DRY CLEANING – Stumpwork

DRY CLEANING – Stumpwork

Il secondo album dei Dry Cleaning, evoca in modo più sobrio lo spettro della vita del 21° secolo: la nostra infinita ricerca di identità, i nostri alti e bassi egoistici, l’ineluttabile tedio.

Con ‘New Long Leg’, il loro album di debutto del 2021, i Dry Cleaning ci hanno regalato una sana dose di quasi tutte le emozioni che è possibile provare, producendo un suono distintivo e attraente. Con ‘Stumpwork’, le gioie sono molto più immediate e la varietà di idee, ritmi, tempi e trame fa davvero un’impressione potente fin dal primo ascolto.mSembra che la band stia facendo un secondo tentativo e di conseguenza, uno sforzo molto più muscoloso e robusto, mentre mostra anche più colori, più idee e più abilità. Se i testi siano più divertenti o più memorabili questa volta è oggetto di dibattito, ma la musica si è decisamente sviluppata e le canzoni mostrano molta più finezza.

I testi di Florence Shaw suggeriscono anche un quadro politico più ampio. “Vedo la violenza maschile ovunque”, canta in ‘Hot Penny Day’. “Niente funziona, tutto è costoso, opaco e privatizzato”, dice in ‘Anna Calls From The Arctic’, un tema rivisitato in modo più esplicito in ‘Conservative Hell’.

Tutto questo è presentato come un flusso di coscienza modernista, che salta improvvisamente da una direzione all’altra come un romanzo sperimentale. Se accoppiato con la destrezza e la vasta gamma del resto della band, questo crea un disco che, dandogli il tempo e l’attenzione necessari, offre profondità insondabili da esplorare.

A cura di Antonello Sambucci

  • Band: Dry Cleaning
  • Titolo: Stumpwork
  • Anno: 2022
  • Genere: Post-Punk/Art Punk/Spoken Word/Indie Rock
  • Etichetta: 4AD
  • Nazione: Inghilterra

Tracklist:

  1. Anna Calls From the Arctic
  2. Kwenchy Cups
  3. Gary Ashby
  4. Driver’s Story
  5. Hot Penny Day
  6. Stumpwork
  7. No Decent Shoes For Rain
  8. Don’t Press Me
  9. Conservative Hell
  10. Liberty Log
  11. Icebergs