BLACKBERRY SMOKE con PAUL GILBERT al Pistoia Blues Festival 2025: il resoconto della serata

BLACKBERRY SMOKE con PAUL GILBERT al Pistoia Blues Festival 2025: il resoconto della serata

Secondo report dal Pistoia Blues 2025, 10 luglio (il primo con Marcus King è Qui).

Eh no, cari miei piccoli lettori (cit. Carlo Collodi), questa volta non sono qua a parlarvi delle serate “Storytellers night” che hanno visto in rapida successione il rapper Nayt e il nazionalpopolare Gabbani, bensì di una accoppiata da urlo che il giorno successivo ai due big (sic!) ha infiammato la piazza, anzi la mezza piazza seduta! (vogliamo ancora polemizzare caro Guio?): Paul Gilbert e Blackberry Smoke.

Un bravo reporter sarebbe stato presente anche durante le prove, avrebbe contato gli “one, two, three” dei roadies al microfono, scannerizzato il palco per aggiornarvi sul P.A, ma no… purtroppo chi scrive ha impegni inderogabili che lo hanno portato, anche in maniera fortunosa, a infilarsi nella buca dei fotografi proprio nel momento in cui Paul Gilbert decideva di salire sul palco; quindi mi dispiace ma nessuna notizia su Drum’n’Jack, Roommates e Black Banjo che hanno aperto la serata.

Camicia a fiori da far invidia al buon Jack Meille dei Tygers Of Pan Tang, Paolo Gilberto sale sulle assi dello storico festival in compagnia di una sezione ritmica tutta italiana, un po’ come faceva il buon Chuck Berry che sceso di macchina, chiedeva il cash, portava la sua Gibson ES-355 sul palco e suonava con una house band, che tanto i pezzi li conoscono tutti…

Lungi da me dichiarare lo stesso comportamento da parte del chitarrista americano ma la formazione “improvvisata” ha accentuato ancora di più quello che era lo spirito dell’esibizione: pure fun, divertimento!! L’attitudine è stata ben spiegata dallo stesso virtuoso che ha affermato: «Suonerò tanta musica ispirata ai miei eroi – racconta – e un lungo medley dei Led Zeppelin con tutti i riff che amo. Per me, il blues è il cuore del mio modo di sentire la musica».

Un paio di occhiate ed ecco che Marco Galiero, basso, e Roberto Porta, batteria, si lanciano con l’axeman in una torrida versione di un classico del blues: Rock me del mai troppo compianto B.B. King.

“Now we’re gonna play some Zeppelin” annuncia subito dopo Paul ed il pensiero di tutti è che ascolteremo una, due canzoni della band inglese… COL CAVOLO!!! Stiamo parlando di oltre trenta minuti di medley, dove i tre entrano ed escono dall’intera discografia dei Led Zeppelin, pescando da tutti gli album, a volte solo accennando, a volte lasciando scorrere le emozioni (e i minuti come nel caso di Moby Dick con tanto di assolo come da prassi) ma sempre in modo rispettoso nei confronti di questa istituzione musicale.

Mi spiego meglio: chi ha ascoltato il live di Gilbert dedicato ad Hendrix (1991) avrà notato che le canzoni erano notevolmente allungate e lo stesso chitarrista dava sfoggio delle sue abilità in 45 minuti per sole cinque tracce. Questo perché necessità imponeva di riempire uno slot lasciato libero da Alvin Lee, al quale lo stesso Gilbert avrebbe dovuto partecipare; a Pistoia invece c’è stata la consapevolezza di non dover dimostrare niente a nessuno se non la volontà di divertirsi e di omaggiare in sordina – per quanto possa essere possibile – una band che ha fatto la storia del rock mondiale. Nessun disco in uscita, nessuna menzione alla propria carriera solista, al milionario supergruppo dei Mr. Big o al suo passato con i Racer X, Paolino suona e si diverte: Good Times Bad Times, Kashmir, l’accenno a Dazed and Confused con tanto di archetto, Thank You, All My Love, Houses of The Holy, The Rover, Achilles Last Stand, Your Time Is Gonna Come, Whole Lotta Love, You Shook Me, How Many More Times, Moby Dick, Stairway to Heaven, Babe I’m Gonna Leave You, The Ocean, Heartbreaker, Living Loving Maid, Four Sticks, Communication Breakdown, Rock and Roll e spero di essermele ricordate tutte…

Poi l’ingresso sul palco della tastierista – scusate ma non ricordo il nome, Gilbert troppo veloce con la lingua come con la sei corde – con la quale il buon chitarrista si diletta, e duella, con Hear it On The X dei cari ZZ Top sino a giungere al finale: un accenno a Whither Shade of Pale dei Procol Harum per concludere con una funambolica versione di Get Your Hands Off My Woman dei The Darkness.

Un’ora scarsa volata dove abbiamo visto scorrere danti ai nostri occhi la storia del rock. Torna Paolino, ti aspettiamo a braccia aperte. Perlomeno io…

PAUL GILBERT @ Pistoia Blues 2025


Il tempo di un cambio palco ed ecco arrivare i Blackberry Smoke, all the way from Atlanta, Georgia, con il loro carico sì di southern rock ma, attenzione: non il classico degli Skynyrd, tanto per fare un nome, ma quello che pesca a piene mani da quello moderno (‘nsomma si fa per dire) dei Georgia Satellites e Black Crowes, senza ovviamente dimenticare i maestri del british blues degli anni 60/70, i Rolling Stones.

Con il gallinaccio a tre zampe a farla da padrone sullo sfondo dello stage, la band arriva a Pistoia con il tour di supporto all’ultimo album Be Right Here, uscito oltre un anno fa: Little Bit Crazy proprio dal disco sopracitato presenta al pubblico toscano quello che sarà uno show crudo, senza troppi orpelli e trucchi per allocchi, insomma un sano e robusto concerto rock. A seguire, dallo stesso disco, Hammer And The Nail per poi inanellare una serie di classici sino a giungere a The sleeping Dogs dal terzo album, legata alla classicissima Midnight Special dei Creedence Clearwater Revival per rinverdire quella bella pratica dell’improvvisazione che troppo spesso viene dimenticata a favore di uno show perfetto e calcolato.

Con Azalea si ritorna al nuovo disco e il brano è l’occasione per presentare la band che immediatamente dopo si lancia nell’esecuzione di Everybody Knows She’s Mine fino a salutare i presenti con Run Away From It All; ma ormai lo sappiamo, il bis è un tacito accordo che viene mantenuto anche se chiamato da pochi, e il quintetto torna sul palco con un classico del southern – questo sì: Flirtin’ With Disaster scuote i presenti ed anche il povero scrivano che ricorda ancora la data italiana dei Molly Hatchet nella nebbia che avvolgeva il Ke Ke Meo di Argelato in quella che era la loro prima calata nel Bel Paese nel 2008 per concludere poi la serata con il classico Ain’t Much Left Of Me con un richiamo di When The Leeve Breaks degli stracitati – almeno per questa sera – Led Zep.

BLACKBERRY SMOKE @ Pistoia Blues 2025


Uscendo, come spesso accade incontro amici e appassionati di musica come me: tra una chiacchera e l’altra qualcuno ha midetto che abbiamo assistito ad una esibizione buona ma sottotono: io mi fido delle opinioni altrui, ma anche del mio orecchio e devo dire che stasera non ho trovato niente da rimproverare alla band. Bocca buona? Forse, ma come diceva il vecchio Mick: it’s only rock’n’roll. And I like it!

 

A cura di Luca Guiotto

 

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