figlio tra le due divinità, simbolo probabilmente del tempo che passa per ognuno di noi e del dialogo, interiore, astratto, incessante e spesso lacerante, tra la versione di noi stessi adulta e quella bambina.

Un album imperdibile che ci ha entusiasmato e coinvolto, anche in virtù della sua capacità di sintesi (appena 46 minuti di durata complessiva).

A cura di Salvatore Capolupo

  • Band: Enslaved
  • Titolo: Heimdal
  • Anno: 2023
  • Genere: Metal
  • Etichetta: Nuclear Blast
  • Nazione: Norvegia

Tracklist:

  1. Behind The Mirror 6:20
  2. Congelia 8:01
  3. Forest Dweller 5:55
  4. Kingdom 5:51
  5. The Eternal Sea 7:25
  6. Caravans To The Outer Worlds 6:44
  7. Heimdal 8:06

Formazione:

  • Ivar Bjørnson | guitars
  • Grutle Kjellson | vocals
  • Arve ‘Ice Dale’ Isdal | guitar
  • Håkon Vinje | keyboards, clean vocals Iver Sandøy | drums