GORGOROTH & guests: l’aura malvagia ha travolto l’Audiodrome di Moncalieri (TO)

Torino è sempre stata considerata la capitale italiana dell’esoterismo, dell’occultismo, della magia nera e del satanismo… ed è stata soprannominata per questo “città del diavolo” e quindi non poteva non essere luogo ideale per il concerto dei norvegesi Gorgoroth.
Musicalmente parlando, stiamo entrando in un interessante lasso di tempo in cui le band che consideriamo ribelli e sostenitori del black metal estremo stanno ora celebrando anniversari importanti. I Gorgoroth stanno solennizzando i loro 33 anni di esistenza infernale ed è per niente male per una band offrire ai fan l’opportunità di sperimentare il suono black metal crudo e diabolico delle origini. Per assicurarsi una buona riuscita del tour, i Gorgoroth hanno portato con sé un impressionante bill con i loro conterranei Aeternus, gli statunitensi Death Rattle e gli ungheresi Archaic. Questa serata del 27 marzo all’Audiodrome di Moncalieri è la penultima delle quattro schedulate in Italia a questo giro.
Incaricati ad aprire la serata, come da scaletta, alle 19:00 in punto, sono stati gli Archaic… una band thrash metal ungherese nata nel 2004, influenzata da gruppi come Testament, Slayer, Kreator e The Haunted. La band ha il chiaro obiettivo di portare avanti la bandiera del thrash classico con un suono del 21° secolo; tempi diversi e melodie orecchiabili impregnate di un’energia implacabile sul palco per offrire la migliore esperienza a qualsiasi fan del genere presente ai loro concerti. Dopo vari cambi di line-up, la band ha consolidato la sua formazione attuale che vede Erdélyi Péter (voce, chitarra), Püski László (chitarra), Szabó Csaba Zoltán (batteria) e István Horváth (basso). Il loro show è ben impostato e lo si vede fin dall’inizio. I loro riff trasportano all’interno della loro musica, mentre sul palco vanno fortissimo. La loro performance ha bel mix di voci ed i musicisti tutti hanno mostrato una certa professionalità e talento. Peccato per la sola mezz’ora a loro disposizione, sinceramente avrei gradito ancora qualcosa in più da questa band… non potrebbe andare molto meglio.
Cambio velocissimo di palco ed ecco, alle 19:45 puntualissimi, salire sul palco dell’Audiodrome gli americani Death Rattle con il loro Groove Metal. Provenienti dalla zona del New England, un posto che ha una lunga storia di produzione di alcuni dei più influenti gruppi metal americani, i Death Rattle sperano di seguire le orme di coloro che li hanno preceduti. La band ha già pubblicato due album in modo indipendente, sono andati in tour negli Stati Uniti quattro volte, inclusa una serie di concerti a supporto dei The Convalescence, e sono passati dal Giappone a supporto di luminari come Cattle Decapitation e Revocation.
Tra gli elementi che rendono i Death Rattle una band così speciale è la loro interpretazione appassionata, la loro performance tecnica e l’intensità del loro spettacolo -in cui gli elementi della band si distinguono davvero- connettendosi con il pubblico ad ogni loro brano in maniera ineccepibile. L’inferno dei riff intensi, l’enorme esplosione di energia, i tempi orecchiabili e la furia cruda mostrata sul palco sono stati tra i momenti migliori della loro performance… un ottimo spettacolo, davvero.
Secondo cambio di set per il turno degli Aeternus, band che è attiva da tanto tempo quanto i Gorgoroth, ma probabilmente con un grado minore di controversia e infamia. Allo stesso modo in cui gli headliner esistono puramente per la tenace infallibilità di Infernus, gli Aeternus si sono sempre distanziati dalla scena black metal distinguendosi per ciò che stanno facendo: a detta loro, Dark Metal.
C’è sicuramente una netta differenza da trovare nella loro versione altamente tesa del Death Metal, mentre tutta la loro musica è decisamente carica e trasuda di intenti maligni con un pizzico di teatralità contorta e meravigliosamente diabolica. Gli Aeternus, sono la terza delle quattro band a suonare in questo tour, ed hanno aperto con ‘Raven and Blood’ (da ‘Dark Sorcery’ del 1996), per proseguire con ‘There’s No Wine Like the Bloods Crimson’ del 1998 ed arrivare a ‘Existentialist Hunter’, dal loro ultimo album del 2023. Il quartetto ha saputo ben interagire con i propri fan pur mantenendo un tono black metal con accenni di pogo tra il pubblico presente. Tra una canzone e l’altra, il chitarrista ha passato i plettri ad alcuni seguaci prima fila in diverse occasioni ed il cantante, Ares, si è rivolto alla folla un paio di volte tra strofe e ritornelli, facendo sì che molti alzassero i pugni in segno di apprezzamento. Il loro show si è concluso dopo 50 minuti con ‘Sworn Revenge’, tratta da ‘Beyond the wondering moon’ del 1997.
La grande attesa per i Gorgoroth è giunta al termine. Tutti aspettavamo il loro show, me compreso, trovandomi per la prima volta ad un loro show. In mezzo al pubblico moltissimi loro fan si sono distinti per i volti “cadavericamente” dipinti, creando una certa scenografia macabra. Una versione orchestrale della ‘Marche Funèbre’ di Chopin ha fatto da intro, mentre la band ha preso possesso del palcoscenico con un aspetto rimasto -più o meno- quello degli anni Novanta: corpse painting marcatissimo, borchie esagerate e croci rovesciate al collo.
Il loro set inizia subito con ‘Bergtrollets Hevn’ (da ‘Antichrist’ del 1996); una partenza imponente che preannuncia un’esibizione unica di intenti maligni ed altamente contorta. Seguono senza pausa ‘Aneuthanasia’ e l’omonima ‘Gorgoroth’, per arrivare ad un altro brano datato come ‘Katharinas Bortgang’ del 1994, mentre per la parte più recente in scaletta abbiamo ascoltato ‘Kala Brahman’ (da ‘Instincts Bestialis’ del 2015). L’unica song della loro lunga carriera che non hanno suonato è stata ‘Ad Majorem Sathanas Gloriam’ (2006). Durante l’esibizione dei Gorgoroth il suono di voci eccitate riempiva l’aria dell’Audiodrome, avvolta spesso dalla densa nebbia delle macchine del fumo e dal frastuono empio dei pagani. Sul palco una pioggia di luci rosse e blu cadeva costantemente sui membri, rendendo il loro show ancora più sanguinosamente violento. La minacciosa oscillazione dell’asta del microfono portata avanti dal frontman, peraltro, ha tenuto attenzione davanti decine di occhi su di lui puntati.
Durante ‘Destroyer’ e ‘Incipit Satan’, mani artigliate emergevano da dietro le barriere mentre il frontman ne urlava il testo. Alcuni fan si sono così animati da provocare alle stesse delle vibrazioni bestiali. Tutto sommato, un set di chiusura ad alto tasso di adrenalina e freneticamente “divertente” per i Gorgoroth – che hanno concluso alle 22:55, dopo solo un’ora di show, con ‘Unchain My Heart!!!’, dall’album ‘Incip Satan’ del 2000. Dalla prima all’ultima canzone, il pubblico è stato estremamente ricettivo, il che è comprensibile considerando che parliamo una band storica del genere. Averli qui a Torino, in una tiepida serata primaverile, sembra un vero e proprio dono di Satana.
La band ha avuto notevoli cambi di formazione e problemi con la giustizia, ma questi sono pur sempre i Gorgoroth. Alludono semplicemente ad una magnifica aura di gravità. Si sentono grandi, si sentono esuberanti ed hanno riempito completamente la sala dell’Audiodrome. Il meglio del black metal in assoluto!
La redazione di Suoni Distorti Magazine ringrazia moltissimo ERocks Production e la gestione dell’Audiodrome di Torino per avermi reso partecipe all’evento.
A cura di Pino Panetta
