Covid-19: LIVE NATION ha intenzione di ridurre i compensi degli artisti

Covid-19: LIVE NATION ha intenzione di ridurre i compensi degli artisti

Ad oggi, purtroppo, non si sa ancora quando i grandi festival ed i locali che propongono musica dal vivo saranno in grado di riaprire i battenti: nel frattempo Live Nation sembra aver imposto vari cambiamenti che sono stati commentati negativamente, ad esempio, da Gary Holt degli Exodus. Siamo abbastanza affranti da questa situazione, e monitoriamo con attenzione la situazione per capire, se possibile, come saranno i concerti dal vivo da oggi in poi.

Live Nation si è fatta sentire: e a quanto pare, la maggior parte delle politiche dei promoter, da quello che leggiamo, sembra aver preso una decisione abbastanza drastica: scaricare la maggioranza delle spese e degli oneri finanziari sugli artisti, a fronte di una riduzione dei costi e del rischio. Live Nation, inoltre, afferma inoltre che se un concerto venisse cancellato a causa di scarsa vendita dei biglietti (ad esempio), garantirà agli artisti solo il ​​25% della cauzione (rispetto al 100% che i promoter sono ad oggi tenuti a pagare in ogni caso). Inoltre – cosa che ha fatto ancora più scalpore –  se un artista dovesse annullare un’esibizione in violazione dell’accordo, pagherebbe al promoter due volte il canone.

Tra le pochissime novità positive (o quasi) c’è il fatto che si dovrà firmare una liberatoria perchè gli organizzatori possano trasmettere il concerto in streaming video. Questa cosa potrebbe anche piacere ad alcuni, tutto sommato, ma resta il fatto che la dimensione del live fatta di pogo, bevute in allegria e fratellanza metallona, chiacchiere random e contatto fisico rischia seriamente di andare a farsi friggere.

Riportiamo alcuni punti esposti dalla Live Nation e riportati sul sito del Rolling Stone.

Garanzie degli artisti: le garanzie degli artisti saranno adeguate al 20% al ribasso rispetto ai livelli del 2020.

Prezzi dei biglietti: i prezzi dei biglietti sono stabiliti dal promoter, a sola discrezione dello stesso, e possono essere soggetti a modifiche.

Termini di pagamento: gli artisti riceveranno un deposito del 10% un mese prima del festival, in base a un accordo concluso e all’adempimento delle responsabilità di marketing. Il saldo, meno le detrazioni standard per le tasse e i costi di produzione, verranno pagati dopo l’esibizione.

Requisiti per lo streaming: A tutti gli artisti sarà richiesto di consentire che le loro esibizioni vengano filmate dal festival per essere utilizzate in una trasmissione televisiva in diretta, un webcast in diretta, streaming su richiesta e / o trasmissione radiofonica satellitare in diretta.

Merchandising: l’acquirente manterrà il 30% delle vendite di merce dell’artista e invierà il 70% all’artista entro due settimane dal Festival.

Biglietto aereo e sistemazione: queste spese saranno a carico dell’artista.

Sponsorizzazione: il promotore controlla tutte le sponsorizzazioni al festival senza alcuna limitazione e gli artisti non possono promuovere marchi sul palco o nelle sue produzioni.

Assicurazione: L’artista è tenuto a mantenere la propria assicurazione annullamento in quanto il promotore non è responsabile della quota d’artista in caso di annullamento del festival a causa di condizioni meteorologiche o di forza maggiore.

Annullamento da parte dell’artista: se un artista annulla la sua esibizione in violazione dell’accordo, l’artista pagherà il promotore due volte la commissione dell’artista.

Annullamento a causa di scarse vendite. Se uno spettacolo viene annullato a causa della scarsa vendita dei biglietti, l’artista riceverà il 25% dell’incasso.

Forza maggiore: se la performance dell’artista venisse annullata a causa di un evento di forza maggiore – inclusa una pandemia analoga a quella del Covid-19 – il promotore non pagherà la fee all’artista.

Insomma, il post Covid-19 sembra tutt’altro che roseo per il mondo della musica live. La cosa sembra ancora più beffarda, se vogliamo, pensando alle discoteche e ad altri locali per cui si assume che, almeno in Italia, invece possano riaprire fin da subito. Capiamo bene che per un festival con 100.000 persone in media possa e debba essere tutta un’altra storia, rispetto alla disco di zio Peppe a tre fermate di bus da casa, ma al tempo stesso ci chiediamo seriamente come fare a recuperare la dimensione dei concerti dal vivo dopo il Covid-19. E se ci state chiedendo “ma allora, qual è la soluzione?“, vi rispondiamo in modo semplice: ad oggi, non ne abbiamo davvero idea, purtroppo.

Ma soprattutto ci chiediamo a chi giovi davvero tutta questa manfrina, le cui intenzioni rimangono forse nobili ma che, alla prova dei fatti, rischiano di far diventare i concerti di artisti internazionali una chimera, un sogno irrealizzabile, per cui sarà richiesto un adeguamento pesante (quanto difficile da capire, in alcuni casi) da parte di tutti e potrebbe addirittura rendere del tutto sconveniente, in molti casi, l’eventualità di organizzare.

Il commento di Gary Holt è stato abbastanza polemico, in merito, e lo riportiamo integralmente dal suo account Instagram.

 

(fonte)