CHURCH OF VIOLENCE – Drogati e Carcerati

CHURCH OF VIOLENCE – Drogati e Carcerati

Altri tempi, quando ci passavamo le cassette audio (copia di una copia di una copia di una copia…) perchè era impossibile masterizzare o acquistare i CD: se vi interessa ascoltare (e scaricare) la piccola perla che ora recensirò, la trovate a questo indirizzo, realizzata da C90Treasures. Un’opera di recupero, da parte loro, veramente interessante e lodevole. Ma passiamo subito a recensire questa cassetta dei Church of Violence.

Ho ascoltato il disco per la prima volta sabato scorso in macchina, spinto dalla curiosità di molte band che conosco che hanno tra gli “amici” i COV, e poi perchè il nome mi sembrava decisamente promettente. Si tratta di sei tracce (sette, se contiamo la folle introduzione) in cui viene a confermarsi una salda attitudine all’hardcore introspettivo, senza pero’ rinunciare a quel tanto di ironia che fa da giusto riempitivo.

Si parte con “Rabbia claustrofobica” che, manco a dirlo, manifesta da subito le intenzioni della band: diretto, veloce, low-fi, brutale quanto basta e di pochi minuti. Punk-hardcore italiano che da’ ragione di vita alla nota dicitura “old-school”, senza pero’ farsi standardizzare in alcun modo da tale definizione. Si sfora, infatti, spesso e volentieri nel suono imprevisto, nella ripresa improvvisa, nel gesto inconsulto: esattamente come un pazzo furioso che non vuole affatto accomodarsi sulla poltrona di madama-la-marchesa. Meravigliosa, poi, “Istruzione alla disobbedienza”, che riesce con entusiasmo a rimuovere qualsiasi dubbio nel “nuovo” ascoltatore,e a farti dire “questi fanno sul serio”. Segue la mia preferita, “Occhi chiusi”, che oltre a possedere una struttura decisamente poco canonica per il genere possiede un testo notevole, molto riflessivo e profondo.

“Sciamparata” è invece una traccia di crust-grind (!) monolitico e quasi fuori contesto rispetto al resto, ma il risultato finale mi sembra decisamente cazzuto. Conclude il tutto una “No signore” che mi pare auto-esplicativa di per sè ed una rabbiosa versione primordiale di “Fiume di rabbia incontrollata”, brano per cui i nostri sono probabilmente più noti. Non avete ancora ascoltato?