ALEX SAVELLI e IVANO ZANOTTI ci presentano il nuovo Rock italiano di ‘Italian Kidd’
Il fondatore dei Pelican Milk e il batterista della Bertè e Ligabue in un clamoroso disco insieme. Coinvolti undici vocalist per un manifesto dell’Italia rock di oggi. Italian Kidd: il nuovo rock italiano di Alex Savelli e Ivano Zanotti!
Un disco-festival, un’istantanea collettiva di un periodo storico difficile che ha stimolato alle sfide, alla resistenza culturale, alla creatività. Hanno affrontato così la creazione di Italian Kidd (Radici Music Records) Alex Savelli e Ivano Zanotti, per la prima volta insieme in un album importante per la genesi, lo sviluppo e il coinvolgimento di tanti colleghi musicisti, per la precisione undici cantanti, uno per ogni brano. Un album rock impegnato, travolgente, che si candida a una delle più significative uscite italiane del 2021. (ordina Italian Kidd a Questo Link!)
Italian Kidd
I due artisti raccontano: << Questo album è diventato un festival, uno di quei momenti di aggregazione e condivisione a cui purtroppo non siamo più abituati. Un festival con un filo conduttore rappresentato dalla scrittura e dalla produzione, che ha lasciato spazio ai cantanti di esprimersi e raccontare storie molto diverse, non da divi ma semplicemente da interpreti dei brani e soprattutto dell’epoca che stiamo vivendo. C’è una foto nel libretto che raffigura questo periodo storico: barchette ormeggiate al tramonto. Crediamo che si sentano così molti artisti e musicisti che aspettano di poter riprendere il largo >>
Con Alex Savelli (basso, chitarre e tastiere) e Ivano Zanotti (batteria), Italian Kidd è arricchito dal coinvolgimento di tanti colleghi alla voce: Luca Fattori, Luciano “Luiss” Luisi (Bandabastard), Massimo Danieli, Jeanine Heirani (Nostress), Michele Menichetti (La Gabbia), Teresa Iannello, Lorenzo Giovagnoli (Odessa), Valentina Gerometta (Zois), Francesco Grandi e Omar Macchione (Qvintessence), Frederick Livi (Crownheads). Le undici voci di Italian Kidd compongono un mosaico che dà un’ottima impressione sullo stato di salute del rock italiano, sottolineano Alex e Ivano.
Polistrumentista e produttore di esperienza trentennale, fondatore a Londra del 1999 dei Pelican Milk, Alex Savelli ha collaborato con Eddie Kramer, Francesco Guccini, Paul Chain, Ares Tavolazzi e tantissimi altri. Dopo ‘Gettare le basi’ (2019) con Massimo Manzi e ‘Doing Nothing’ (2020) con i NoStress, Savelli intraprende la partnership con Ivano Zanotti, tra i più acclamati batteristi italiani degli ultimi anni. Attualmente batterista e direttore musicale di Loredana Bertè e batterista dal vivo di Ligabue, Zanotti vanta collaborazioni internazionali con giganti quali Brian Auger e Manolo Badrena e nazionali, sia live che in studio, con Vasco Rossi, Anna Oxa, Alan Sorrenti, Edoardo Bennato etc.
Una conversazione con Savelli e Zanotti
Alex, Ivano, dopo l’esperienza insieme – anche se episodica – in ‘Gettare le basi’ vi regalate un album tutto per voi. Una bella sensazione, no?
IVANO: Gran bella coppia sia estetica che musicale direi. Nata dalla ricerca di Alex di un nuovo sound per il suo ultimo disco, da lì è nata una proficua collaborazione su tutto l’album. Estrazione rock tutti e due e quindi subito una bella intesa artistica.
ALEX: confermo il valore estetico di questa coppia, infatti fino all’ultimo pensavamo di fare un album di foto nostre e basta… poi abbiamo deciso di incidere un po’ di musica… sicuramente una bella sensazione, specialmente a disco finito. Un disco che ci piace ascoltare dopo averlo pensato e prodotto.
Come ‘Gettare le basi’, l’album di Savelli e Manzi, anche Italian Kidd ha molti ospiti, nello specifico un cantante per ogni brano. È proprio il caso di considerarlo un album a più voci…
IVANO: è arrivata questa idea di collaborare con più cantanti per differenziare molto i brani e soprattutto perchè forse nessuno, nel proprio cd, ha mai fatto cantare così tanta gente. Conoscendo tanti musicisti, abbiamo chiamato ognuno con caratteristiche diverse e le abbiamo esaltate a seconda del brano. Per questo è diventato un album che spazia in più generi ed è ricco di sfumature.
ALEX: questo album è diventato un festival, uno di quei momenti di aggregazione e condivisione a cui purtroppo non siamo più abituati. Un festival con un filo conduttore molto forte rappresentato dalla scrittura e dalla produzione, che ha lasciato spazio ai cantanti di esprimersi e raccontare storie molto diverse, non da divi ma semplicemente da interpreti dei brani proposti e soprattutto da interpreti dell’epoca che stiamo vivendo. C’è una foto nel libretto del cd che secondo me raffigura questo periodo storico: barchette ormeggiate al tramonto. Penso che si sentono così molti artisti e musicisti che aspettano di poter riprendere il largo.
‘Italian Kidd’ è anche uno spaccato sul panorama della musica italiana indipendente, vista la mole di ospiti. Com’è il polso della situazione per il nostro rock?
IVANO: Ormai ci son troppe etichette dei generi, negli ambienti musicali, nel modo di porsi, ecc ma il vero nocciolo della questione invece è che esistono solo i pilastri dei generi e poi da li parte tutto: Rock, Pop, Jazz, Funk, Classica, Gospel e proprio da qui parte quello che ascoltiamo. Non mi son mai piaciute le etichette e questo album lo rappresenta a pieno, visto la mole di ospiti così diversi e viste le tante sfumature musicali. Mi piacerebbe che la gente ascoltasse senza partire già col presupposto di cosa deve sentire.
ALEX: il rock in Italia sta bene, gode di ottima salute, ma non sembra importare a molti che, ormai da tempo, hanno deciso di rinchiudere questo genere in pochi comodi stereotipi. Abbiamo tanti talenti in Italia che meritano più luce e che potrebbero fare la felicità di tanti ascoltatori se solo potessero raggiungerli. Sono stato felice di offrire insieme a Ivano un contesto a tanti amici e talenti per esprimersi; dietro ogni cantante c’è almeno una band, almeno un progetto… ci sono tanti sogni. Sono già nate altre collaborazioni dopo Italian Kidd con gli ospiti e questo forse è il senso più profondo di questa produzione.
Ivano, che tipo di musicista è Alex? Cosa hai imparato da lui realizzando questo album?
Alex è istrionico e bizzarro nel suo modo di far musica. Se dobbiamo fare un esempio, un po’ anni ‘70 nel primo approccio dei brani, cattura il momento di ispirazione già analogicamente e senza pensare che canzone potrà essere. Molto distante dal modo attuale che invece ti spinge a comporre già sapendo a quale target di pubblico preciso orientarti. Quindi visto che a me piace tantissimo la musica e l’interplay che c’era negli anni 70, posso solo andarci d’accordo.
Alex, stessa domanda anche a te…
Ivano ha un grande talento che non ha bisogno del mio riconoscimento, lavorando solo con grandi batteristi da molti anni sapevo cosa volevo da lui… ed è andato ben oltre le mie aspettative! Si è fidato, mi ha seguito e assecondato, non ha mai avuto timori o remore nello sperimentare assieme, con professionalità, sensibilità ed umiltà si è espresso al massimo (come un artista e non come un turnista di cui non avevo bisogno). Ivano è stato fondamentale per la riuscita di Italian Kidd, non penso che avrei potuto realizzare un disco così con un altro musicista.
Ivano, la tua attività è ben nota, la tua batteria è presente con la Bertè e Ligabue, tanto per nominarne due. Che tipo di impostazione, di approccio anche “mentale” hai usato per l’album con Alex?
Feeling tutto naturale e libero. Lui è stato subito aperto artisticamente nei miei confronti e quindi abbiamo iniziato a jammare su i brani molto a gusto, e sperimentato tante idee per poi trovare quella giusta. Mi ha dato spazio senza nessun freno e poi ci siamo messi d’accordo. Abbiamo registrato le batterie tutte nel mio studio Big Tsunami Love, quindi avevo tutto il materiale percussivo che volevo e abbiamo spaziato da batterie, misure grandi come piacciono a me, a tutti i tipi di percussioni e chi più ne ha più ne metta.
Alex hai firmato tutti i brani di Italian Kidd: sono nati con la batteria di Ivano in mente o si prestano a qualsiasi contributo ritmico?
Sono tutti brani che ho scritto in tempi più o meno recenti (ci sono anche Rosita tratta dal primo disco di Pelican Milk, Dogman e The shepherd che appartengono alla mia produzione londinese inedita dei primi anni 2000), ma la produzione è forse più importante della scrittura come spesso accade. Una buona storia è una buona storia ma a seconda di come la racconti può arrivare o meno, può lasciare indifferenti o stordire. A seconda di come la racconti, del momento e del contesto. Molti brani sono stati scritti dopo avere conosciuto Ivano e pensando di suonarli insieme a lui. Per questo ho voluto coinvolgerlo nella produzione e nei mixaggi, e proprio per questo abbiamo deciso di dividere i diritti dei brani con gli ospiti in parti uguali; il lavoro di ognuno è stato assolutamente determinante per la riuscita del disco. In fondo chi ha scritto cosa, soprattutto per chi ascolta, ha un valore molto relativo e credo che se musicisti e interpreti fanno proprio un brano poi quel brano diventa più del pubblico che di chi lo ha scritto.
Una battuta sul titolo: Italian Kidd è un gioco di parole?
IVANO: Siamo Italiani e siamo Belli e Giovani ecco qua il gioco di parole eh eh eh eh!
ALEX: siamo belli e giovani in maniera imbarazzante, oltre che italiani… il gioco di parole riguarda Kidd, si intende in realtà lo scherzo italiano e non il ragazzo italiano… un disco così rock e così libero realizzato completamente in Italia sembra già uno scherzo… specialmente di questi tempi.
Questa collaborazione ha scatenato idee e creatività: cosa accadrà nell’immediato futuro?
ALEX: i progetti sono innumerevoli fortunatamente, certamente produrrò un album più libro sul primo Elvis con Rudy Valentino, un album in italiano con Ivano Zanotti e Luciano Luisi alla voce (progetto nato da Italian Kidd), sarò prodotto da Alex Elena per un mio EP e produrrò il disco di Luca Fattori e il disco di esordio di Jeanine Heirani (stiamo ultimando anche il secondo album di Savelli Nostress ). Rock on!
IVANO: Grandi progetti futuri sempre, in primis il progetto con Luciano Luisi e Alex Savelli di ispirazione cantautorale, da Tom Waits A Leonard Cohen. Poi ci saranno i BandaBastard come esordio di brani originali. Naturalmente tanto rock‘n’ roll e viva la musica sempre!
Dal disco è stato scelto il singolo ‘Dead End’, con Jeanine Heirani dei NoStress alla voce, per la realizzazione del video che potete gustarvi di seguito:
Fondatore di Suoni Distorti Magazine e motorheadbanger.